Droghe e stupro, ne parliamo noi

Le Nuove Sostanze Psicoattive (NSP): un gruppo molto ampio di molecole principalmente di natura sintetica, caratterizzate da proprietà farmacologiche e tossicologiche particolarmente pericolose per la salute dei consumatori. La loro azione farmacologica è diretta sul SNC (Sistema Nervoso Centrale), alterando i normali equilibri fisiologici del soggetto che le assume. Un soggetto, spesso, ignaro dell’assunzione.

Le nuove sostanze psicoattive sono infatti terribilmente note come ‘droghe dello stupro’. Data la loro capacità di inibire il sistema nervoso e rendere incapace il soggetto a qualsiasi reazione, possono portare chi le assume a subire rapporti sessuali non voluti. In altre parole, il soggetto che viene a contatto inconsciamente con le suddette sostanze diviene a tutti gli effetti vittima inerme e incapace di intendere e di volere. Per queste caratteristiche, le nuove sostanze psicoattive non vengono solo impiegate a scopo di stupro, ma anche di rapina, soprattutto a danno di anziani. Come se già il quadro proposto non fosse sufficientemente terrificante, all’elenco di reati legati alla somministrazione delle sostanze psicoattive si uniscono le attività legate alla pedopornografia. L’ingerimento della droga dello stupro da parte della giovane vittima assicura al carnefice piena libertà di azione, al riparo da eventuali reazioni, così da poter usare violenza e realizzare video da destinare al mercato della pedopornografia.

Cosa rende tali sostanze tanto pericolose? Come potersi difendere da un’arma letale che può portare alla morte? Come riconoscerle e quali gli strumenti per combatterle? Questi i temi affrontati durante il convegno-dibattito ‘Nuove sostanze psicotrope. Identificarle per prevenire effetti e danni’ organizzato dalla redazione de ilcarrettinodelleidee.com giorno 11 dicembre, presso l’aula Magna della Corte di Appello del Tribunale di Messina. Numerosi esperti, chimici, rappresentanti delle forze dell’ordine, sociologi e avvocati a confronto per illustrare cause, fonti ed effetti di sostanze la cui pericolosità è legata a una moltitudine di fattori connessi fra loro.

Gli effetti, come illustrato dal prof. Gioacchino Calapai, Professore Associato di Farmacologia e Tossicologia del Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali dell’Università di Messina, non interessano il soggetto solo nell’immediato, ma godono anche di un’azione a lungo termine. I principali effetti sono:

azione rapida, che garantisce quindi un’immediata ‘disponibilità’ del soggetto allo stupro

disinibizione, che a un occhio esterno ai fatti non permette in nessun modo di individuare il pericolo imminente. Una ragazza disinibita non fa pensare alla possibilità di uno stupro quanto una ragazza che oppone un’evidente resistenza  

amnesia anterograda. Forse la caratteristica più inquietante. Il soggetto stuprato o derubato ha ricordi molto lacunosi dell’accaduto. Spesso sopraggiunti dopo giorni dal fatto. Questa caratteristica sottolinea la capacità di queste sostanze di infierire ulteriormente sulla vittima, rendendo poco credibile la propria testimonianza nel caso di denuncia.

Reperibilità. Molte di queste sostanze sono in realtà farmaci regolarmente reperibili dietro prescrizione medica, o tramite le farmacie online. Sono quindi sostanze legali, il cui solo uso è illegale. La prevenzione al consumo e alla loro circolazione diviene, dunque, estremamente difficile. Così come difficile risulta fermarne il commercio e la diffusione. Internet, il deep web, i rave party, le farmacie online. Fonti diffuse come una rete che viralmente si propaga, forte delle numerose vie alternative percorribili.

