Il regolamento, proposto dal centrodestra, è stato approvato a maggioranza tra le proteste di tutta l’opposizione. In pratica per iscriversi occorre accerìttare una sorta di preambolo religioso. Il sindaco Anita Marchetti: “Nessuna violazione, il regolamento è un valore aggiunto”
MANTOVA. L’asilo comunale? Solo per i bambini che provengono da famiglie che accettano «l’ispirazione cristiana della vita». Il regolamento è stato approvato a maggioranza dal consiglio comunale di Goito fra le proteste di tutta l’opposizione. Un esposto è già stato presentato all’Associazione nazionale dei Comuni italiani. Mentre il garante della privacy farà i suoi passi, come l’Osservatorio antidiscriminazioni di Mantova che sosterrà qualsiasi ricorso contro il regolamento. Il quale, all’articolo 1 pone come condizione per l’accesso all’asilo l’accettazione di una sorta di preambolo religioso: la provenienza da una famiglia cattolica o cristiana, escludendo di fatto molte famiglie di immigrati di diverso orientamento religioso. Resta da stabilire se nell’ispirazione cristiana siano comprese le coppie divorziate o i non credenti.
LA DIFESA DEL SINDACO. Nessuna violazione. Il sindaco di Goito, Anita Marchetti, a guida di una giunta di centrodestra, assicura di non trovare nulla di strano nel regolamento dell’asilo comunale. «Mi sembra una polemica assurda. E’ da una vita che in quella sezione c’è un insegnamento di tipo religioso – ha ribadito – Non si va a stravolgere nulla. Se qualcuno volesse un’alternativa all’ora di religione lo può fare. Avere proposte diverse sul territorio è un valore aggiunto». Ed entra nel dettaglio: «Da trent’anni in quest’asilo insegnano le suore. Quest’anno c’è un’insegnante laica, che è stata però preparata dalla Curia».
Un asilo comunale religioso? «In sostanza sì. E’ pubblico, però è come se fosse parificato». Una scuola paritaria, secondo la definizione della Fism, la federazione delle scuole mantovane a cui l’asilo aderisce. «Noi ci siamo limitati a recepire, cioé a copiare, il regolamento della Fism, che è una federazione di stampo religioso. Non abbiamo voluto introdurre alcuna modifica, né, men che meno, discriminare qualcuno». Anche se, ammette Marchetti, di stranieri sui 29 iscritti non ce n’è nemmeno uno. «Chi non è d’accordo sull’impostazione dell’asilo può andare alla scuola dell’infanzia statale, dove ci sono ben nove sezioni. In questo asilo noi abbiamo un’adesione totale e di solito le richieste sono in numero molto maggiore dei posti disponibili». La promessa è d’obbligo: sarà l’asilo di tutti e nessuno sarà discriminato.
L’OSSERVATORIO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI. «Crediamo che sia la prima volta in Italia che si verifichi un fatto del genere, di una gravità estrema, sulla cui costituzionalità occorre fare verifiche – dice Maria Bacchi, vicepresidente dell’Osservatorio contro le discriminazioni – è stupefacente che di fatto un regolamento scolastico escluda i bambini non cattolici». Bacchi precisa che gli insegnamenti religiosi «sono legittimi, ci mancherebbe, ma non può esserlo un regolamento del genere, perdipiù in una scuola finanziata con i soldi pubblici».
L’Osservatorio, annuncia la vicepresidente, si attiverà per verificare la questione «promuoveremo e sosterremo ogni tipo di ricorso in tutte le sedi deputate. Secondo noi questo atto lede il principio fondamentale che proclama tutti i cittadini uguali di fronte alla legge». Bacchi sottolinea che la vicenda è tanto più grave perché si tratta di una scuola dell’infanzia, che per i bambini è un momento di incontro fondamentale e di condivisione di culture e credo differenti». Occorre tenere alta la guardia, perché «questo fatto si inserisce in una serie di situazioni allarmanti nella nostra provincia: le barricate contro i sinti, i cartelli per la caccia al clandestino, la stessa vicenda del coro di Ceresara riservato ai bimbi dell’asilo parrocchiale». (da Gazzettadimantova)