Egregio Signor Parroco Don Piero Corsi
Le scrivo queste righe, per esprimere il mio personale sdegno a seguito del volantino da Lei propagandato in bella mostra nella bacheca della Sua chiesa. Sinora non avevamo mai assistito ad una tale presa di posizione da parte di un prete, dire che il Suo gesto è strampalato è il minimo, soprattutto se consideriamo che va riferito ad un fenomeno particolarmente allarmante qual è il femminicidio.
Questa presa di posizione, al di la delle postume e insignificanti scuse rivolte, è stata alquanto offensiva e colpevolizzante nei confronti di tutte le donne vive, oltre che lesivo della memoria di tutte le donne che hanno perso la vita per mano di uomini. Normalmente ci si aspetterebbe che in una bacheca di una chiesa si trovino affisse notizie riguardanti comunicazioni varie circa gli eventi pastorali, dei momenti di riunione tra la comunità cattolica e la chiesa, e invece no … nella bacheca della Sua chiesa si trova di più, si trovano messaggi che vanno oltre la comune tolleranza …
Non so se i credenti della Sua parrocchia e di tutto il mondo riescano a “credere” che il Suo gesto sia stato dettato da banale “ leggerezza”. Personalmente non credo sia andata così, visto che Lei non è nuovo a questo genere di iniziative. Non tutti ahimè ricordano che ad inizio ottobre s’era reso protagonista di un’altra discutibile affissione, sempre attraverso la famosa bacheca , che in quel caso venne trasformata nella bacheca della “discordia”. Dico questo, poiché il messaggio offensivo, in quel caso, l’ha rivolto a tutta la comunità islamica residente sul nostro territorio , si trattava della diffusione delle vignette anti-islamiche, ricorda?
Se non ricorda Lei, tutti ricordiamo cosa hanno ingenerato nei credenti di religione musulmana. In molti paesi del mondo s’è sfiorata la tragedia, la guerra tra popoli, ma Lei, da uomo di chiesa, cosa decide di fare? … anziché invitare alla tolleranza, all’accettazione dell’altro, alla pace e non alla guerra, s’è comportato contrariamente a quello che per vocazione e mandato doveva fare.
Caro Parroco, a questo punto mi chiedo cos’altro ci possiamo aspettare di leggere in futuro in quella bacheca , visto che già ha avuto il coraggio di cimentarsi, con risultati vergognosi, su argomenti tanto delicati, che necessitano di conoscenze e letture specialistiche al fine di non creare i danni che ha volontariamente o involontariamente provocato. Mi chiedo … caro Parroco, ma Lei ha riflettuto prima di farsi portavoce di questi messaggi? Mi chiedo ancora, credeva che un messaggio di questo tipo, rimanesse confinato nella Sua comunità , quella di pertinenza della Sua parrocchia?
Personalmente ritengo che Lei condividesse in pieno il messaggio per niente celato in quelle righe. Credo che Lei avallasse la folle idea che le donne vittime di omicidio fossero direttamente “responsabili” della violenza a proprio carico. Pubblicare quella specie di articolo ha significato condividere il messaggio contenuto, è come se Lei avesse trovato un modo parzialmente diretto per dire che le donne che muoiono o vengono stuprate , meritano quella fine, meritano questo tipo di punizione … sono certa che Lei comprendesse benissimo il significato, visto che ha anche deciso di imperniare l’omelia di Natale sullo stesso argomento.
Caro Parroco ma Lei è consapevole che ogni anno vengono uccise in media 120 donne, lo sa che viene trucidata una donna ogni 2,5 giorni. Lo sa che normalmente è un congiunto ad ucciderLe, spessissimo è il marito o il compagno o il fidanzato. Caro Parroco, la prossima volta, prima di parlare a sproposito, La invito a leggere qualche studio di settore, qualche statistica, di ascoltare qualche associazione che magari si occupa da ANNI del problema, al fine di indurre il Suo pensiero ad una sana autocritica, far sorgere nella Sua mente il dubbio sulla correttezza di certe elucubrazioni.
