Durante la sindacatura di Renato Accorinti molti esponenti politici del Consiglio Comunale di Messina hanno avuto la possibilità di assurgere alle cronache cittadine e raggiungere quella visibilità cittadina che difficilmente era stata una possibilità riconosciuta prima. Certo, molto possiamo attribuirlo alla scoperta dei social da parte dei Messinesi ma altrettanto ha contribuito quella sorta di finta ingenuità che Accorinti in questi quattro anni ha profuso a piene mani.
Un Consigliere Comunale che come pochi ha saputo cavalcare la tigre è stato Giuseppe Triscritta, in quota Forza Italia. Come dimenticare le sue conferenze stampa sulle spese di Accorinti o le sue dichiarazioni al vetriolo sulla prossima visita del Dalai Lama. Che Accorinti, andando in missione, si sia fatto rimborsare un’irrilevante somma di pochi euro ha colpito la fantasia dei Messinesi molto di più delle ben più rilevanti spese fatte dai suoi predecessori. Fantasia opportunamente amplificata dal consigliere Triscritta attraverso una memorabile conferenza stampa incentrata su caffè e cornetti. Che poi alle critiche più aspre rivolte al primo cittadino non sia seguita una coerente opposizione in Consiglio Comunale, si veda ad esempio l’appoggio incondizionato dato ai provvedimenti economici e di Bilancio della Giunta, rientra tra quella conosciuta come “dinamica d’aula”, che comporta maggioranze variabili tese a non far decadere l’amministrazione accorintiana e il Consiglio Comunale tutto.
Per questi motivi, quando il Consigliere Triscritta ha pensato di presentare la sua candidatura a prossimo Sindaco di Messina molti hanno pensato che si trattasse di una burla oppure di una provocazione. La stessa cosa deve aver pensato la collega di partito e Presidente del Consiglio Comunale Emilia Barile, la quale ha dichiarato: “pure essendo nello stesso partito, io il mio voto alle prossime elezioni comunali non lo darò a Triscritta. E’ come se un amministratore di condominio prende una decisione senza dire niente ai suoi condomini, come uno che si candida senza un programma condiviso con i suoi colleghi di partito oppure che non discute con i colleghi di partito la squadra dei prossimi Assessori”.
Davanti a questo scenario l’unico che poteva sciogliere ogni dubbio era proprio Giuseppe Triscritta. L’abbiamo intervistato tenendo a mente che un Consigliere Comunale con 15 anni d’esperienza sulle spalle difficilmente fa un passo come quello della candidatura a Sindaco di Messina senza un fine ben preciso.
La sua candidatura è stata una provocazione?
Mi è stata chiesta da una parte del Partito ed io ho accettato. Io faccio parte della componente degli ex AN che sono confluiti in F.I. , precisamente il riferimento Nazionale è l’ex Ministro Mattioli, in Sicilia sono gli On.li Regionali Salvo Pugliese, Santi Formica e Basilio Catenoso.
Lei è da 15 anni in consiglio Comunale, diventato Sindaco come affronterebbe la spinosa questione dei debiti?
Non è un problema impossibile. Il primo errore è stato quello di non chiamare tutti i creditori, ad uno a uno e fare delle transazioni. Del resto molto debiti sono solo contenziosi potenziali e un altro errore è stato quello di non chiamare gli avvocati e farsi fare delle relazioni (tenga presente che se io fossi Sindaco, nella qualità d’Avvocato, le pratiche me le studierei personalmente), attraverso le quali verificare le probabilità di successo oppure se le cause già riportavano delle consulenze tecniche negative fare di tutto per chiuderle al meglio.
Questo rientrerebbe nel suo programma elettorale?
In realtà, questo sarebbe un ufficio necessario. Del resto, fare il Sindaco non significa presentare un programma che preveda la bitumazione delle strade o la sistemazione delle aiuole, perché queste cose rientrano nell’amministrazione ordinaria e normale di una città. Un sindaco queste cose le deve fare normalmente. Invece, nel programma rientrano cose che vanno al di là della gestione ordinaria. Ad esempio, l’isola pedonale o gli svincoli necessari per la città, come quello dell’ospedale Papardo che diventerebbe un salva vita per quanto riguarda la cardiologia. Tra il Papardo e il Tono sarebbe eccezionale avere questo nuovo svicolo per la zona Nord della Città. E parlo di un’opera che non comporterebbe le spese astronomiche che abbiamo dovuto affrontare per lo svincolo di Giostra, proprio perché non vi è nessuna infrastruttura a complicare le cose. Dovrebbe essere un lavoro che si potrebbe fare in un paio di mesi e che consentirebbe l’accesso all’autostrada senza nessun problema.
Cosa pensa del suo unico avversario, per ora, Cateno De Luca?
Io penso che Cateno De Luca in realtà punti alle Regionali. Infatti, non avrebbe avuto senso fare un comizio con la pecora in pieno agosto davanti ad una campagna elettorale prevista per il Sindaco della città solo il prossimo anno. Basti considerare il contributo di cento euro, una cosa che ritengo offensiva, per partecipare secondo un sistema che prevede 500 comitati che dovrebbero fruttargli 50 mila euro. Se è vero quello che dice, se invece è ogni persona che deve pagare 100 euro, poiché sono dieci persone per comitato, avrebbe una “dote” di 500 mila euro. Poi quando dice: io voglio i voti per le Regionali non sembra abbia a cuore la città. Sarei più contento di sapere che corre solo per la città anche perchè oggi le due cariche di onorevole regionale e Sindaco sono incompatibili.
