“Fondamentale punire i colpevoli”: parola di Veronica

Un messaggio “forte, che pone l’accento sul carnefice più che sulla vittima“; uno spot che potrebbe essere criticato a causa dei suoi interpreti e, forse, dei suoi interpreti; la Sicilia come splendido scenario del tutto. Questo “tutto” è Fragile Vita, lo spot promosso dall’Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada, girato in quel di Capo d’Orlando nei giorni scorsi.

Dietro la macchina da presa Salvatore Arimatea; attori per l’occasione, invece, alcuni partecipanti dell’ultima edizione del Grande Fratello, non certo ragazzi che, perlomeno nell’immaginario collettivo, ritieni adatti a far passare un messaggio così delicato. Eppure, dopo qualche timore iniziale (specie da parte di Giuseppina Mastrojeni, presidentessa dell’associazione, che nel ’97 perse la figlia appena diciassettenne in un violentissimo incidente stradale causato da un ubriaco che andava a 130 all’ora), tutto è andato in discesa, e il lavoro finale li ha lasciati soddisfatti. O almeno così la pensa Veronica Ciardi, una degli ex-gieffini che ha prestato (insieme a George Leonard, Carmela Gualtieri e Carmen Andolina e Domenico Orlando) il volto per questa campagna di sensibilizzazione.

All’inizio la presidentessa dell’associazione era molto titubante sulla nostra partecipazione; non la biasimo, io stessa mi sono chiesta perché avessero scelto proprio noi! Poi ho capito perché la scelta fosse caduta su di noi; provo a spiegartelo: se George Leonard fa una serata in discoteca porta tante persone che pongono la loro attenzione su di lui. Ecco, in questo caso noi possiamo ‘sfruttare’ la nostra celebrità per attirare l’attenzione del pubblico su questo problema“.

Cosa pensi dello spot in sé?

È forte, fortissimo; la vicenda personale della presidentessa credo abbia pesato in questa scelta. Chi causa l’incidente viene fatto passare giustamente per quello che è, cioè un criminale; al centro della scena non c’è la vita spezzata in sé, si si colpevolizza il carnefice per far capire che -nonostante il sistema giudiziario in Italia abbia qualche problema da questo punto di vista- chi causa l’incidente è un criminale. E deve pagare per questo“.

Come ti sei sentita una volta entrata nel clima?

È stata un’esperienza particolare, con persone adorabili. Sono contenta di aver partecipato, ho sposato questa causa con orgoglio e felicità; dopotutto se vado a una serata percepisco soldi, ma in questo modo so che quello che faccio può essere utile“.

Hai qualche esperienza personale con gli incidenti stradali?

Sì, al giorno d’oggi è agghiacciante da dire, ma purtroppo un po’ tutti, chi più chi meno, ne abbiamo. Nell’ultimo anno quattro miei amici sono stati coinvolti. E uno di questi è anche accusato di omicidio colposo, perché guidava in stato d’ebbrezza, e a causa di quello che è successo ha anche perso quasi totalmente l’uso del suo corpo -e totalmente quello del suo cervello. Ecco, per farti un esempio, anche se non si fosse fatto niente di particolarmente grave difficilmente sarebbe finito in carcere; in Italia è la prassi, funziona così… E ci sono tante, troppe storie simili“.

 

Ha spezzato una vita, ha compiuto un crimine” recita quasi spietatamente lo spot, che presto andrà in onda a livello nazionale: forse un messaggio fuori dai normali schemi, dalla semplice evocazione del dolore causata dalle immagini di persone decedute per colpa di qualche folle sprovveduto può essere più utile per evitare di dover fare una macabra conta di vittime al termine di ogni weekend.