Gay Pride, a Messina è come le buche da tappare

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Mancano tre mesi al
primo gay pride a Messina e la manifestazione si è già piazzata sul podio dei
grandi problemi della città assieme alle buche da tappare e agli alberi da
potare: qualcosa di cui lamentarsi, per cui indignarsi e soprattutto per cui
invocare l’urgente intervento del sindaco.

Il 15 giugno la città
vestirà, infatti, per la prima volta i colori arcobaleno, per celebrare e difendere i diritti di lesbiche, gay, bisessuali
e transgender e
sui social è via libera alle più
improbabili discussioni sul tema e agli ormai immancabili “io non sono
contro i gay – io non sono omofobo … MA…”. Chiunque si sente in dovere di
dire qualcosa. Alcune idee sono irripetibili, altre fanno sicuramente
discutere.

“Signor sindaco il 15 Giugno a Messina si terrà il gay pride…spero che lei si opporrà con tutte le sue forze a questo schifo…Messina è con lei … per favore impedisca tutto ciò”.

Questo il contenuto
della “segnalazione apparsa sulla pagina facebook, “Io lo segnalo al
sindaco De Luca lui risolverà per una Messina migliore”.

Partiamo dunque
dalla pagina in questione. Nell’impressum leggiamo che è una “pagina
dedicata a segnalazioni sullo stato delle strade messinesi, igiene pubblica, o
eventi da mettere in evidenza per una risoluzione. Cosa puoi segnalare? Buche, rifiuti,
problemi ai servizi e tanto altro!”

Se non si vuole
pensare che per Mr. X (il messaggio sulla
community è anonimo) il pride sia un problema d’igiene pubblica o sia da
“tappare” come le buche con una colata di asfalto, supponiamo che
secondo lui rientri nella categoria omnicomprensiva di “eventi da mettere
in evidenza per una risoluzione”.

Passiamo quindi ad
analizzare il messaggio che ha voluto diffondere.  “Il 15 Giugno a Messina si terrà il gay
pride”. Vero? Vero!  Mr. X ha finora
fornito un servizio informando i suoi concittadini dell’evento in questione.

“Spero che lei
(sindaco De Luca) si opporrà con tutte le sue forze a questo schifo”.  La speranza è l’ultima a morire si sa, ma è
un po’ come sperare di non esser mai nato, di certo anacronistico. Con “schifo”,
la persona in questione si riferisce ad una marcia
dell’orgoglio gay che mantiene in vita la memoria dei moti
di Stonewall
 del ’69, nascita
del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo. Un corteo che ha lo
scopo di rivendicare diritti umani, primi fra tutti quello all’orientamento
sessuale, all’identità, alla libertà di espressione. Pensare ai diritti come “schifo”
in passato (e ancora oggi) ha portato a regimi di terrore, persecuzioni, torture,ondate
di arresti
 e morti. Per rimanere più attuali e locali,
“schifo” è il pensiero del padre che stupra la figlia perché lesbica,
per “correggerla”. Stupro correttivo è la definizione per questo
crimine d’odio.

Se
anche il sindaco si opponesse con tutte le sue forze, inoltre, probabilmente
otterrebbe l’effetto opposto e Messina rischierebbe come minimo un’invasione di
glitter. Salvo che la proposta non sia quella di mandare tutti al confino a
Ustica o a Lampedusa a suon di “per il bene della razza al confino il
pederasta”. Ma ahimè anche quest’opzione è fuori dalla portata di Mr. X,
del sindaco e ancora una volta anacronistica.

“Messina
è con lei” – prosegue – ma nei 569 commenti che seguono, sembrerebbe che Mr.
X si sbagli di grosso. C’è una notevole rappresentanza di cittadini messinesi e
non solo che difende le ragioni del pride e si scontra con chi invece crede che
sia una manifestazione in cui si va in giro mezzi nudi – citiamo testualmente –
“col pisello pieno di glitter e il perizoma”.  Ammesso e concesso che questo fatto sia mai
accaduto, sì, esistono anche gli incontrollabili, gli eccessi, ma il pride è comunità,
bambini, famiglie, anziani, giovani, inclusione, liberazione del corpo e delle
idee…provocazione certo, ma finalizzata all’educazione al diritto. Riuscite
anche solo a immaginare cosa significa poter marciare liberamente e in maniera
pacifica per i propri diritti (e per quelli degli altri) dopo esser stati
perseguitati? Il valore che ha il diritto alla manifestazione della propria
identità? Quanto può essere impattante per tutti coloro che non si riconoscono
nelle “normali” categorie e vivono sentendosi “sbagliati”? Per
chi ha scoperto di avere il diritto a essere chi vuole essere e vuole gridarlo
al mondo? Quanta libertà viene fuori in un pride? Quanta dignità?

Scorrendo
i commenti c’è chi invita i gay a “comportarsi normalmente se vogliono
essere definiti normali”.  Forse si
riferisce all’andare a copulare come i normali a “piazza preservativo”,
o a quei “normali” che ormai non sfilano più per i loro diritti proprio
perché normalmente disoccupati, precari, yes man, con la munnezza sotto casa e
il commento facile sui social. “Sia mai – commenta qualcun altro – che si
tenga una manifestazione pacifica, pro diritti e contro nessuno che rischi di
turbare il quieto vivere di qualche benpensante”.

C’è
anche chi non ne capisce la necessità perché “è una pagliacciata inutile.
Sono stati accettati. Che cosa ci dovrebbero manifestare?” La diamo per
buona e immaginiamo dietro questo commento una mente ingenua e incantata che
vede tutto a colori (stile pride) e proviamo a fornire una spiegazione: in
questo caso è necessario per non dimenticare i tempi in cui per offender un
amico lo si chiamava “ricchione” (attuale eh?). Prendiamo poi la
questione che un diritto acquisito non è mai per sempre, va sempre tutelato,
che ci sono Paesi in cui non è possibile manifestare perché è reato, o essere
gay perchè è reato, ed ecco mille buone motivazioni per proseguire con la
“pagliacciata”.

Mr. X
conclude: “per favore impedisca tutto ciò!” Lo
immaginiamo contrito mentre si barrica 
in casa, con chiavistelli e barre a porte e finestre. E non ci sentiamo
di inveire ulteriormente. Scoprirà il 16 Giungo che la città non solo è sopravvissuta,
ma è anche più bella di prima. 

Ci rivogliamo dunque ai
gestori della community che per regolamento scrivono:

“Non è
consentito attaccare privati, aziende, commercianti o associazioni, è possibile
su accordo inserimento di post anonimi per rispettare la vostra privacy, basta
scriverlo sul corpo del messaggio.

Non insultare, utilizzare
termini non consoni al rispetto reciproco, non attaccare e non’trollare”. Ove
ci siano utenti che commentano solo ed esclusivamente per attaccare, insultare
vi chiediamo di segnalare, faremo le dovute verifiche per poi ove necessario
Bannare.”

Ma sono gli stessi che
hanno letto, copiato e inserito il messaggio in community. Che la pensino come Mr.
X? Che siano proprio loro Mr. X in cerca di like e visualizzazioni? Liberi di
farlo, ma attenzione a non esagerare tentando di ledere le libertà altrui.

Che la paura di tutti i
Mr. X che si nascondono dietro l’anonimato sia quella di vedere le strade colme
di gente che si è stufata di nascondersi e ha deciso di lottare?

Buon primo Pride
Messina!

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