Una passeggiata fotografica, a piedi, per le strade di Roma. Un percorso di immagini attraverso gli assi viari principali della capitale: le metropolitane e i tram. A piedi, seguendone semplicemente le rotte. Era il 21 aprile del 2015 quando il “Roma coast to coast”, il progetto fotografico di Alessio Trerotoli, ebbe inizio con la linea A della metropolitana, da Battistini ad Anagnina. Da un capo all’altro. Il 5 aprile 2016, toccò alla linea B/B1: i 21 km da Rebibbia (Roma nord-est) a Laurentina (Roma sud), passando per Colosseo, Garbatella, Tiburtina e la stazione Termini.
Il 21 marzo scorso è iniziata la terza tappa di questo viaggio, quella nell’arteria di ferro che attraversa Roma: le 44 fermate della linea tramviaria del 19, la più lunga della città. Da sud-est a nord-ovest, da Centocelle al Vaticano, attraverso il Pigneto, San Lorenzo, Coppedè, i Parioli, Prati incrociando nel proprio cammino le tante anime della capitale, da quella sacra a quella popolare, da quella borghese a quella multietnica e turistica. Una Roma da camminare, da scoprire e da fotografare.
Ne abbiamo parlato con il fotografo Alessio Trerotoli.
Da dove nasce l’idea di Roma Coast to coast?
Ho sempre amato la fotografia di strada e due anni fa ho cominciato a pensare ad un progetto per raccontare alcuni aspetti di Roma, la mia città. In questi anni il mio progetto fotografico principale, “Urban Melodies”, riguarda una serie di rappresentazioni astratte di panorami urbani, quindi con il nuovo progetto volevo fare qualcosa di completamente differente, non astratto o spiccatamente artistico, ma qualcosa di più genuino, in un certo senso qualcosa di più reale. Poi una sera sono andato al cinema a vedere il film “Wild”, la storia vera di una ragazza che ha percorso gli Stati Uniti a piedi, e all’uscita dalla sala ho pensato che avrei dovuto camminare da un capo all’altro della mia città. Così ho capito che la storia che volevo raccontare sarebbe stata più forte se avesse seguito percorsi già noti come quelli che poi ho fatto.
Che città è Roma? Come la descriveresti con uno scatto? E con un aggettivo?
Molto difficile inquadrare Roma in un aggettivo. Roma è una e mille città, è affascinante, ammaliante ma al tempo stesso è una città complicata. È una città che può farti esplodere i nervi e un minuto dopo farsi perdonare con la vista di uno scorcio, di un tramonto. Se proprio dovessi sforzarmi di trovare un aggettivo, allora direi che Roma è bella e, come per tutte le cose belle, bisogna averne cura, perché la bellezza non va sbandierata, va coltivata, accarezzata, mantenuta.
Hai scelto di affrontare il tuo viaggio a piedi. Roma è una città vivibile ‘a piedi’?
Io devo dire che amo girare Roma a piedi. Al di là degli appuntamenti annuali con il “Coast to Coast”, amo molto perdermi in grandi camminate. Talvolta preferisco camminare un paio di chilometri in più per raggiungere magari una fermata della metro e guardare tutto ciò che c’è di bello intorno. Sempre meglio questo piuttosto che aspettare l’autobus ingannando il tempo con lo smartphone in mano. Penso che tutti dovrebbero prendere l’abitudine di camminare per qualche chilometro in una parte di Roma che conoscono meno e godere dei tesori che si possono incontrare sul cammino. Noi abbiamo la fortuna di poter camminare in una città che ha capolavori artistici ad ogni angolo, oltre che un clima quasi sempre piacevole, dovremmo approfittare un po’ di più di questa fortuna invece di perdere magari mezzora a cercare un parcheggio.
Sin dalla prima spedizione è possibile seguire il tuo peregrinare attraverso i social. Che tipo di riscontro hai avuto dagli utenti della rete?
Le persone che mi hanno seguito si sono sentite meravigliosamente coinvolte in questo progetto e la cosa mi è piaciuta moltissimo, perché sentivo che stavo facendo qualcosa non solo per me, ma per più persone. Ho amato leggere il loro incitamento, i loro consigli, i loro commenti. Anzi, devo dire che il secondo Roma Coast to Coast (quello della Linea B) è nato grazie alla grande richiesta delle persone che hanno amato il primo percorso, mi hanno praticamente “obbligato” a farlo.
Durante il tuo peregrinare per la città ne hai avrai visto gli angoli più nascosti. Un aspetto di Roma che ti ha particolarmente colpito?
Sono rimasto molto colpito da alcune zone di Roma in cui non avevo mai messo piede: ricordo di essermi quasi perso mentre cercavo la stazione “Quintiliani”, che mi ha fatto pensare ad uno scenario da western urbano, in un silenzio irreale a poche centinaia di metri dal caos della Tiburtina. Sono rimasto poi molto colpito dalla bellezza di alcuni palazzi vicino alla stazione Jonio della B1, un’altra parte della città che non avevo mai conosciuto. Roma è un universo ricco di sfumature e, proprio nel momento in cui pensi di conoscerlo, ecco che ti sorprende con qualcosa di totalmente nuovo.
Qual è la prossima avventura in programma?
Forse è un po’ presto per parlarne: sono molto concentrato nel trasformare questo progetto in qualcosa di più fruibile al pubblico, come un’esposizione oppure un libro fotografico, che è un po’ il mio sogno. Non so se in futuro ci saranno nuovi “Coast to Coast”, è una cosa che probabilmente deciderò più avanti. Di sicuro mi piacerebbe molto portare questo progetto in altre capitali europee, come ad esempio Parigi o Berlino, ma in questo momento non ci sto ancora pensando.