Un successo che nessuno si aspettava, giovani, bambini e anziani, famiglie che vengono dalla Provincia o dalla Calabria. Messina Street Food Fest organizzato dalla Confesercenti di Messina in cooperazione con il Comune di Messina è stato un grande momento d’aggregazione, di festa e di cultura. Un esito positivo che neanche gli organizzatori si aspettavano e che lascia con il desiderio di ripetere al più presto l’esperienza. Oltre gli esercenti, una mano fondamentale per la riuscita della manifestazione l’ha data il Comune di Messina attraverso l’Assessore competente al ramo, Guido Signorino. Ed è a lui che abbiamo rivolto i dubbi e le sollecitazione che erano pervenute dai più critici.
Come mai questo rapporto tra pubblico e privato a favore di un’associazione?
Non vi è un rapporto preferenziale. E’ una proposta fatta dalla confesercenti che abbiamo accolto come in tante altre occasioni. Si pensi al SabirFest dove il Comune ha fornito agli operatori della cultura lo stesso trattamento e cioè una compartecipazione. La possibilità di occupare il suolo e la messa a disposizione dei servizi, una forma di cooperazione per incoraggiare tutte quelle iniziative che si caratterizzano per la loro capacità culturale e sociale di un’offerta d’aggregazione per la città.
Sono iniziative a favore della città, non è un’iniziativa commerciale perché non vi è una vendita effettiva di prodotti, vi è solo uno sbigliettamento che serve solo a recuperare i costi. La stessa cosa abbiamo fatto con la Confcommercio o con atre associazioni di categoria a Piazza del Popolo o al Duomo.
La scelta di Piazza Cairoli è stata criticata da molti. Anche per essere la sede previlegiata di punto di raccolta in caso di terremoti o altri eventi catastrofici.
Questa della sede previlegiata è una questione che non è stata sollevata da nessuno. Non l’ha fatto la questura né la Prefettura, né la stessa protezione civile. Del resto pensare che non si possano fare manifestazioni a Piazza Cairoli mi sembra una follia assoluta. Non è neanche vero che è stata criticata da molti, è stata criticata da qualcuno e forse solo dai residenti. In realtà è stata apprezzata da molti e la grande affluenza lo dimostra. La scelta di Piazza Cairoli è stata fatta perché la stessa è un’isola pedonale e non ha creato problemi di chiusura al traffico.
Esperienza da ripetere o da cancellare?
Ovviamente da ripetere. Io sono uno di quelli che ha visto la risposta della gente molto favorevole all’iniziativa e soprattutto molto ordinata. Sono stato molto colpito dalla tranquillità della manifestazione, che pur aggregando decine di migliaia di persone si svolta in maniera ordinatissima. L’unico fatto eclatante è stato la caduta di un portafoglio poi recuperato con tutto il suo contenuto di 100 euro. Ho visto in queste file chilometriche, in attesa d’entrare nell’area degli stand, serenità, tranquillità e compostezza.
E’ stata un’occasione perché la gente s’incontrasse. Del resto ho sempre pensato che la città concettualmente sia nata per svolgere il suo ruolo sociale ed economico della creazione e moltiplicazione delle relazioni tra le persone. In questi termini penso che una concausa del declino della città di Messina sia legato al fatto di un uso non aggregativo del suolo pubblico. Quindi anche il fatto che Messina sia stata trasformata in un troncone autostradale con gli imbarcaderi posti nel centro della città, che tagliano la città e tolgono spazio alla “relazione” per lasciare spazio al movimento, è la cartina di tornasole di una mancanza di spazi d’aggregazione. Una riflessione questa che ho elaborato e proposto anche in occasione del SabirFest. Questo fatto, l’aver sovradimensionato la funzione del movimento sugli spazi urbani rispetto alla loro funzione di spazi urbani dedicati alla relazione ha causato, o meglio è una grande concausa della depressione della città. Allora riuscire a recuperare spazi d’aggregazione diventa fondamentale e la bella risposta della gente fan ben sperare. Se ci si pensa bene anche la pedonalizzazione delle aree risponde alle stesse esigenze, trasformare luoghi di predominio dei mezzi meccanici in luoghi che sono a totale disposizione delle relazioni intersoggettive. Ecco che quando si realizzano cose di questo genere si aiuta la ricostruzione della città-
SabirFest, le Vie dei tesori, la Street Food Fest sono tutte esperienze da ripetere come tutte quelle che possono aumentare le relazioni intersoggettive in città. A questo proposito è in cantiere una collaborazione con l’ATM per realizzare dei percorsi e fare trekking sui peloritani con l’associazione Camminare i Peloritani.
A proposito di spazi aggregativi, cosa ci dice del “fronte mare e dello spazio fiera”.
Noi vorremmo che la fiera, in particolare, ritornasse nella fruizione piena della città. Su questo si basano i discorsi intrapresi con l’autorità portuale. A volte questi discorsi vertono sulla legittimità della titolarità di queste aree attribuite all’autorità portuale, per quanto mi riguarda auspicherei che questi discorsi vertessero sulla valutazione delle modalità attraverso cui questo spazio possa effettivamente entrare nella disponibilità della città.