Epilessia, riconosciuta la guarigione clinica: “è un traguardo storico”

Epilessia, riconosciuta la guarigione clinica: “è un traguardo storico”

L’11 gennaio entra in vigore il decreto che elimina le limitazioni sulla patente di guida per chi è dichiarato clinicamente guarito. Pesce (aice): “per la prima volta la burocrazia riconosce la possibilità di guarire e distingue fra le varie forme di epilessia”

 

Dopo la medicina, anche lo Stato riconosce i casi di guarigione dall’epilessia. Lo fa con un decreto che riguarda nello specifico le patenti di guida, ma che ha un valore simbolico molto più alto. Firmato lo scorso 30 novembre 2010 dal ministro dei Trasporti Altero Matteoli, il decreto (che recepisce una direttiva europea) entra in vigore l’11 gennaio e stabilisce che chi è riconosciuto clinicamente guarito dall’epilessia non avrà più limitazioni per ottenere la patente di guida.

“È un traguardo storico – spiega Giovanni Battista Pesce, presidente dell’Aice (Associazione italiana contro l’epilessia) -. Finora la burocrazia non riconosceva i casi di guarigione, nonostante fossero certificati da medici, e imponeva limitazioni ingiustificate: la guarigione in pratica era negata a vita, con l’obbligo di revisione della patente ogni 2 anni”. Il decreto stabilisce invece l’idoneità alla guida per le patenti A e B dopo un anno senza crisi. Per eliminare la norma ci sono voluti però 12 anni di ricorsi ordinari e giudiziari da parte dell’Aice. “Il riconoscimento della guarigione non riguarda solo la patente – continua Pesce -: si pensi ai colloqui di lavoro, dove in alcuni casi è obbligatorio specificare di essere epilettici”.

Anche se il numero dei “guariti” è molto basso (il 5% dei 500 mila italiani affetti da epilessia), il decreto è importante perché “finalmente si distingue fra le varie forme di epilessia – spiega il presidente -: se ne contano almeno 40, e alcune di queste non compromettono lo stato di coscienza o la capacità di azione. Alcune, ad esempio, si manifestano solo nel sonno”. Da anni l’Aice si occupa di casi di discriminazione, legati soprattutto all’idoneità alla guida. C’è chi ha avuto crisi isolate solo in età infantile e mai da adulto e chi non accusa crisi da anni, ma tutti rischiano di essere racchiusi nella stessa etichetta. “Colpa di una cultura discriminante – conclude Pesce – che considera ancora l’epilessia una malattia da cui non si può guarire”.