I bambini soldato del Sudan

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Risuonano le parole di molti genitori e nonni ai loro figli e nipoti. Esortazioni a ritenersi fortunati per essere nati in un paese non in guerra con la possibilità di vivere un’infanzia tranquilla e spensierata. Quante volte da piccoli davanti ad un piatto di verdure qualcuno ci ha ricordato che nel mondo ci sono bambini che soffrono la fame e la guerra?

Purtroppo, oltre ai bambini poveri, affamati e vittime della guerra, ce ne sono altri che la guerra la vivono direttamente in prima persona, combattendo sul fronte come soldati.

L’ONG Human Rights Watch ha pubblicato un’analisi approfondita sull’argomento, denominata “Anche noi possiamo morire: reclutamento e utilizzo di soldati bambini nel Sudan meridionale”[1]. Vengono riportati anche i nomi di oltre 15 comandanti che hanno adoperato bambini come soldati, nonostante la legge del paese lo vieti categoricamente. A completare l’analisi vi sono le interviste di oltre 101 di queste piccole vittime.

Da una rapida lettura delle loro testimonianze, si evince che sono stati arruolati con la forza, sottoposti alla fame e gettati nella mischia delle battaglie come fossero quasi carne da macello, vedendo morire loro coetanei e amici. A rendere il tutto ancora più agghiacciante, è la loro consapevolezza di essere stati privati del diritto all’istruzione.

Il metodo “di persuasione” più frequente è la minaccia di percosse fisiche qualora non venga accettato l’arruolamento. Piuttosto che accettare una morte certa per la violenza dei soldati più grandi, molti giovani si vedono costretti ad uccidere i loro coetanei dell’altra fazione. L’UNICEF stima che il numero di bambini costretti a diventare soldati sia tra i 15.000 e i 16.000 nel solo Sudan, in guerra civile ormai da due anni, da quando l’esercito si è diviso tra la fazione del presidente Salva Kiir e quella del vicepresidente, ora capo dei ribelli, Riek Machar. Si stima che siano già morte 2 milioni di persone in questo conflitto. Prima della guerra civile, il Sudan si era formalmente impegnato a sradicare la piaga dei soldati bambini, ma non appena la situazione è precipitata, tutti i buoni propositi sono stati spazzati via dalla crudeltà del conflitto.

Nessuno dei comandanti sudanesi è stato mai punito per aver utilizzato i soldati bambini. Anzi, alcuni hanno anche ottenuto delle promozioni, avvisa Human Rights Watch, come un tale David Yau Yau, un “gran” signore della guerra, colpevole di aver utilizzato più di 17.000 soldati bambini. Adesso, ha assunto il ruolo di governatore di una zona del paese.

È ancora tanta la strada che il genere umano deve compiere per potersi definire “una specie evoluta”, e nel frattempo sembra che di umano non sia rimasto proprio nulla. 

Per questi bambini, un altro giorno è soltanto un giorno di guerra.



[1]

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