Allora lei non lo teme?
Intanto è proiettato per le Regionali ed infatti a chiesto 20 mila voti e poi ha fatto un accordo con Lombardo per proiettarsi alle Nazionali.
Pensa di riuscire a diventare Sindaco?
Io, molta gente non lo sa, sono nato in una famiglia modesta. E da ragazzino ho fatto il barbiere e il parrucchiere, ho fatto il pasticcere e il barista, il carpentiere e il falegname e nonostante questo sono riuscito a diventare Avvocato ed oggi per la mole di lavoro il mio Studio è uno dei più affermati a Messina. Questo significa che se mi candido a Sindaco è perché sono convinto di poter vincere, certo decideranno gli elettori, ma io non mi candido solo per partecipare.
Ritorniamo al programma elettorale e confrontiamolo con quello di De Luca.
Il programma di De Luca rientra, in verità, nella gestione ordinaria di qualsiasi Sindaco. A parte le proposte impossibili, come quella di riunire i palazzi del Comune e della Provincia quando già sappiamo che si tornerà a votare per il Presidente della Provincia. quindi che facciamo? Mettiamo nella stessa stanza Il Presidente della Provincia e il Sindaco? Oppure la proposta di spostare il palazzo municipale con mille e cinquecento dipendenti. Ma dove li metti?
Anche la protesta nei confronti del Sindaco Renato Accorinti è stata ingenerosa, per un semplice motivo. Io nei confronti di Renato Accorinti sono intervenuto come consigliere comunale e capogruppo, lui non è né consigliere di quartiere né consigliere comunale e soprattutto non è neanche un cittadino di Messina. Lui, che parla di spese, le tasse le va a pagare nel Comune di Fiume di Nisi. Dice che è stato Sindaco di Fiume di Nisi, di Santa Teresa di Riva, ma Fiume di Nisi è più piccola di Pistunina (piccola Frazione del Comune di Messina) e tutta Santa Teresa Riva non è neanche mezzo quartiere della Città. Lì ci sono 80 dipendenti qua ce ne sono 1500. E’ come passare ad amministrare la Fiat provenendo da una società con venti dipendenti. E’una cosa offensiva che debba arrivare uno da fuori per amministrare la Città, pertanto spero che ad amministrare sia io o tutt’al più un altro Messinese.
A dieci giorni dalle elezioni a Sindaco cosa direbbe agli elettori per farsi eleggere.
Di credere in me. Io sono impulsivo, però quando faccio l’avvocato sono diverso da quando faccio politica. Come avvocato avendo a cuore gli interessi delle persone sono molto oculato e tranquillo. E’ un lavoro che mi appassiona e m’impegna dalla mattina alla sera, il Sabato e la Domenica. Ciò detto, fare il Sindaco comporterebbe una riduzione della mia attività lavorativa, quindi se mi sono candidato è perché veramente voglio il bene della città. Io vorrei una città che non mi facesse vergognare. Ad esempio, quando passano i turisti e vedono quelle aiuole io mi vergogno, io sano nato e cresciuto Messina e vorrei che Messina diventasse una delle più belle città d’Italia e da Sindaco farò di tutto perché lo diventi. Anche perché fare il Sindaco come l’ha fatto Accorinti, che passerà alla storia come un Sindaco che non ha fatto niente, sarebbe una mortificazione per me e per i miei figli. Io voglio essere il sindaco che cambia la città, abbiamo un progetto sull’isola pedonale e lo faremo, abbiamo un progetto sui laghi e lo faremo, sugli svincoli…certamente non sarò un Accorinti che parla. Certamente io non permetterò che venga scippata la Banca d’Italia o la Camera di Commercio come se niente fosse. Per questo sarò capace di essere anche un Sindaco anomalo, che farà proteste eclatanti proprio perché penso che Messina dovrebbe essere una città previlegiata. In questo senso sono stato sempre critico nei confronti di Ardizzone e D’Alia. Certo non nei confronti delle persone, però un D’Alia che è stato Ministro per anni e non ha portato niente alla città di Messina. Ardizzone, che è presidente dell’Assemblea Regionale ed ha un potere enorme tanto da poter dirottare su Messina milioni di finanziamenti, preferisce faare le mostre a Palermo. A me quando lui si vanta che fa le mostre a Palermo mi sale il sangue alla testa, impazzisco, perché dico: una mostra, si “missinisi”, falla a Messina, porta all’attenzione dell’Italia la città di Messina. Ecco perché ho criticato pure Accorinti sulla questione della First Lady, ma come noi possiamo uscire su tutte le televisioni del mondo come Messina, come nome della città e tu lasci la mano a Catania e a Taormina? Ecco, io rimprovero ad Accorinti di essersi preoccupato solo di una sua personale campagna elettorale, un cercarsi di farsi accreditare nel resto d’Italia, dove è ben voluto, abbandonando del tutto gli interessi della città.
In questo senso, io in missione andrò poco o niente perché a me interessa lavorare per la città. Anch’io come consigliere comunale potrei andare in missione però non ci vado perché siamo in dissesto e non mi va di perdere tempo. Pensate solo che il Sindaco, il 12 Giugno è andato in missione a Roma ed anche il 14 Giugno e il 20 Giugno per andare a tre convegni. Ma cosa vai a fare a Roma? Tre missione in sette giorni e abbandoni la città.
@PG