di Luciano Armeli Iapichino
Immaginate …
Immaginate un piccolo paese di montagna, dei Nebrodi per l’esattezza, trecento anni fa.
Immaginate che il piccolo borgo, di contadini, pastori e scenari bucolici, sia Galati Mamertino (Me), e che, per le viuzze che si inerpicano sino ai ruderi millenari di un castello arabo-normanno, un bambino gioca con delle tavole a far il falegname, canticchiando o fischiettando note musicali a lui care. Immaginate ancora che una possente e geniale creatività “rapisca” il piccolo Annibale (questo è il suo nome) facendo di lui, con la prima maturità, uno strumento che crea a sua volta altri strumenti. In realtà macchine perfette: organi a canne decorati da sapienti intagliatori siciliani che nel ‘700 faranno di Annibale Lo Bianco, nel Regno delle Due Sicilie, uno dei maestri più ricercati nelle costruzione di questi congegni pregiatissimi e, a distanza di tre secoli, nel mondo della globalizzazione indiscriminata, un promotore di cultura, identità, e riflessione sugli autentici valori dell’esistenza. Ma non è finita …
Immaginate adesso che sui tasti di questi organi, oggi perfettamente funzionanti, posi delicatamente le sue dita e l’eccellente abilità uno dei più competenti organisti d’Italia nominato nel 2006 Maestro di Cappella della Basilica di San Petronio di Bologna, oltre che maestro di coro altamente specializzato nel repertorio rinascimentale e barocco, revisionista critico di musica italiana del XVII e del XVIII secolo; immaginate che il signore di cui sopra, nell’esecuzione degli spartiti, sia accompagnato da un violinista e violista, esperto anch’egli di musica rinascimentale e barocca, di fama mondiale, ospite dei più importanti festival e stagioni concertistiche in tutta Europa, U.S.A., Canada ed Israele.
Immaginate che Michele Vannelli e Enrico Parizzi, questi gli illustri maestri, rendano omaggio ad Annibale lo Bianco duettando a fine dicembre, davanti al magistrale organo ubicato nel meraviglioso contesto ecclesiale arricchito di sculture gaginiane, tele di Joseph Tresca, allievo di Sebastiano Conca, di impareggiabile valore, il San Sebastiano ligneo di scuola fiamminga-renana (opera per cui lo storico dell’arte italiana per eccellenza, Federico Zeri inserì Galati Mamertino nell’ottavo volume dedicato ai centri minori dell’Enciclopedia dell’Arte Italiana edita da Einaudi) della Chiesa Madre di Galati Mamertino .
Ed è anche questo l’obiettivo della sottoscrizione aperta in questo periodo nei paesi dei Nebrodi, finalizzata al rilancio della III Rassegna Organistica Nebroidea “Annibale Lo Bianco”. Una rassegna ideata e organizzata con grande successo di critica e di pubblico dalla Dott.ssa Ylenia Olivo già nel 2011, con la direzione artistica affidata allora a due musicisti siciliani di fama internazionale, i maestri Calogero Giallanza e Gianfranco Nicoletti, con la supervisione della Soprintendenza dei beni Culturali di Messina coordinata dal Dott. Luigi Giacobbe. La rassegna, nata con lo scopo di “fondere la Musica con la Natura, la tradizione e l’identità locale con la cultura storico-artistica siciliana”, era stata promossa sino al 2012 in molti centri dei Nebrodi dalla Regione Sicilia, Assessorato Sport, Turismo e Spettacolo nell’ambito del Circuito del Mito, e aveva fatto tappa anche a Malta dove l’artigiano galatese era attivo sino al 1758.
Nel 2013, in un periodo in cui la congiuntura economica si è sposata con una riorganizzazione istituzionale regionale per certi aspetti incomprensibile, sorda e disinteressata relativa ai finanziamenti per certa cultura, la rassegna ha avuto di fatto elargito nessun contributo. Black-out.
Da qui l’idea di una sottoscrizione avviata in questo mese di settembre, sotto la guida della Dott.ssa Olivo e delle direzione artistica affidata ancora una volta al maestro Giallanza, e finalizzata a far risuonare in alcuni centri dei Nebrodi, tra i quali Galati Mamertino, questi pregiatissimi organi già restaurati, nella convinzione che la promozione della cultura, quale veicolo di valori civili, laboratorio di idee e di dialogo, sia un dovere di quanti vogliano salvaguardare il diritto delle generazioni future di “vivere” il patrimonio ereditato sin qui, oltre che di godere dell’armonioso suono “creato” da quel bambino che giocava con le tavole e canticchiava con la musica.
La direzione pubblicherà tra qualche settimana il cartellone degli eventi, le date e gli ospiti che giungeranno in questa bellissima terra al cospetto di Annibale Lo Bianco, maestro e artigiano di Galati Mamertino.
Luciano Armeli Iapichino