I mostri del presente

Ferma immobile, a pochi metri dal mare dove la sua brezza  mi accarezza i capelli. Immobile in mezzo a quel deserto pieno fantasmi. Mai niente è stato così reale e allo stesso tempo così mostruoso. Quasi fanno paura a guardarli, sembrano enormi carcasse di dinosauri morti, come se la vita lì fosse finita ormai da tempo, come se tutto quello che resta fosse semplicemente un enorme cumulo di scheletri.

Scheletri che ci sovrastano quasi potessero dominarci, quasi fossero loro a poter influenzare le nostre vite pur essendo abbandonati da chissà quanto tempo.

E a guardar bene è proprio quello che fanno.

Enormi quantità di lana di vetro ed eternit sono il tragico corredo di questi mostri abbandonati. Inceneritore, magazzini, un ex molo, giganteschi tralicci, sembra essere la descrizione di chissà quale quartiere abbandonato nella periferia di Detroit, e invece siamo nel cuore di Messina, tra la zona Falcata e il quartiere di San Raineri, ex area riservata ai Rom. Rom che con tanto animo sono stati allontanati da lì per “bonificare” la zona e destinarla a fini migliori. Zona attualmente recintata, chiusa e abbandonata, adibita a discarica a cielo aperto, con l’erba che arriva quasi ad altezza uomo.

Mi sento così piccola accanto a quei mostri in lamiera abbandonati.

Piccola e impotente. E tra una lamiera rotta, un edificio abbandonato eccoli che compaiono, sono degli archi settecenteschi, addirittura una lapide commemorativa dimenticata da tutti, quasi impossibile da raggiungere tale è l’altezza dell’erba mista a immondizia che la precede.

Qualche pescatore ci racconta della solidità di quel molo nel quale ci si reca giornalmente a pescare, ignaro, probabilmente, del materiale altamente inquinante che decora l’area. La lana di vetro è stata classificata dal Ministero della Salute nel 1998 come dannosa per la salute di coloro che vi entrano in contatto diretto e ripetuto; l’eternit è un marchio di fibrocemento a base amianto, non in commercio dal 1994 e vietato dal 1992 poiché può provocare una grave forma di cancro e diverse malattie polmonari.

E noi, qui a Messina, ne abbiamo in grandi quantità, sotto gli occhi di tutti, sotto gli occhi delle varie amministrazioni che da decenni non fanno altro che passarsi questa patata bollente, sotto gli occhi dei vari assessori di turno che si sono occupati di nascondere rifiuti invece di smaltirli, sotto gli occhi dei cittadini che indignati dall’inciviltà del vicino di casa continuano a buttare immondizia nel primo cancello abbandonato che vedono.

Questa storia, così come l’ho raccontata oggi vale per molti altri posti di Messina, questo è solo una delle tante meraviglie che abbiamo preferito abbandonare piuttosto che curare.

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