Ritengo che le donne, storicamente vittime della quotidiana violenza da parte degli uomini, non hanno da farsi alcun “esame di coscienza” , devono soltanto trovare il coraggio di allontanarsi da compagni violenti, di denunciare i soprusi, i maltrattamenti, e gli stupri … dalla bacheca di una chiesa ci aspettavamo un messaggio di difesa della donna e non prese di posizione a favore di un maschilismo becero che, a quanto pare, ha amaramente coinvolto anche un comune parroco di paese… ma d’altronde, mi viene da pensare anche Lei è un uomo comune, la differenza è che non svolge un lavoro comune… la Sua dovrebbe essere una missione di aiuto e sostegno agli indifesi… condivido l’uso della bacheca per interloquire con la comunità , ma non per farsi portavoce di negative opinioni di nicchia, e per fortuna non siete in molti a condividere questi pensieri.
Caro Parroco, forse non lo sa , ma in maniera piuttosto generica proverò a semplificarLe i motivi prevalenti per cui vengono uccise le donne. Gli studi scientifici individuano due costanti, due situazioni che terminano frequentemente con la morte di una donna. Questi due fattori sono diversi in base al fatto se l’omicidio viene commesso al nord o al sud; al nord le donne vengono uccise in conseguenza alle separazioni, al sud invece è spesso la convivenza forzata a provocare la morte delle donne . C’è una semplice differenza alla base …. al nord le donne sono autosufficienti economicamente e se hanno la sfortuna di avere accanto un uomo violento, normalmente lo lasciano. In questo caso, la colpa della donna e quella di allontanarsi da una fonte di pericolo certa e riconosciuta come tale. L’uomo di tutta risposta al rifiuto o all’abbandono, uccide la donna poiché la ritiene una proprietà. Al sud le donne, nella maggior parte dei casi, dipendono economicamente dall’uomo, poiché il territorio difficilmente offre possibilità di indipendenza alla donna , per cui le opportunità di affrancarsi da situazioni di rischio, da mariti, compagni violenti diventa più difficile, proprio perché la donna si trova costretta a suo malgrado a “resistere” a sopportare la violenza, i maltrattamenti, molte volte per la presenza di figli piccoli da mantenere. Queste situazioni ingenerano una profonda insofferenza, che si esplica in conflitti continui sino a quando, un banale motivo diventa evento precipitante, che si conclude con la morte della donna, vittima della furia dell’uomo che ritiene di avere il potere di vita e di morte. Ma Lei da parroco, uomo di chiesa , come fa a riconoscere e giustificare questo potere di vita e di morte in comuni mortali?
Caro Parroco, le uccisioni delle donne, non avvengono dall’oggi al domani, sono frutto di storie di vita che si protraggono nel tempo , in cui il conflitto profondo la fa da padrone, e l’uomo di tutta risposta, risolve il problema della sua vita al solito modo. Vede, il Suo messaggio, va a sostegno di tutto questo, è contrario alle lotte che le donne di tutto il mondo portano avanti per difendersi dagli uomini violenti.
Inoltre , da donna non intendo assolutamente controbattere sui motivi da Lei avanzati che presumibilmente inducono gli uomini a stuprare le donne, scenderei a livelli troppo bassi . L’unica cosa che mi sento di dire è che se basta un semplice vestito succinto ad ingenera tanti turbamenti negli uomini allora credo che questi uomini non meritano di essere definiti come tali, la giusta terminologia da utilizzare davanti a queste non persone è quella di “animali” .
Oggi sappiamo che si dice mortificato, ma io Le chiedo, un parroco non ha il compito di guidare le anime? Lei si è permesso di sentenziare sulle presunte virtù smarrite delle donne, di giudicare stupidamente le donne, senza pensare che la legge dell’uomo , il Codice Rocco difende le donne e considera i comportamenti da Lei difesi come REATI. Concludo con una raccomandazione e una speranza per il futuro, la raccomandazione è quella di riflettere sui messaggi futuri, la speranza è che gli uomini fede si facciano portavoci di messaggio divini e non scellerati come questo.
Distinti saluti
Nicoletta Rosi