Negli anni neri della crisi finanziaria, della disoccupazione giovanile galoppante, degli ammortizzatori sociali come stile di vita e degli eterni dibattiti sullo sviluppo ed il rilancio di un’Italia allo sbaraglio, l’unico appiglio di speranza rimangono i progetti “straordinari”. Al netto degli scandali sulla corruzione legati a grandi eventi, emergenze ed opere pubbliche importanti che ormai monopolizzano la tv generalista al pari delle scrivanie dei giudici dell’intera penisola. A pochi giorni dallo scandalo di “Mafia capitale”, la cui eco arriva anche in Sicilia, in riva allo Stretto si comincia a parlare a voce bassa di Expo 2015. Non per motivi legati alle indagini sul rischio di infiltrazioni mafiose, ma nel tentativo di volare a Milano alla Esposizione internazionale intitolata “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. La Regione Siciliana sarà protagonista del cluster Bio-mediterraneo, spazio dedicato alla cultura, alla storia ed alle tradizioni gastronomiche di 12 paesi che condividono quel Mare Nostrum attraversato dai popoli, e le abitudini alimentari della dieta mediterranea, dichiarata nel 2010 patrimonio immateriale dell’Unesco. Una convenzione dal valore – non meramente simbolico – di 3 milioni di euro, che la Sicilia verserà nelle casse di Expo in qualità di Official Partner – prima ed al momento unica regione italiana – in cambio dell’esclusiva per l’allestimento e la gestione delle aree comuni del padiglione e del calendario degli eventi. Una ghiotta occasione, verrebbe da dire, considerato che negli oltre 4 mila metri quadrati dedicati troveranno posto 2 aree ristorazione, 1 winebar, 1 forno, palco e maxischermo. Ed un punto vendita per i prodotti siciliani DOC, IGP e SGT delle aziende che verranno appositamente selezionate e che supereranno così le rigide barriere imposte dai partners esclusivi nel settore Food&Beverage. Il tutto per sei settimane, dal 1′ maggio al 30 ottobre prossimi, con una previsione di 2 milioni di visitatori per il solo Cluster Bio-Mediterraneo – oltre 20 per l’intera esposizione -.
Ieri – 15 dicembre ndr – sono scaduti i termini per presentare la manifestazione di interesse al Cluster Bio-mediterraneo, appello rivolto ad aziende, comuni, istituzioni scolastiche ed universitarie, ma anche a chef ed associazioni. Un migliaio, pare, le domande presentate. Tra queste Messina e la sua area metropolitana, con una trentina di comuni della provincia interessati a “mettersi in vetrina” al fianco del capoluogo in un’ unica area espositiva. Un percorso portato avanti in sordina dall’amministrazione comunale, grazie alla buona volontà di alcuni dipendenti comunali, sino alla nomina lo scorso 25 novembre di Antonio Le Donne, segretario comunale del Comune di Messina, già direttore generale, quale coordinatore delle attività previste per Expo 2015. Cui è seguita, a distanza di pochi giorni, la nomina del 21esimo esperto a titolo gratuito «per la consulenza nella programmazione, la promozione e la valorizzazione delle potenzialità di sviluppo turistico del territorio comunale». Filippo Grasso, professore associato di statistica economica con un lungo curriculum a corredo, si è ufficialmente insediato il 3 dicembre scorso, ma ha seguito da vicino le attività sin qui portate avanti nel solco di Expo 2015. Che non sarà gratuita: in caso di selezione, un contributo di adesione di 7.500 euro è richiesto dalla Regione.
«Sono già stati avviati incontri sul territorio provinciale – racconta il prof. Grasso -, portati avanti da alcuni dipendenti di Palazzo Zanca che fanno parte del gruppo di lavoro con sede al Palacultura. Una trentina sono i comuni che hanno già manifestato il proprio interesse ad intraprendere questo percorso con noi. In particolare, come area metropolitana di Messina avremo a disposizione un’area per un’intera settimana. L’aspetto più importante, in termini di prospettiva futura, è comunque l’inizio di una collaborazione che vada oltre il 31 ottobre e miri a consolidare l’idea di “area metropolitana” per la progettazione di percorsi di sviluppo condivisi».
L’Expo non sarà soltanto una “fiera del cibo”, ma una vera e propria vetrina internazionale per il belpaese. «Fondamentale cominciare a pianificare una offerta turistica coordinata e specifica – continua l’esperto – , in modo da riuscire ad attrarre importanti flussi turistici internazionali, ma anche valorizzare le presenze crocieristiche dello scalo messinese. La competitività su scala globale è molto forte, ma la partecpazione ad Expo non è soltanto una semplice vetrina. Consentirebbe infatti di interloquire in modo credibile con i grandi buyers internazionali. Una vera e propria attività di promozione non solo delle produzioni agricole, ma del territorio a 360 gradi. Offrendo un prodotto ancor più appetibile grazie alla diversità, come punto di forza».
E mentre il Cesv (Centro Servizi di Volontariato) cerca volontari da inviare a Milano, chissà che la proiezione della Vara in diretta inter-nazionale su un maxischermo, accompagnata da un bicchiere del corposo vino Faro DOC o il profumo del limone interdonato, non invogli qualcuno a prenotare un volo. Certo, poi il fortunato turista, magari straniero, dovrebbe anche capire come arrivare in riva allo Stretto, considerate le ben note carenze infrastrutturali del territorio. O trovare un alloggio con buon rapporto qualità-prezzo, considerate le carenze dell’offerta ricettiva in città. L’ironia è facile, ma questa è un’altra storia, in attesa delle graduatorie del bando della Regione.
Alba Marino