6 anni e 8 mesi. E’ questa la pena che è stata comminata dopo sette ore di camera di consiglio, dalla Corte d’Appello di Messina , all’ex sindaco di Messina e già deputato nazionale Francantonio Genovese: una pena dimezzata rispetto agli 11 anni inflitti in primo grado.
La sentenza è stata emessa del Presidente Alfredo Sicuro e dai giudici a latere Arena e Blatti.
In una nota trionfalistica il legale di Genovese, Nino Favazzo, commenta favorevolmente la Sentenza: “In attesa del deposito della motivazione, il dato più evidente della sentenza, anche per le ricadute sul trattamento sanzionatorio, è la assoluzione di Francantonio Genovese da tutte le contestazioni per riciclaggio, che avevano fatto registrare in primo grado pene a dir poco severe.
Tra assoluzioni e prescrizioni, dunque, restano in piedi la associazione a base politico-familiare, due contestazioni per truffa e due per fatturazioni a fronte di prestazioni ritenute inesistenti, oltre alla tentata estorsione nei confronti di Ludovico Albert. Sono certo che, rispetto a ciascuna delle ipotesi per cui oggi è stata confermata la condanna, vi saranno ampi margini per poter fondatamente chiedere ed ottenere una ulteriore modifica nel giudizio di cassazione. Acquisito un importante risultato, insomma, ritengo la partita tutt’altro che chiusa”.
Non vi è dubbio che il dato più rilevante è l’assoluzione per il reato di riciclaggio. E cioè tutte quelle operazioni mirate a dare parvenza lecita a capitali la cui provenienza è in realtà illecita. E’ questa l’ipotesi di reato che la Procura di Messina ritiene che Genovese abbia commesso e poiché la possibilità di ricorrere in cassazione viene concessa anche al Pubblico Ministero la nota trionfalistica del legale di Genovese appare quantomeno frettolosa dato che avrebbe potuto attendere quantomeno le motivazioni.
Altra considerazione che in questa vicenda assume una sua rilevanza è l’applicabilità della prescrizione ai reati imputati a Genovese e ai suoi sodali. Dalla nota del legale appare poco probabile che gli imputati rinuncino al beneficio di vedersi estinguere il reato per il semplice passare del tempo (prescrizione per l’appunto)
Tralasciando le ipotesi già applicate in sentenza e per fare un esempio pratico, possiamo tentare di calcolare il tempo necessario per applicare la prescrizione ed estinguere così anche i restanti reati di truffa. In questo caso la legge prevede che la truffa si prescrive se entro 7 anni e mezzo non si arriva a sentenza definitiva, a questo periodo si deve aggiungere, secondo le nuove norme, 18 mesi di sospensione (del calcolo temporale) dalla motivazione della sentenza di primo grado e altri 18 mesi dopo la sentenza d’appello.
In altri termini e salvo errori di calcolo i reati di truffa si dovrebbero prescrivere trascorsi 10-12 anni dalla commissione del fatto e senza considerare l’ulteriore periodo dovuto a eventuali casi d’interruzione della prescrizione.
Un’ultima considerazione da fare è quella in merito al nuovo regime dalla prescrizione che dovrebbe entrare in vigore da gennaio 2020 e che prevede che la prescrizione s’interrompa dopo la sentenza di 1 ° grado. Secondo alcuni questo sarebbe l’unico modo per impedire l’estinzione dei reati per prescrizione dovuta ai tempi lunghi della giustizia italiana.
In ogni caso essa non sarà applicabile a Genovese.
“6 anni e 8 mesi e poco più di 5.000 euro di multa a Francantonio Genovese; 2 anni (pena sospesa) per Graziella Feliciotto; 3 anni e 4 mesi per Roberto Giunta; 3 anni e 2 mesi per il cognato di Genovese, l’ex deputato regionale del PD Franco Rinaldi, interdetto dai pubblici uffici per 5 anni (più di quanto deciso in primo grado); 2 anni e 6 mesi per Elio Sauta e Chiara Schirò; 3 anni e 9 mesi per Elena Schirò. Revocata la confisca nei confronti di Giovanna Schirò. Escono del tutto, perché prescritte tutte le accuse, l’ex segretaria di Genovese, Concetta Cannavò e Carmelo Favazzo. Esce perché assolta del tutto – per non aver commesso il fatto – Giovanna Schirò, cognata di Genovese. I giudici hanno poi annullato la condanna a risarcire la parte civile per Antonino Di Lorenzo, Domenico Fazio, Roberto Giunta, Liliana Imbesi e l’ex sindaco di San Piero Patti, e già componente della segreteria politica dell’on. Genovese che fu, Salvatore La Macchia, per i quali comunque sono confermate le condanne di primo grado (leggere in basso) Riduzioni di pena hanno registrato anche Grazia Feliciotto, Roberto Giunta, Elio Sauta e le sorelle Chiara ed Elena Schirò che sono le mogli, rispettivamente, di Genovese e Rinaldi.” (GLPress)
Pietro
Giunta