Vulcano, Lipari, Salina, Panarea, Stromboli, Alicudi, Filicudi. Sette isole.
Sette sorelle. Non solo le isole del mare, del sole, dei miti, delle leggende, della tradizione cinematografica ma anche patrimonio dell’Unesco, dell’umanità. Un tesoro inestimabile che tuttavia ha portato con sé, nel corso di questi anni, una politica miope che non ha cercato di incentivare, rilanciare, promuovere il turismo in terra di Sicilia. Intanto, la stagione turistica è alla porte. I problemi che affliggono gli eoliani si legano alla crisi economica imperante in tutta Italia, messa in ginocchio dal debito pubblico e dalla preoccupazione che interventi poco lungimiranti compromettano ulteriormente l’economia delle sette perle, che in questa aria asfittica trova la sua boccata d’ossigeno soltanto tre mesi l’anno.
Arrivano i primi campanelli d’allarme. La CONFINDUSTRIA attraverso il suo presidente sottolinea le anomalie che contribuiscono a ingrassare le fila del malcontento. Malcontento ovviamente creato dalla finanziaria del 2012 che ha tra le altre iniziative preventivato una tassa di soggiorno, che andrebbe ad aggravare ancor di più le tasche dei potenziali turisti, che dovrebbero sostenere ulteriori costi. Ma nello specifico la lettera aperta denuncia attraverso Eduardo Omero: “L’effetto depressivo che va sicuramente in controtendenza rispetto ai proclami istituzionali che sottolineano come il Turismo sia uno dei pochi comparti che in Sicilia che ha ancora le carte in regola per rilanciare l’economia della regione”.
Una norma insomma deleteria, che rincara la crisi, porta i turisti a scegliere naturalmente altre mete, e ovviamente non apporta alcun miglioramento nei servizi. Male questo comune a tutta la Sicilia, che sta però reagendo in maniera diversa. Qualcuno sta puntando alla tax free, come alcuni comuni della valle dei tempi, altri stanno valutando il da farsi. Intanto, sullo sfondo resta la consapevolezza che queste risorse senza piani particolareggiati e piani di rilancio rischiano di restare imbrigliati in attività disparate. Infatti, come sottolinea ancora la Confindustria: “Non vi è la sicurezza che le risorse vengano effettivamente utilizzate per rilanciare il turismo, per migliorare i collegamenti e per aumentare le presenze”.
Intanto proprio sui collegamenti, da molto tempo al centro di critiche abbiamo intervistato Silvia Carbone, residente a Lipari, che non ci ha nascosto la sua preoccupazione per la prossima stagione turistica. Il problema è sempre quello dei tagli ai trasporti: “ Le nostre isole sono continuamente minacciate. I trasporti sono ridotti del trenta percento.
Le tratte saranno attive solo dal 20 giugno al 10 settembre. La Tratta di collegamento con Palermo a oggi è stata cancellata. Questa situazione è comprensibile d’inverno, ma non è accettabile d’estate, quando i turisti cominciano a popolare le nostre isole. Le parole di Silvia, poi, tracciano le condizioni disumane in cui i viaggiatori spesso sono costretti a vivere: “Ieri trentasette persone per la forte affluenza sono state costrette a viaggiare in piedi. Una situazione che cozza però con le leggi della navigazione, che prescrivono tutto il contrario”. Ovviamente le situazioni descritte viaggiano su binari diversi, però s’incontrano sul piano degli interventi da più parti invocate, che mostrano la visione seppur parziale, di un’isola che necessita di interventi ad ampio raggio che rilancino piani adeguati, meno spreco di risorse e il rilancio di una bellezza che colpisce tra sogno e realtà.