Difendere il mare e il territorio dall’invasione di plastica monouso: il Sindaco di Malfa Clara Rametta ha firmato un’ordinanza con la quale, a partire dal prossimo 15 luglio nel Comune di pertinenza sarà vietata la vendita e l’utilizzo di stoviglie monouso; bicchieri, posate, piatti, cannucce e sacchetti dovranno essere in materiale biodegradabile e compostabile.
La produzione mondiale di plastica è passata dai 15 milioni del 1964 agli oltre 310 milioni attuali: ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani del mondo e, ad oggi, si stima che via siano più di 150 milioni di tonnellate di plastica negli oceani. 34 miliardi di tonnellate nel 2050 di cui almeno 12 tonnellate costituirebbero rifiuti sparsi in tutti gli ambienti.
La plastica costituisce il terzo materiale umano più diffuso sulla Terra dopo l’acciaio e il cemento.
Anche il Mediterraneo sta diventando una “zuppa” di plastica: si stima che un chilometro quadrato nei mari italiani ne contenga in superficie fino a 10 chilogrammi in particolare nel Tirreno settentrionale, tra Corsica e Sardegna, attorno alla Sardegna, la Sicilia e le coste pugliesi si stimano almeno 2 kg.
Si tratta di valori che superano quelli della famosa isola di plastica presente nel vortice del Pacifico settentrionale, dove in un’area di circa un milione di km quadrati la densità delle microplastiche è di circa 335.000 ogni kmq. Nel Mediterraneo questa cifra giungerebbe a 1,25 milioni. Sacchetti e bottiglie sono alcuni dei prodotti all’origine di questo drammatico fenomeno. (Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico WWF Italia)
Così dalle coraggiose Tremiti, passando per la Sicilia, la lotta contro la plastica monouso arriva a Malfa, Isole Eolie e Patrimonio Unesco, un territorio ricchissimo di biodiversità in attesa da anni dell’istituzione di un’area marina protetta.
Nell’arco del mese di giugno, la spedizione di Oceana ha svelato la presenza di straordinarie foreste di coralli a rischio attorno ai vulcani sottomarini delle Isole Eolie, a nord della Sicilia. I ricercatori hanno esplorato sette aree di interesse ecologico e hanno trovato coralli bambù in pericolo critico, meravigliosi coralli molli e coralli neri con numerose uova di squalo, oltre a molti altri habitat che ospitano un numero elevato di specie. Ma anche tanta plastica monouso.
Sono anche queste le ragioni che hanno spinto il Sindaco Clara Rametta a vietare l’utilizzo e la commercializzazione di plastica nel suo Comune, oltre alle direttive della Comunità Europea per le quali i Comuni hanno infatti l’obbligo di predisporre azioni di prevenzione, riduzione, dei rifiuti, svolgendo azioni volte a favorire il massimo recupero di energie e di risorse, senza considerare il fatto che al mancato raggiungimento dell’obiettivo previsto dagli studi di settore, relativo alla percentuale di differenziata, la tassa sulla raccolta dei rifiuti aumenterebbe con l’aggravio delle sanzioni per i Comuni che non rispetteranno gli obblighi previsti.
L’Ordinanza applica la normativa comunitaria EN13432:200/AC:2005 che prevede e anticipa l’ultima direttiva comunitaria relativa proprio al divieto di utilizzo e commercializzazione di articoli di plastica monouso.
Gli esercenti sul territorio comunale, le attività commerciali, artigianali, e di somministrazione alimenti e bevande, a decorrere dal 15 luglio, non potranno distribuire né vendere ai propri clienti articoli in plastica: piatti, posate, cannucce, bicchieri, contenitori take-away dovranno essere rigorosamente in materiale biodegradabile; i sacchetti per l’asporto dovranno essere biodegradabili e si cercherà di incentivare l’utilizzo di borse riutilizzabili a rete, in stoffa o in tessuto.
Multe per chi trasgredisce, ma l’appello del Sindaco è quello di una collaborazione a 360 gradi sul territorio, che include i cittadini, i turisti, i commercianti, i natanti, nella speranza che gli altri Comuni Eoliani seguano l’esempio di Malfa affinché le Eolie possano diventare un arcipelago sostenibile e attento, nel rispetto della preziosità della biodiversità di questo nostro mare.
Occorre ricordare che se non si agisce subito, entro il 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesce, ma soprattutto che noi esseri umani veniamo dal mare e ogni nostra azione da adesso in poi sarà cruciale per il futuro benessere del nostro Pianeta Blu.