Giorgis. Detenuti vaccinati con stessi criteri di cittadini liberi

Il Governo per bocca del sottosegretario Giorgis fa intendere che i detenuti saranno vaccinati con gli stessi criteri dei cittadini liberi. 

Questa è una scelta a mio avviso sbagliata, non in linea con il principio del welfare rafforzato che guida le scelte di salute in ambiente penitenziario ( come hanno spiegato bene Mauro Palma e Liliana Segre) ma soprattutto pericolosa per la possibilità che venga bilanciata da altri provvedimenti di scarcerazione. Qui non si tratta di garantire parità formale di trattamento tra detenuti e liberi, ma di capire se è vero o meno che il virus si propaghi più facilmente in ambiente penitenziario. 

L’unica sua giustificazione potrebbe essere data da una valutazione del Governo che ritiene con certezza che ciò sia falso e che l’infezione sia gestibile  in ambiente penitenziario allo stesso modo di come si gestisce all’esterno. Ma se così fosse non si comprende perché continuino a favorirsi gli arresti con braccialetti per detenuti pericolosi proprio sul presupposto del pericolo di COVID-19. 

Se invece solo vi fosse il dubbio – visto che da più parti si continuano ad invocare ulteriori provvedimenti eccezionali e indulti – una scelta molto più razionale sarebbe quella di vaccinare tutti i reclusi presenti, e di vaccinare in ingresso i nuovi giunti e tenerli separati dalla restante popolazione detenuta fino a che il vaccino non abbia efficacia.

Se poi il problema è quello che potrebbe pensare l’opinione pubblica, credo che nessun cittadino preferisca  un indulto o una liberazione speciale ad una dose di vaccino somministrata con priorità. Basta spiegarlo.