Femminicidio: l’Italia ratifica la Convenzione di Istanbul

Nel giorno in cui a Montecitorio si avvia l’esame della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, la Presidente della Camera ha voluto ricordare in aula Fabiana Luzzi. In Parlamento scrani pressoché vuoti per via della settimana corta dei deputati, di rientro abitualmente a Roma solo il martedì. La ratifica di una Convenzione storica sembra non fare l’eccezione.

L’aula di Montecitorio è platealmente vuota mentre si discute della ratifica della Convenzione di Istanbul, documento del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. Proprio oggi, 27 maggio, l’Italia sancisce una tappa importante per i diritti e la tutela del soggetto debole per definizione di forze e contro il femminicidio ma davanti ad un dibattito formale di ratifica fa specie l’assenza degli interessati, di coloro chiamati a legiferare e quindi a presiedere al tuolo di parlamentari. 

Oggi in effetti, fanno notare i più arditi osservatori, molti parlamentari erano assenti giustificati arrivando a Roma solo nella giornata di domani, peccato che oggi alla Camera si discuteva della ratifica di una della Convenzioni che fanno la storia sulle prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne.

A prenderne atto è proprio la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini dopo l’intervento della relatrice Mara Carfagna. La Boldrini non trattiene un moto di stizza per l’aula deserta. “Mi congratulo per la sua dettagliata relazione, ma dispiace vedere un’aula così vuota. Noi comunque continuiamo con il nostro impegno e i nostri lavori”.

I casi di femminicidio non si contano più. E proprio mentre la politica sembrava volersi occupare della vicenda e ratificare la Convenzione di Istanbul, assistiamo all’assenteismo dei parlamentari. Tuttavia, non è meno impegnata la presidente Boldrini, quando parlando del dibattito di oggi, ha ricordato come l’aula fosse finalmente la “casa della buona politica” nel momento in cui la ministra Josefa Idem è arrivata a organizzare, pochi giorni fa, il primo Audit nazionale sulla violenza di genere perché “le istituzioni devono saper ascoltare”.

“Intendo costituire un’osservatorio nazionale sulla violenza di genere e sullo stalking”. Lo ha detto il ministro delle pari opportunita’ , riferendo alla Camera. “Disponiamo di tanti dati – sottolinea la Idem – ma e’ necessario organizzarli meglio” In Italia questo significa tra l’altro cominciare ad agire contro numeri impressionanti: secondo l’Istat sono 124 le donne uccise nel 2012. Visto da chi si batte perché finalmente si muovano passi concreti anche contro il dilagante fenomeno del femminicidio, dunque, si tratta del primo segnale importante che questo parlamento si muove in una direzione nuova.

La violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. È questo l’aspetto più innovativo sancito dalla Convenzione. Nel testo sono presi in considerazione tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata.

La Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica (aperta alla firma l’11 maggio 2011 e poi siglata nello scorso settembre a Strasburgo), è infatti il trattato internazionale di portata più ampia che ci sia per affrontare il fenomeno della violenza contro le donne. “Attenzione: il femminicido non è un’inspiegabile emergenza ma un fenomeno radicato, pervasivo e strutturale, che ha bisogno di essere letto e considerato come tale”, sottolinea la deputata del Pd Roberta Agostini, convinta che non si potesse aspettare oltre. Quello della camera, ricorda la responsabile delle democratiche, “dove quasi tutti i gruppi parlamentari hanno dimostrato di voler arrivare all’immediata approvazione della Convenzione di Istanbul, accogliendo la proposta di Federica Mogherini, è un ottimo segnale. Si è messo così in evidenza che dare una risposta alla violenza contro le donne è una priorità del nuovo parlamento”, spiega. “Le istituzioni e la politica – ha dichiarato la responsabile donne dei dem – devono e possono dimostrare di voler combattere con tutte le energie possibili un fenomeno drammatico e pervasivo”.

A fare da eco al centrosinistra le parole dell’ex Ministro alle pari Opportunità Mara Carfagna. “La legislatura e’ partita bene, nel segno di un impegno concreto e trasversale a favore delle donne, per la loro sicurezza. Questo inizio fa ben sperare per il futuro, che la collaborazione tra i principali partiti possa essere utile ad affrontare con serieta’ una volta per tutte la questione femminile, lasciando fuori dal dibattito ideologismi e diffidenze”. Cosi’ la Carfagna, portavoce dei deputati Pdl, in una nota.

“La Cisl ritiene che il fenomeno della violenza sulle donne ha raggiunto ormai livelli inaccettabili ed e’ opportuno affrontarlo in tutta la sua complessità, vastità e trasversalità. La violenza ha molte identità, assume forme e modalità diverse rispetto ad ambiti e settori, riguarda tutti i ceti sociali, donne impiegate, disoccupate e inoccupate, minori, giovani, anziane, italiane e immigrate, negando diritti umani fondamentali e non garantendo le parità e le pari opportunità”. E’ quanto sostiene in una nota Liliana Ocmin, Segretario Confederale Cisl a proposito dell’incontro di oggi promosso dal ministro per le Pari Opportunita’ Josefa Idem, sul tema del femminicidio.

Prima dell’inizio dell’esame della convenzione la Boldrini ha ricordato Fabiana Luzzi, l’ultima giovanissima vittima di questo fenomeno: bruciata per gelosia a 16 anni da un ragazzo di 17. Tra gli obiettivi principali della Convenzione ci sono: la prevenzione della violenza contro le donne, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. La Convenzione mira inoltre a promuovere l’eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Per l’approvazione definitiva alla Camera è prevista la diretta tv.