Si chiama Mento Giovanni ed è uno degli esclusi dalle liste il Megafono che da un giorno all’altro
si è trovato catapultato in una realtà fatta di protagonismi, lotte intestine e guerre di potere che
hanno visto gli “scissionisti”, i famosi cento firmatari del documento politico contro il coordinatore
cittadino Giovanni Ardizzone, riuscire ad imporre nuovi equilibri all’interno del partito. Mento
aveva dato la sua disponibilità, aveva messo tutto l’impegno che la sua giovane età gli consentiva
e aveva, con la convinzione e l’impegno politico che lo ha sempre contraddistinto, formalmente
sottoscritto l’atto d’accettazione a candidarsi presso la V circoscrizione, autenticato le firme al
Comune di Messina, presentato tutta la documentazione necessaria, “tra cui anche il certificato
antimafia” e poi… il Caos.
Alle 4 del mattino del 16 di Maggio “loschi figuri” avrebbero sparigliato le carte, sia
sostanzialmente col pretendere di essere inseriti nelle liste elettorali per i quartieri del Megafono
che nel frattempo Giovanni Ardizzone aveva già completato e sia sostanzialmente, facendo
“ballare i pupi” e buttando tutte le carte all’aria. In sostanza è questa la risposta che l’Ex candidato
Giovanni Mento si è sentito rispondere dal suo referente politico, il candidato al Consiglio
Comunale De Leo Giuseppe. Non definiti e non definibili individui, di cui non si è avuto nemmeno
il coraggio di fare il nome, avrebbero creato una tale confusione nella segreteria di Partito, un
tale caos tra i quadri di partito e tra la documentazione a corredo di ogni singolo candidato che
“casualmente” la posizione di Mento Giovanni, insieme ad un’altra dozzina di canditati, si è trovata
non solo sbalzata fuori dalla lista ma per magia sostituita da un’altra totalmente sconosciuta…. e
non solo a Crocetta.
In realtà la storia è ancora più cruda ed esecrabile ed ha a che fare con un idea di politica cosi
bassa e infima che al solo raccontarla lascia l’amaro in bocca e un’aridità diffusa. Si è trattato
di una spartizione dei pani e dei pesci, dove i pesci sono gli elettori e i pani sono i canditati
minori. Infatti è invalso l’uso tra i circa 630 candidati a Consigliere Comunale di farsi loro scuderia
personale e cioè inserire nelle liste di quartiere più candidati possibili ed essere il loro unico
referente politico. Non importa se cavalli di razza, ronzini o semplici muli, l’importante è la
quantità e non la loro qualità. La chiamano parcellizzazione dell’elettorato, per cui più candidati
metti in campo più è statisticamente certo riuscire a convogliare al tuo mulino i voti dei loro
parenti, dei loro amici e delle loro conoscenze, comunque di tutti coloro e di tutte quelle persone
che non potresti mai raggiungere, sia per carenza di programmi o di idee politiche idonee a
conquistare l’elettorato e sia per l’incapacità naturale di fare politica che una tale prassi non fa che
confermare.
È cosi capitato che nelle liste di quartiere del Megafono, già complete al momento dell’intervento
degli “scissionisti”, si sia dovuto fare spazio ai nuovi arrivati e soprattutto alla loro scuderia,
pertanto quei canditati consiglieri che disponevano di molti cavalli nella loro scuderia hanno
dovuto rinunciare a qualcuno dei loro a favore dei nuovi prendenti. Capita così che anche nomi
famosi come quello di Angelo Burrascano, attuale vice presidente del Consiglio Comunale, si siano
lamentati di questa gestione allegra del partito, essendo stato costretto ad accontentarsi di un
solo cavallo, quello del fratello Raimondo Burrascano candidato al quartiere.
Abbiamo sentito Giovanni Mento che tra l’amarezza e il ripianto nel confermare i fatti ha
precisato: “ la mia documentazione era pronta sin dal 7 o 8 di Maggio….. il mio referente politico
a cui ero collegato, il candidato al Consiglio Comunale De Leo Giuseppe mi ha dato anche la
ricevuta di tutta la documentazione presentata. Mentre il coordinatore Ardizzone, come mi ha
detto De Leo, che il giorno prima della presentazione delle liste al comune aveva confermato la
mia candidatura …poi quando hanno presentato le liste al Comune, il mio coordinatore si è accorto
che qualcosa non andava è ha chiesto di vedere le liste e il mio nome non compariva più…. Al
che giustamente si è incavolato e ha chiesto conto e ragione ad Ardizzone, che cadendo dal pero
rispondeva : ah ma non c’era il documento, non avevamo niente….come non c’era il documento ?
c’era la documentazione, c’era tutto……
Di quest’avventura che attesta a che livello sia oggi arrivata la politica rimane solo una quantità di
santini elettorali da cui spunta il sorriso di Giovanni Mento e altrettanti santini elettorali in cui il
suo sorriso è in coppia con quello di De Leo Giuseppe, a quest’ultimo invece è rimasto il compito di
pagarsi tutte le spese elettorali perché Giovanni conferma di non aver speso un euro.
E vorrei proprio vedere. Se uno si compra il cavallo poi si deve pagare anche la biada.
Pietro Giunta