Gino Strada; medicina dal volto umano

Si arrabbia Gino Strada, si arrabbia con noi giornalisti per averlo accerchiato prima dell’inizio del  suo incontro con la città di Palermo. Si arrabbia (anche se poi si ammorbidisce e risponde alle nostre domande) perchè continuiamo a chiedergli dello scenario politico italiano, della sua candidatura a Capo dello Stato in quelle strane “primarie” del M5s che lo ha designato come possibile inquilino del Quirinale.

Lui non ci sta! “A me della politica non mi frega niente, mettetevelo in testa. specie di questa politica, che è servile! io faccio il chirurgo, di altro non mi interessa. Non voterò mai nessuno che non riesca a garantirmi che non porterà il mio paese in guerra”. Tuona contro i centri di “accoglienza” sempre più affollati in seguito alla fuga dai paesi come la Siria e concepiti da una classe politica gretta e meschina: “l’emergenza migranti in Italia è stata affrontata con una logica assolutamente razzista. Si sono fatti dei lager, dei campi di concentramento, dei centri di espulsione. E’ stato fatto tutto, tranne che accogliere queste persone”. Si indigna quando ricorda il dibattito “se si potevano espellere più migranti con la Turco-Napolitano o con la Bossi-Fini”, chiaro segno di una politica che non ha al centro un principio basilare per gli uomini come l’accoglienza, una politica dal volto umano. Ma il moto di ribellione – la voce vibra – lo ha quando gli chiediamo cosa pensa dell’imminente guerra siriana, voluta da un ex premio nobel per la pace, Barak Obama, pronto ad aprire il fuoco su un altro paese. Si arrabbia proprio: “ io in questa illegalità internazionale non mi ci riconosco” e il riferimento è agli organismi internazionali come l’Onu, le cui decisioni rimangono ai margini, un organismo internazionale ormai svuotato dal ruolo per cui è stato concepito. “Qualunque decisione presa fuori dall’Onu e dal Consiglio di Sicurezza si chiama aggressione militare verso un altro paese. Che è quello che hanno fatto in Afghanistan o in Irak.  A me piacerebbe vivere in un paese sovrano e invece viviamo in un paese servo”.

Sollecito Gino Strada, proprio perchè in Sicilia si sta ultimando il Muos in barba a qualunque principio costituzionale e internazionale; praticamente una porzione di territorio italiano ceduto agli americani per fini bellici. Stanno scritti, nero su bianco quei principi, sulla nostra Carta fondamentale e nella successiva Carta dei diritti fondamentali dell’uomo del 1948, che stimò di così alto spessore etico la nostra Costituzione, da richiamare al suo interno quegli stessi principi: “Perchè nessuno si chiede quanti basi italiane abbiamo in suolo americano? Se tu decidi di sbarcare in America ti prendono le impronte digitali, ti analizzano fin nel profondo e, invece, quando un americano decide di usare il suolo italiano per le sue sporche guerre noi gli diciamo “welcome!”; beh, questo ha un solo nome e si chiama servilismo. Ricordo ancora un servizio del tg1 che dichiarò che le nostre navi “sono al largo delle coste afgane”. Ma quando mai c’è stato il mare in Afghanistan? Questa è la percezione e la conoscenza che la nostra classe politica ha di paese contro cui ha mosso guerra.   Il nostro paese è stato portato in guerra da una classe politica che ha violato Costituzione e statuto dell’Onu; e questo è stato fatto sia dai governi di destra che da quelli di sinistra, in modo assolutamente bipartisan”. Si infervora davanti a una platea immensa, accalcata dentro la sala De Seta dei Cantieri Culturali di Palermo che straripa di persone venute per ascoltarlo: “io voglio vivere in un paese che bandisce la guerra” dice a un pubblico attento, che non fiata per non perdersi nemmeno una parola del suo intervento, le sue parole risuonano in un silenzio surreale.

Parla di diritti Gino Strada, parla di diritti elementari e ci ricorda il più semplice di tutti, quello nato dalle ceneri dell’ultimo conflitto mondiale: il diritto all’uguaglianza. Davvero un concetto calpestato, soprattutto negli ultimi anni, nel nostro paese. E ci parla di diritto all’uguaglianza, di una medicina dal volto umano, anche e soprattutto in campo sanitario, perchè chiunque in questo mondo possa accedere a cure sanitarie di assoluta eccellenza. Non cure di serie B, ma cure frutto delle più avanzate ricerche scientifiche, fatte dai migliori medici e con i mezzi migliori che la medicina mondiale è in grado di offrire. Pure in luoghi del mondo dimenticati da Dio e dagli uomini anzi, soprattutto in quelli dimenticati dagli uomini. Quegli uomini che ritengono normale che nei paesi sottosviluppati si debba curare, al massimo, una diarrea o una febbre perchè “tanto siamo in Africa”. Come fosse un favore, come una carità, come surplus che non ci costa né ci sposta niente, di cui possiamo tranquillamente privarci. Ma questa non si chiama carità: né cristiana né degli uomini. Questo si chiama egoismo. Camuffato, per giunta. Perchè l’altruismo, la generosità, il senso alto di umanità non significano privarci di qualcosa che ci avanza e che resterebbe altrimenti inutilizzato o, peggio, buttato via: l’altruismo è il condividere con altri esseri umani ciò che noi riteniamo fondamentale per noi stessi, per la nostra vita. Questo è ciò che Gino Strada ci ricorda e ci testimonia da anni con l’attività di Emergency. E anche se ti stupisci dei ringraziamenti che ti arrivano dalle tante persone comuni che incroci lungo le vie di questo sciagurato mondo, io lo stesso voglio ringraziarti, caro Gino, perchè ritieni normale tutto quello che hai fatto e fai che è, invece, straordinario. In questo sta la grandezza degli Uomini come te!

Grazie, perchè con la tua vita e le tue azioni dai speranza ai nostri giorni che un altro mondo davvero sia cosa possibile. E soprattutto grazie perchè sei la prova vivente che c’è ancora la capacità di essere Uomini