Non solo politica. Il G7, in programma a Taormina il 26 e 27 maggio prossimi, porterà con sé due grandi eventi culturali che, nei giorni scorsi, sono stati ufficialmente presentati nel corso di una conferenza stampa svoltasi nell’aula consiliare di Palazzo dei Giurati, sede del comune. A fare gli onori di casa il sindaco di Taormina, Eligio Giardina, ed il suo vice, Mario D’Agostino. Presenti anche l’art promoter Gianni Filippini, il promoter Giuseppe Rapisarda ed il curatore Nicola Barbatelli, grazie ai quali, durante il G7, si svolgerà l’esposizione della Tavola Lucana.
Il famoso pannello, che giungerà nella Perla dello Jonio il prossimo 24 maggio, appositamente per il vertice dei sette grandi della terra, raffigura l’autoritratto di uno dei più grandi geni dell’umanità. “Dopo le grandi mostre a Catania di Picasso, Artisti di Sicilia e Chagall – afferma Filippini – diamo il nostro contributo con grande generosità ed in modo totalmente gratuito, portando la Tavola Lucana di Leonardo Da Vinci. Credo che questo sia un palcoscenico culturale straordinario da cui lanciare la città di Taormina”.
Sicuramente questa è una delle opere più rappresentative del vasto panorama culturale italiano. Il dipinto è stato rinvenuto da Nicola Barbatelli nell’ambito di una raccolta privata salernitana, nel dicembre del 2008. Dopo un approfondito studio, condotto da sei università campane, è stata riconosciuta la collocazione storica a cavallo tra il Quattro e Cinquecento. La Tavola Lucana è stata indagata dal Reparto di Dattiloscopia Preventiva dell’Arma dei Carabinieri e dell’università di Chieti che, oltre allo studio morfologico, hanno condotto una speciale indagine sul riconoscimento di impronte digitali; tale ricerca ha permesso di rintracciare nel film pittorico tre impronte di cui una è risultata essere compatibile con l’unica impronta digitale del maestro di Vinci, recuperata nelle ombreggiature dei grani di ebano della collana della Dama con l’Ermellino, il celebre capolavoro di Leonardo, oggi esposto a Cracovia, in Polonia.
L’elemento più prezioso del ritratto Lucano, che sarà esposto a Taormina nella cripta dell’ex chiesa del Carmine, è rappresentato senza dubbio dalla soluzione del problema sull’aspetto fisico di Leonardo che, nonostante le più antiche indicazioni, risulta ancora oggi un problema aperto. Dopo circa cinque secoli, col recupero di questo dipinto, si è finalmente ricostruito il volto del genio che nulla sembrerebbe a che fare col celebre Ritratto di Vecchio della Biblioteca Reale di Torino. “E’ questa una occasione straordinaria – afferma Nicola Barbatelli – per riportare alle glorie del pubblico questa immagine di Leonardo che tanto ha fatto discutere gli storici dell’arte e gli studiosi proprio per la complessità che questo dipinto esprime, per il problema sull’iconografia, sulla più antica provenienza, sulla problematica del restauro e soprattutto sulla vicenda del suo concepimento.
Questo è ancora articolato come concetto. Non sappiamo ancora se questa commissione intorno al 1507 possa essere l’unico indizio utile per poter immaginare la realizzazione di questo quadro. Poi ci sono tutta una serie di altre tematiche – conclude Barbatelli – che sono legate alla realizzazione di questa temperina grassa, come è stata realizzata, con quale criterio, con quale sistema. A noi diverte anche il fatto che si possa raccontare al grande pubblico una ricerca straordinaria che è stata portata avanti dalle sei università della Campania per quanto riguarda la collocazione storica di questo quadro e soprattutto per rappresentare tutto quello che di prezioso si può sviluppare su un bene culturale”.
In sede di conferenza stampa era presente anche il curatore della mostra “Il Futurismo sopravvenuto”, Giuseppe Stagnitta, che si svolgerà nell’ex chiesa del Carmine dall’11 marzo al 14 giugno. Un evento internazionale che metterà in mostra le opere degli artisti di spicco del Futurismo italiano. Hanno collaborato anche Giancarlo Carpi e Serena Dell’Aira. “La mostra contiene 70 opere uniche – spiega Stagnitta – che girano intorno a quello che è il complesso plastico di Balla che è l’opera Futurista più importante, un’opera del 1914 in cui i futuristi scrissero il manifesto Futurista della pittura nel 1915.
Ci saranno anche degli eventi extra che coinvolgeranno sia la cucina Futurista, la musica Futurista con Daniele Lombardi che è un compositore che con la famiglia Russolo compone gli spartiti del musicista Futurista Russolo. Ci sarà anche la performance Futurista con Saccoccio, un’altra presentata da Maurizio Scudiero, del museo Mart di Rovereto, sulla vita di De Pero e la presentazione di un docu-film di Luca Verdone, figlio di Mario Verdone, sul Futurismo.
Verranno esposti manifesti, prime edizioni firmate del manifesto futurista di Marinetti”.
Emilia Mazzullo