A questi si aggiungono altri elementi che contribuiscono ad aumentare la pericolosità di queste sostanze. Alcune di queste di difficile rilevamento nell’organismo, soprattutto se assunte sporadicamente. Caratteristica che, nel caso di una denuncia tardiva, impedisce che il soggetto possa dimostrare l’avvenuta somministrazione. Molte di queste, di produzione artigianale, non sono conosciute dal personale ospedaliero, impreparato nell’affrontarne gli effetti. Tutti elementi che vanno a sommarsi accentuando l’esigenza di una maggiore informazione e di una tempestiva azione risolutrice, se possibile.

Per quanto possa apparire pericoloso diffondere l’elenco delle nuove sostanze psicotrope, o psicoattive, il principio che vuole la corretta informazione come la principale arma contro gli abusi, ci obbliga eticamente e moralmente a diffonderlo. Molti giovani ne fanno abituale uso senza minimamente conoscerne la pericolosità, e non risulta difficile immaginare quanto possa essere facilmente plagiabile la mente di tante giovani di fronte alle prime infatuazioni adolescenziali.

Ecco l’elenco delle droghe dello stupro, illustrato dal Maggiore Pietro Maida, Comandante Sezione Chimica Ris dei Carabinieri di Messina che, durante il convegno, ha chiarito come, spesso, ai farmaci in commercio se ne aggiungano altri prodotti autonomamente ‘in casa’, con prevedibili conseguenze sulla salute:

Alcol

Ghb (acido gamma idrossibutirrico). Già prodotto dal nostro organismo e per questo di difficile rilevamento. A questo si aggiunge la caratteristica di essere inodore e incolore che, aggiunta alla forma liquida della sostanza, ne aumenta esponenzialmente la pericolosità

Benzodiazepine (Roypnol)

Zolpidem – ipnotico

Ketamina

Barbiturici

Allucinogeni

Metanfetamine

Cannabinoli

La presenza dell’alcol all’interno dell’elenco deve necessariamente essere sottolineata. Una sostanza legale, liberamente venduta e dalla diffusione incalcolabile, il cui consumo è aumentato soprattutto fra i giovanissimi. Come sottolineato dal prof. Calapai, “è necessario fare i conti con un’ evidente modifica culturale: il rapporto dei giovani con il sesso e con l’alcol è radicalmente cambiato”. I rapporti occasionali, l’abuso di alcol e di altre sostanze risulta ormai abituale, aumentando i rischi derivanti da tali comportamenti. Ciò che viene inteso come ‘normale’ non è collegato con il pericolo. Ma in molti, troppi casi, l’esistenza di un collegamento viene scoperta troppo tardi. Dopo un bicchiere di troppo, dopo aver lasciato il proprio drink incustodito, dopo una pillola presa pensando ‘tanto a me non succede’. A volte, dopo aver tolto i collant strappati, con in testa ricordi lacunosi e confusi.

Il collegamento deve farsi. La consapevolezza diffondersi, come dovere morale. Comprendere il perché la diffusione è aumentata deve rappresentare il primo step per combattere un fenomeno autodistruttivo. “La causa è la trasformazione della nostra società in una realtà adonica – come afferma la sociologa Angela Di Fazio. – Si vive il presente con uno stato di frustrazione negativa che non porta all’azione, ma alla resa e alla ricerca di soluzioni facili. Una società liquida, per dirla alla Baumann, in cui i rapporti interpersonali sono fugaci, non autentici, inquinati, frammentati. A questo si lega un uso della droga come effetto di una multifattorialità fatta di motivi di tipo culturale, psicologico e sociale. La stessa visione del consumatore abituale è cambiata. Un tempo il tossicodipendente era additato ed evitato. Oggi si è passati dalla stigmatizzazione alla normalizzazione” e una volta che un fenomeno è ‘normale’, è difficile convincere del contrario.

E’ difficile combattere contro una mentalità ormai radicata. Difficile, ma non impossibile. Difficile, ma obbligatorio.

Gaia Stella Trischitta – Chiara Pizzino

 

In allegato il video ‘Glass and rape’, realizzato dal carrettinodelleidee.com