E adesso … giustizia per Fabrizio

Chissà se Fabrizio aveva razionalmente pensato ai rischi che andava incontro andando a casa di Simona, donna sposata madre di un figlio.  Chissà se Fabrizio sapeva “come la pensavano” i familiari di Simona. Per spingersi ad andare in quella casa, probabilmente  avrà sottovalutato quella “gente ”….  sicuramente credeva si trattasse di “gente all’antica” , non pericolosa al punto tale di attentare alla sua vita. Valutando i pro e i contro , i rischi che correva raggiungendo l’amata,  avrà pensato che,  nonostante la situazione fosse un po’ “complicata”,  cosa potrà mai succedere  … certo non si aspettava di non fare più ritorno a casa. Se Fabrizio avesse soltanto immaginato…  in quella casa a Melicucco,  probabilmente non ci avrebbe messo piede.

 

Solo Simona Napoli , potrebbe raccontarci lo stato d’animo e il contesto in cui avvenne quell’ incontro.  In particolare, Fabrizio sapeva le “opinioni” della famiglia Napoli in merito alla loro relazione?  Non è una questione di poco conto …. sarebbe interessante appurarlo perché vedete … è difficile credere che di punto in bianco, donna Rosina nota una presenza estranea in casa di Simona (sita poco distante dalla loro abitazione) e decide di allertare figlio, marito e nipote che organizzano un blitz estemporaneo contro il malcapitato di turno … quella macchina poteva essere indistintamente di un promotore porta a porta, del postino,  di un addetto dell’enel o semplicemente di un’amica …  chiunque poteva essere … ma la famiglia Napoli si allarma, si organizza, si precipitano tutti a Melicucco, scovano Fabrizio che nel frattempo, sentendosi circondato, decide  di andare via … possiamo mai credere che in un ora e mezza circa si razionalizza l’esistenza di un amante a casa della figlia, si stabilisce il da farsi e le modalità di attuazione del piano per allontanare il giovane che aveva fatto perdere la testa a Simona…   tra le tante soluzioni possibili, che potevano attuare per far capire a Fabrizio che doveva cambiare strada …. si è deciso di seguire  la soluzione più estrema,   la condanna a morte.

 

Nella realtà Fabrizio è stato visto entrare in quella casa da donna Rosina verso le  13.30 del 23 febbraio. Da quel momento in po’, in  un’ora e mezza viene deciso il suo destino , racchiuso  in quelle 44 telefonate che i familiari di Simona si scambiano, la madre, il padre, il figlio , il cugino. L’ultima volta che Fabrizio viene visto da Simona era con loro e il padre teneva in mano una pistola … segno che il tenore della discussione degenerò quasi subito. Cosa avvenne dopo,  lo sappiamo tutti.

 

Ma torniamo all’ora e mezza che ha preceduto la morte di Fabrizio. Un’ora e mezza, solo un’ora e mezza è bastata alla famiglia Napoli, per catture Fabrizio, per ucciderlo, disfarsi del corpo …. scavare una buca della profondità di due metri in una contrada delle campagne di Rosarno,  paese poco distante  da Melicucco, meno di 10 kilometri, 13 minuti di percorrenza in automobile …  non solo, c’è anche la Mini Cooper di Fabrizio da far sparire, tutto questo…in un’ora e mezza, dopodiché rientrano tranquillamente a Melicucco. Tutti, tranne uno…il padre di Simona, Antonio Napoli, che da quel giorno in poi sarà ufficialmente latitante, e lo rimarrà per un anno e un mese , prima di consegnarsi all’autorità giudiziaria.

 

In quest’anno sono finiti in carcere il fratello Domenico, la madre Rosina, il nipote della donna, e qualche giorno fa, anche Antonio Napoli, che dopo un anno di latitanza si consegna alle autorità e dice finalmente dov’è il corpo dello sfortunato elettrauto.

Tutta questa “gente” contro un uomo solo, disarmato. È stato facile vero???  Una vera equipe dell’orrore , che ha agito in base alle logiche dell’onore che Fabrizio avrebbe violato …  ci pensa  la famiglia Napoli a “raccoglie l’onore” che la relazione extraconiugale della figlia  avrebbe fatto venir meno, tutto questo  in cuor di Melicucco, paesino di 4.996 anime. 

