Ho il massimo rispetto per le famiglie delle vittime dell’Eternit e per le vittime stesse è proprio per questo stamattina mi sono svegliato con un pensiero angosciante:
Ma quanta disinformazione e demagogia in questi giorni!
È chiaro che i cittadini e tanto meno le vittime, alle quali non si può chiedere obiettività, non sono addetti ai lavori e non si può pretendere da loro di capire.
Proprio per questo, però la stampa e gli addetti ai lavori intervistati a fiumi in questi giorni (per non parlare dei politici dell’intero arco costituzionale), hanno il dovere, sociale e istituzionale, di informare e non di disinformare o fare demagogia.
Andrò avanti con i dovuti distinguo anche a costo di essere impopolare.
Quello che giornalisti di cronaca giudiziaria, parlamentari, magistrati, avvocati e professori di diritto intervenuti a vario titolo nella vicenda sanno di certo, o hanno il dovere di sapere prima di parlare e opinare, è che:
– In Italia dal 1930 vige il principio di legge per cui la legge penale non si applica alle vicende pregresse salvo che sia più favorevole al reo (quindi una modifica fatta stamattina, delle norme sulla prescrizione, non potrebbe essere applicata alla vicenda eternit);
– In Italia, come a dire il vero in tutti i sistemi giudiziari occidentali, vige il principio per cui una persona non può essere giudicata due volte per lo stesso fatto anche ove diversamente qualificato sotto il profilo giuridico (ergo difficilmente il procuratore Guariniello potrà processare nuovamente il miliardario svizzero già giudicato nel processo conclusosi con la dichiarazione di prescrizione);
– la Suprema Corte è dotata di un ufficio di valutazione preliminare dei ricorsi che segnala prioritariamente i processi con reati di imminente prescrizione e li fissa sempre tempestivamente, ammesso che gli siano stati trasmessi per tempo dalle corti d’appello territoriali. Il giudizio di Cassazione è di gran lunga quello che si completa nel minor tempo rispetto a quelli di primo e secondo grado (ergo i Giudici della Cassazione sono stati ingiustamente massacrati in questi giorni con una gogna mediatica emblematica di un Paese che non comprende il valore delle Istituzioni, eccezion fatta per coloro che, al contempo sono vittime ma sono anche spinte a credere che tutta la colpa della prescrizione sia della Cassazione. La Suprema Corte ha solo applicato la legge come si potrà capire ancor meglio allorché dalla lettura delle motivazioni della sentenza si capiranno le ragioni dell’annullamento senza rinvio);
– queste riflessioni mi conducono a due conclusioni:
1. La prima è che politici e vecchi merletti sono in mala fede perché soffiando sul fuoco della disperazione rilasciano dichiarazioni che servono solo a nascondere la verità e cioè che il colpevole della prescrizione nel processo Eternit è il sistema giudiziario italiano nel suo complesso e quindi la responsabilità è prima di tutto politica. I cittadini ed in particolare quelli che sono vittime della dolorosa vicenda in questione, devono sapere che se un processo dura 15 anni nei tre gradi di giudizio, nell’ultimo che è quello innanzi la Cassazione penderà dai 10 ai 12 mesi al massimo, mentre i precedenti 14 anni è rimasto nei precedenti gradi di merito dove si annidano le lungaggini che determinano la prescrizione. Solo con questa consapevolezza si può giudicare ciò che è successo e capire che la Suprema Corte è stata usata come una foglia di fico (altro che ddl sulla prescrizione. Il sistema andrebbe ripensato dalle radici, ma non hanno il coraggio di farlo e forse nemmeno la capacità).
2. Le cose che ho scritto, sebbene frutto della conoscenza di un addetto ai lavori, riguardano eminentemente questioni di ordine generale, che la stampa nazionale, gli appartenenti alle Istituzioni e gli altri addetti ai lavori nelle loro interviste avrebbero il dovere di spiegare e far capire ai cittadini, specie a quelli che si sentono vittime di una ingiustizia e che lo sono. Questo dovere deriva dalla regola morale della verità che dovrebbe incombere su chi riveste ruoli di responsabilità, affinché chi è vittima vera o presunta di mala giustizia, sappia esattamente in quale direzione rivolgere il proprio grido. E nei confronti di chi far valere i propri diritti.
Diversamente tutto si riduce a demagogia, populismo, disinformazione ed inutile qualunquismo; caratteristiche tipiche dei paesi retrogradi o dei regimi dittatoriali, nei quali la cittadinanza viene volutamente mantenuta nell’ignoranza della verità per meglio governarla.
Alessandro Billè