Corte costituzionale, in corso l’udienza pubblica sulla costituzionalità dell’ergastolo ostativo che non consente la concessione ai condannati dei benefici penitenziari previsti per tutti i detenuti , salvo che collaborino sulla giustizia.
A questa forma di ergastolo duro sono sottoposti sopratutto mafiosi e terroristi e venne introdotta come ha ricordato oggi il relatore, il giudice costituzionale Nicolò Zanon, all’ indomani della strage di Capaci.
Sulla materia si è appena pronunciata la Corte di Strasburgo che ha imposto all’Italia di modificare la legge sull’ergastolo ostativo perché è un “trattamento inumano e degradante”. Ma la questione all’ esame della Corte costituzionale non è esattamente sovrapponibile: “non ci occupiamo di casi concreti, a differenza della Corte europea”, ha spiegato Zanon. E mentre in quel caso il ricorso verteva sulla mancata concessione della liberazione condizionale, stavolta i ricorsi alla base della pronuncia che dovra’ fare la Consulta vertono sulla mancata concessione di permessi premio a due ergastolani “ostativi” che non collaborano.
A chiedere la pronuncia della Consulta sono stati la Corte di Cassazione e il tribunale di sorveglianza di Perugia che dubitano della costituzionalità dell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, per contrasto con il principio di ragionevolezza e della finalità rieducativa della pena sanciti rispettivamente dagli articoli 3 e 27 della Carta.
Intanto i giudici costituzionali hanno preso una prima decisione, dichiarando inammissibile la costituzione in giudizio del Garante per i detenuti, dell’Unione delle Camere penali e dell’Associazione Nessuno tocchi Caino.