Rompiamogli le corna
Messina Denaro non voleva toccati gli appalti perchè per lui era un buon business…Mi faceva capire che c’erano minacce serie nei confronti di Rostagno se io non intervenivo presso Bulgarella…Con Messina Denaro ci vedevamo in una casa di proprietà della figlia, quella sposata con Filippo Guttadauro, che sono certo era uomo d’onore, fratello di Guttadauro capo della famiglia mafiosa di Roccella, Peppino Guttadauro, il medico….Partecipai ad un incontro con Messina Denaro assieme a Balduccio di Maggio appartenente alla famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato, c’era anche Biagio Montalbano…Si parlò di Bulgarella …in quella occasione Messina Denaro nei confronti di Rostagno disse “gli rompiamo le corna”…dissi a Bulgarella il pericolo che correva non solo lui ma sopratutto il giornalista
Silenzio davanti alla moglie
I verbali di Siino sul delitto Rostagno risalgono a 17 anni addietro, “collaboravo da un mese” dice Siino….Immaginavo dopo gli incontri con Messina Denaro che Rostagno da un giorno all’altro avrebbe fatto una brutta fine…..Dissi a Bulgarella che la minaccia era seria tanto che gli dissi che veniva da una persona importante, non gli dissi che era Francesco Messina Denaro….subito dopo l’omicidio Rostagno ero a Roma con Brusca e Bulgarella e gli accennai la cosa e Bulgarella mi disse di non parlarne in presenza della moglie….”non ne parlare davanti a mia moglie perchè sennò siamo consumati”….
Un cane sciolto e la scupittazza vecchia
Bulgarella parlando con me mi disse che Rostagno era un cane sciolto…parlai con Bulgvarella tre o 4 mesi prima dell’omicidio….A Roma mi trovai con Bulgarella qualche tempo dopo forse settimane, un mese, e registrati la reazione di Puccio che mi diceva di non parlarne, mi disse “ci metti nei guai”, sua moglie era rimasta colpita dal fatto e giammai avrebbe approvato quel delitto…A Roma alloggiavo all’Ambasciatori, Bulgarella era al Carlton Regina di via Veneto…nello stesso c’era Giovanni Brusca che era con la figlia di Badalemti Giacomo che veniva dall’America….erano fidanzati non ufficialmente…Bulgarella si occupò di farlo alloggiare lì a Brusca…Brusca si arrabbiò molto quando seppe che io avevo parlato di questa circostanza…Del delitto Rostagno parlai con la famiglia mafiosa di Mazara con Ciccio Messina u muraturi e con Giovan Battista Agate, eravamo nella calcestruzzi Agate, a Mazara, dovevamo vederci per parlare di appalti, Battista Agate mi fece notare che qualunque cosa poteva essere fatta a qualsiasi persona che risultava dannosa agli interessi della famiglia, per Rostagno mi disse sa pi chissu cu fu, mi fece notare che era stata usata una scupitta vecchia, un vecchio fucile, che ero esploso, mi disse una scupittazza vecchia…>Questo me lo disse per calmarmi per farmi convinto che non era stata la mafia…tenevano tutti di calmarmi perchè ero agitato per quel delitto non perchè Rostagno mi faceva simpatia….
Un borghese in mezzo a tanti mafiosi
A me sembrava strano che per un delitto di tele rilevanza veniva usato un fucile vecchio…E però in quella occasione mentre Agate tendeva ad escludere colpe della mafia, Ciccio Messina fece un segno quasi a smentire Agate…Siino sull’atteggiamento di Agate spiega, “sempre un omicidio era per cui bisognava sempre stare attenti quando se ne parlava, io ero un borghese in mezzo a mafiosi di rango”. Per cui secondo questo ragionamento lui non poteva conoscere tutto e certamente non poteva apprendere responsabilità mafiose così nette…
Pranzo al Gourmands di Palermo
Bulgarella al Gourmands a Palermo mi presentò un giornalista credo toscano e Puccio mi disse che quello era il nuovo direttore di Rtc dopo la morte di Rostagno…..Quel giornalista fece cenno che il delitto Rostagno poteva essere maturato dentro Saman, Bulgarella si infastidì, io cercai di mostrare disinteresse al discorso….Bulgarella mi disse che ne pensavo di quel giornalista…non gli dissi nulla…Bulgarella mi fece conoscere Cardella ma io lo tenevo distante era un imbroglione, Cardella non aveva contatti con soggetti di mafia…Bulgarella mi disse che Cardella voleva fare un villaggio assieme a padre Eligio…era come se proponesse Cardella delle imbroglionerie, il villaggio doveva sorgere sull’isola di Formica, una ex tonnara….
Siino, pentito senza sconti
Mi sono pentito ma non ho avuto sconti di pena…anzi quando ho chiesto benefici durante la detenzione mi fu detto che non me ne spettavano perchè avevo parlato troppo nel processo Andreotti…Ilo pm Paci torna a fare domande sulla conoscenza con l’imputato Vito Mazzara al campo di tiro a volo di Palermo…Mazzara si annacava qualcuno mi chiese se volevo conoscerlo…questo avviene prima della chiusura del campo di tiro….anni ’80….il questore fece chiudere il campo perchè mal frequentato
Vito Mazzara s’annacava
Vito Mazzara non mi fu presentato ritualmente, me lo prsentò Alessandro San Vincenzo, poi lo incontrai alla Mont’Erice…non era una persona cui attribuibvo rilievo…la mont’Erice era una gara automobilistica alla quale avevo partecipato anche io….come ho detto prima Vito Mazzara era uno che si annacava…cioè uno che si dava delle arie…tipico delle persone ntise, cioè che si facevano sentire (affermazione per indicare boss mafioso)
Udienza sospesa
Riprende l’udienza
Bulgarello mi fa iri fora di testa
Il pm Del Bene prosegue l’interrogatorio di Siino con le ultime domande poi cominciano le domande delle parti civili. Per primo l’avv. Elio Esposito che chiede ulteriori spiegazioni sulle affermazioni di Agate a proposito del delitto Rostagno come fatto di corna. Io – risponde Siino – avevo sentito parlare Francesco Messina Denaro in modo violento contro Rostagno, per cui le spiegazioni di Agate non mi convincevano, mi preoccupai ascoltando Messina Denaro e non mi tranquillizzai quando ascoltai Agate, avevo notato che poi Agate e gli altri parlavano con difficoltà del fatto, e così per escludere ruoli a Cosa nostra mi dissero quel fatto dell’impiego del vecchio fucile…ma io avevo ascoltato Messina Denaro Francesco parlare in un certo modo….ricordo che dissero…doco u sannu, questioni di corna…come a volere chiudere il discorso….Messina Denaro non aveva simpatia per Bulgarella lo chiamava Bulgarello chissu mi fa iri fora di testa diceva sempre….e però lo faceva lavorare a Castelvetrano…mi autorizzò a lavorare con lui perchè gli avrei fatto versare più degli altri….
I cavalieri di Catania, Riina e Provenzano
Domande dell’avv. Carmelo Miceli. Messina Denaro pensava che Rostagno potesse dare fastidio al tema degli appalti pilotati, l’avv. Miceli chiede di Rendo, Costanzo, Graci: “li conoscevo, loro erano dentro orizzonti nazionali…sapevo che loro a Trapani avevano come riferimento Totò Minore negli anni ’80, primi anni ’80…..Messina Denaro Francesco non vedeva bene Vincenzo Virga perchè questo era molto amico di Provenzano, mentre Messina Denaro era vicinissimo a Riina….