Milano al Pride organizzato per i diritti di tutti ha contato più di 100.000 presenze. Migliaia di persone si sono vestite con i colori della diversità e hanno partecipato ad un corteo pieno di sorrisi e musica, che dalla Stazione Centrale si è protratto fino a Porta Venezia, per dire NO all’odio omofobico, razzista e fascistoide; per dire Sì all’allargamento dei diritti.
Tante le famiglie omogenitoriali presenti, tanti gli adolescenti accompagnati dei propri genitori, tante le coppie omosessuali, tante le famiglie “tradizionali”.
Nessun eccesso, se non qualche eccezione; neanche troppi tatuaggi, ad essere onesti; neanche atti osceni in luoghi pubblici e nessuno approcciava nessuno.
Una manifestazione irriverente, fatta di sorrisi e storie.
Riccardo, studente bocconiano, 33 anni e Carlo, barista, 39 anni: “Stiamo insieme da 5 anni, vorremmo sposarci e vorremmo farlo in Italia”.
“Elisa e Nadia, per sempre! Fatevene una ragione”.
Tra le tante storie d’amore che quel giorno mano nella mano andavano incontro a un diritto, la realizzazione di un sogno, c’erano loro: le famiglie omogenitoriali. Donne e uomini che il loro sogno lo avevano già realizzato.
Anna e Marta, 39 e 41 anni, impiegate. Due gemelle Yasmine e Alessia, 2 anni.
“Sono state la nostra gioia e un desiderio realizzato”.
Cosa vi spaventa per il loro futuro?
“Oltre alle preoccupazioni che accomunano tutti i genitori in questo momento di grande crisi economica e di valori, si aggiungono le preoccupazioni di un mondo che a volte può essere davvero cattivo. Le nostre bimbe sono cresciute con noi e abbiamo sempre cercato di non fargli mancare nulla, soprattutto amore; donandogli la nostra visione del mondo. Ma ciò che più ci preoccupa è ciò che c’è fuori. Un universo pronto, ma solo in parte, a sentirsi dire e riscoprire che il concetto di normalità ha tante facce”.
Tra un po’ le vostre bimbe andranno all’asilo. Ciò che potrebbero dire gli altri bambini vi preoccupa?
“Provvederemo ad iscriverle in una scuola privata e cercare di tutelarle il più possibile. Sì, ci preoccupa. Ma sappiamo che l’amore e le certezze che siamo riusciti a trasferirgli saranno più forti di qualunque pregiudizio”.
Carlo 45, impiegato, Alan 48, imprenditore. Un maschietto, Giorgio 4 anni.
Carlo: “Sto insieme al mio compagno da 15 anni. Giorgio è stato il cuore al nostro amore. Facciamo i papà a tempo pieno e ci alterniamo a lavoro per evitare che sia una babysitter a prendersi cura di lui. Ci ha già presentato la prima fidanzatina e siamo certi che da grande sarà un vero rubacuori. A scuola non ha avuto nessun problema di inserimento e tutte le bimbe e le maestre sono innamorate del nostro ometto. Basta guardarlo per intravedere il suo carattere, forte e determinato. No! Non ci preoccupa il suo futuro. Noi saremo sempre dietro di lui per evitare le cadute, ma andrà a modo suo”.
Annalisa 33, segretaria. Veronica 45, manager
Annalisa: “Ho conosciuto Veronica durante la mia prima gravidanza. Il papà di Teo ha deciso che non era pronto per fare il genitore ed è andato. Ho conosciuto lei, brillante, di successo, con una grande capacità di comunicare. Me ne sono innamorata. Oggi Teo ha 6 anni, Veronica è nella sua vita da sempre e come me la ama alla follia”.
Luigi 41, assicuratore. Giacomo 48, agente immobiliare
Luigi: “Ero spostato 1 bimbo e un altro in arrivo, ho conosciuto Giacomo e ci siamo innamorati. Esplicitare la mia omosessualità mi ha reso un uomo migliore. Nelle relazioni con parenti, amici riesco ad essere più aperto è come se liberarmi della maschera della normalità avesse fatto nascere in me un uomo nuovo. Mi sento finalmente me stesso e posso dire di essere felice. Mia moglie l’ha presa male, ma poi ha capito. Oggi siamo una famiglia allargata”.
Angela, 38: “Fino all’età di 30 anni la mia vita è stata una come tante, con le mie storie etero importanti. Ma mancava sempre qualcosa. Poi ho incontrato lei, Anita, 40 anni. È come se tutto ciò che ho sempre ricercato si fosse materializzato in un nome. Sono al terzo mese di gravidanza. Secondo tentativo. E superate le paure iniziali, adesso siamo pronte. Mi guardo intorno e ciò che vedo sono solo bimbi felici. Nessun nucleo a due è perfetto e non lo siamo neanche noi. Ma la nostra scelta di famiglia è ponderata, pensata e sicura. Siamo certe, siamo pronte”.
Cinzia 45, impiegata. Giorgia 35, disoccupata.
Cinzia: “Quando Giorgia è arrivata nella mia vita avevo divorziato da circa un anno. Ho una figlia 16 anni. Mia figlia è stata la mia forza. Ha capito del forte legame che mi univa alla mia compagna ancora prima di me. Ha spazzato via le mie paure con una semplice frase. Non dimenticherò mai quel giorno: Mamma, se tu sei felice io lo sono con te. Se tu non stai bene, io sto male con te.
Oggi, mia figlia e Giorgia hanno un bellissimo rapporto”.
Storie felici, di genitori felici e figli felici. Preoccupazioni normali, preoccupazioni per un futuro incerto. Famiglie fuori dal comune sentire, famiglie che non sono certo quelle del mulino bianco, ma chi lo è? Esiste davvero quella utopica famiglia tradizionale? Che cosa rende una famiglia degna di tale nome, se non l’amore che ne accomuna i componenti e la certezza che nonostante le avversità ci sarà sempre un porto sicuro dove approdare?
@LS