A Catania, in via Bellia, una lapide ricorda Graziella Giuffrida, eroina della Resistenza. Vi si legge “Graziella e Salvatore Giuffrida…alla libertà e alla patria offrirono la giovane esistenza nella guerra di Liberazione”. Di lei sappiamo poco: nasce nel 1924 a Catania, nel quartiere popolare di San Cristoforo. E’ gentile e battagliera. Finiti gli studi, vuole andar via, i discorsi del fratello Salvatore, antifascista, la infiammano. Sono inutili i tentativi dei genitori di fermarla, Graziella riesce a convincerli e nel 1943 va a Genova a fare la maestra; l’accompagna il fratello Salvatore. Nel capoluogo ligure Graziella si unisce alle Squadre di Azione Partigiana. La sua battaglia si conclude però dopo poco tempo: Il 24 marzo del 1944, nel quartiere di Teglie, prende il tram per tornare a casa. Nasconde sotto il cappotto una pistola. Alcuni soldati tedeschi la vedono e cominciano ad importunarla: Graziella reagisce, i soldati le mettono le mani addosso e trovano la pistola, la dichiarano in arresto e la costringono a seguirli in un capanno della periferia. Lì, la torturano e infieriscono sul suo corpo martoriato violentandola.
Solo un mese dopo, il 28 aprile, in via Rocca dei Corvi, in località Barbini, a Fegino in Val Polcevera, in una fossa improvvisata, viene ritrovato Il corpo di Graziella, a fianco del capanno. Accanto al suo, i corpi di quattro giovani partigiani. In memoria di Graziella, ogni anno, il 25 aprile, il corteo catanese che celebra la Liberazione si ferma e depone una corona di garofani rossi sulla porta della sua casa. A Genova, il 27 marzo di ogni anno, si svolge una cerimonia davanti a un cippo posto in via dei Corvi sul quale si legge: “ I genitori di Graziella dalla loro lontana Catania alzarono questo cippo alla memoria”.
Nel gennaio del 2003, il “ Comitato Catania democratica e antifascista” consegnò all’amministrazione comunale una petizione popolare con oltre 5000 firme di cittadini che chiedevano l’intitolazione di tre strade a martiri partigiani catanesi. Tra essi c’era Graziella Giuffrida. Noi torniamo a chiedere che il sacrificio ed il coraggio di Graziella abbiano riconoscimento e memoria.
Costanza Franzì
Liceo Scientifico “Principe Umberto” Catania