Suspance e intrighi, erotismo e criminalità: questi gli elementi del nuovo, promettente romanzo di Riccardo Arena, “Anche oggi non mi ha sparato nessuno”, scritto per le edizioni Leima. L’autore, affiancato dal Magistrato Maurizio De Lucia e dalla scrittrice Valentina Gebbia, ha presentato l’ultima delle sue fatiche letterarie Mercoledì 15 Aprile, presso la Real Fonderia Alla Cala, a Palermo. All’evento ha presenziato anche il noto giornalista investigativo Lirio Abbate, che ha partecipato alla presentazione con domande pungenti ed acute considerazioni.
La vicenda ha per protagonista un ufficiale dei carabinieri, personaggio a tutto tondo e di indubbio spessore, che abbandona il suo ritiro da Cincinnato per seguire le indagini sull’evasione di Cataldo Orchi, noto esponente della criminalità organizzata. Secondo Maschio, questo il nome dell’ufficiale, dà inizio ad un’avvincente caccia all’uomo, che condurrà al disvelamento di inquietanti e scomode verità.
L’autore presenta, con sarcasmo e studiata leggerezza, realtà paradossali e distopiche, eventi a prima vista insensati, dietro cui si cela un paralizzante ritratto della condizione attuale. Giornalisti e geni del crimine, donne avvenenti ed impavidi giustizieri popolano il romanzo, intrecciano i loro destini in circostanze solo apparentemente impensabili. “La trama – afferma Arena, durante la presentazione – è senza dubbio surreale. Al suo interno, tuttavia, sono rintracciabili episodi drammaticamente veri”. Si tratta di dolorose vicende che vedono un popolo, quello siciliano, asservito ad una mafia spietata, priva di ogni remora o scrupolo. L’autore, narrando il dolore di chi si è visto costretto a cedere dinnanzi a crudeltà di ogni genere, invita i lettori ad alzare il capo, a mantenere un atteggiamento quanto mai determinato e combattivo.
Nonostante l’intera narrazione sia pervasa da una sottile ma inconfondibile ironia, è impossibile non cogliere l’amarezza che si cela dietro ciascuno degli eventi narrati. “Come non essere afflitti del resto, dinnanzi ad un governo che si occupa unicamente della sua immagine, lasciando il popolo deluso ed eternamente insoddisfatto?” si chiede adirato l’autore, rivolgendosi ad un pubblico attento e partecipe. “Come si può – procede poi, con toni sempre più accesi – rimanere indifferenti di fronte ai sempre più frequenti patti fra Stato e antistato, accordi tacitamente accettati dall’intera nazione?” Le parole di Arena, vibranti e incisive, testimoniano lo sdegno e la rabbia di chi non è più disposto ad accettare passivamente il sempiterno connubio fra criminalità e quotidianità, di chi desidera combattere affinché il potere della malavita venga messo in discussione, una volta per tutte.
Lirio Abbate, da anni impegnato nella lotta alla mafia siciliana, considera opere come quelle di Riccardo Arena irrinunciabili strumenti di divulgazione. “La narrativa è talvolta più efficace di un articolo di cronaca – ci dice sorridendo – Nei romanzi vengono spesso raccontati eventi noti, seppur non supportati da fonti documentarie, quindi non giornalisticamente narrabili”. Il giornalista crede fortemente che l’impegno da parte di scrittori e reporter sia indispensabile per mettere a tacere la criminalità organizzata, o quantomeno per demolirne le fondamenta. “La lotta alla mafia oggigiorno è una questione culturale: la gente deve imparare a riconoscerne i connotati ed in questo le campagne informative hanno un ruolo centrale.” È dunque indubbio che una maggiore conoscenza della criminalità organizzata, dei suoi molteplici volti e delle sue impensabili ramificazioni sia indispensabile per un suo definitivo annientamento. “Le intimidazioni, le pressioni di cui sono stato vittima – afferma Abbate con convinzione – sono la testimonianza che ciò che scrivo infastidisce la mafia, ed è proprio questo lo scopo che desideravo raggiungere”.
Affidarsi a simili personalità, di indiscusso coraggio e di nobili ideali, non è sufficiente: è necessario acquisire una nuova consapevolezza, volgere il proprio sguardo al di là delle apparenze con determinazione, audacia, temerarietà. Riccardo Arena e Lirio Abbate si sono serviti e si serviranno ancora di un’arma temuta da secoli: la stampa. I loro racconti, siano essi resoconti cronachistici o trasposizioni romanzate della quotidianità, devono dunque spingere non unicamente alla riflessione, bensì all’azione, ad un concreto impegno nel miglioramento di una realtà tristemente nota, ma mai abbastanza combattuta.
E’ possibile acquistare il libro anche su internet sul sito della casa editrice all’indirizzo: edizionileima.it/catalogo/anche_oggi.html