 

Sono passati pochi giorni della fiaccolata organizzata dal movimento “Io sono Fabrizio” e un anno e un mese circa dalla scomparsa del giovane elettrauto,  finalmente è possibile dare una degna sepoltura ai resti di quel bravo ragazzo che era Fabrizio Pioli la cui unica colpa è quella di aver,  per amore, ingenuamente sottovalutato la situazione.

 

L’ultima fiaccolata organizzata per Fabrizio a Gioia Tauro, paese natale del giovane,  sembrava inconsciamente preannunciare che a breve,  il corpo di Fabrizio, sarebbe stato trovato. La sensazione che si avvertiva nell’aria non era quella battagliera delle prime settimane o mesi…. personalmente mi è sembrato di prendere parte al suo funerale, ma si trattava di un funerale atipico…fatto di fiaccole, di silenzio, tanto silenzio al passaggio del corposo corteo…. era atipico perchè era chiaro a tutti che mancava solo il corpo di Fabrizio che, purtroppo si materializzerà tra qualche giorno, quando , dopo l’esame autoptico,  verrà restituito alla famiglia, agli amici, al suo paese. Per quel giorno, il sindaco  di Gioia Tauro, Dottor Renato Bellofiore ha proclamato il lutto cittadino per questa tragedia che ha colpito duramente tutta la cittadinanza di Gioia Tauro ed in particolar modo i giovani della città.
Con questo atto,
scrive su facebook il primo cittadino,  intendiamo manifestare in modo tangibile e solenne il dolore per la morte di Fabrizio che ha profondamente colpito la nostra Comunità e testimoniare una forte vicinanza e sostegno al dolore che sta vivendo la famiglia Pioli.

La vicenda di Fabrizio Pioli viene sintetizzata dal sociologo Mimmo Petullà in due parole “barbarie culturale” che stanno dietro questa inconcepibile vicenda.

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“I fatti sembrano riproporre una forte rivendicazione dell’onore, la cui presenza lascia chiaramente intendere che tale concetto continui a funzionare come un insopprimibile senso di orientamento culturale. Sapere, difatti, a quanto onore sia possibile ambire, come pure quanto di esso se ne debba difendere, consente di riconoscere il posto occupato, in modo particolare nel contesto di una determinata realtà criminale”. “

 

Il sentimento dell’onore  risulta essere connesso, evidentemente in modo inscindibile, a una ricercata visibilità.

Non esiste, un vero e proprio senso dell’onore, che non sia proporzionale a una visione, pubblicamente accolta: è proprio tale circolarità a contribuire – a volte in modo determinante –alla validazione di certi atteggiamenti.

 

 Fabrizio – e, in secondo luogo, Simona –possano essere considerati le ultime persone, a rimanere incagliate nelle diaboliche maglie, di uno dei più aberranti sistemi culturali, che persistono nell’attanagliare e mortificare la nostra realtà” (Il Quotidiano Piana).

 

Due vite distrutte quella di Simona e Fabrizio, con la differenza  che Fabrizio non c’è più, mentre Simona è una giovane donna che col tempo , riuscirà a gestire il dolore dell’essere stata il motivo della morte di Fabrizio. Due Famiglie distrutte, quella di Fabrizio piange la perdita , quella di Simona, maledirà la figlia disonorata e traditrice che li ha portati dietro le sbarre della Casa Circondariale di Reggio Calabria e di Palmi.

Quello che ci auguriamo adesso, non potendo ritornare indietro e riavere Fabrizio in vita  è che la giustizia faccia il suo corso velocemente, che punisca al massimo della pena omicidi come questo, accuratamente premeditato dalla famiglia Napoli e perpetrati in nome dell’onore.

 

Da concittadina di Fabrizio, infine, mi sembra doveroso esprimere la mia vicinanza alla Famiglia Pioli per l’inaccettabile perdita. 

 

Nicoletta Rosi