Si parla molto del destino politico di Silvio Berlusconi e dell’affidamento ai servizi sociali a seguito della sentenza Mediaset. In queste ore si intensificano i contatti tra l’entourage dell’ex premier e associazioni in cui il Cav dovrà “scontare” l’anno di volontariato. Ma nulla sembra deciso.
Eh già! Alla fine il Cavaliere sembra affidarsi ai servizi sociali per scontare la condanna del processo Mediaset. Si tratterebbe di un solo anno da “volontario” perché gli altri tre sono coperti da indulto.
Il web ci ha scherzato sopra ma Silvio Berlusconi, secondo le ipotesi più concrete, potrebbe andare in qualche associazione, magari legata al partito Radicale su “invito” di Marco Pannella, con il quale l’ex premier recentemente si è ritrovato nella corsa referendaria sulla giustizia. Si avvicina, così, la scelta per il leader Pdl che assieme ai suoi avvocati ha calendarizzato una serie di incontri con i responsabili di alcune comunità e associazioni che potrebbero essere indicate al Tribunale di sorveglianza come idonee a svolgere l’attività di recupero. Eppure l’ex premier in un’intervista a ‘Libero’, si era dichiarato contrario all’idea di essere affidato ai servizi sociali, “come un criminale che deve essere rieducato”. Salvo cambiamenti in corso, entro il 15 ottobre dovrà però essere presentata l’opportuna richiesta, altrimenti il Cav sconterà la sua condanna ai domiciliari nell’angusto Palazzo Grazioli, dove recentemente ha spostato la residenza. I legali di Berlusconi però non indicheranno nell’istanza al procuratore di Milano dove in concreto il Cavaliere intenda svolgere la sua attività. I servizi sociali del Cavaliere potrebbero iniziare, quindi, tra dicembre 2013 e marzo 2014.
Nel computo delle associazioni due sembrano alla fine interessare il sorvegliato Berlusconi: l’Associazione ‘Nessuno Tocchi Caino’ e la ‘Fondazione Diritti Genetici’. A queste si aggiunge anche il Ceis (Centro Italiano di Solidarietà) di don Picchi, comunità di recupero di tossicodipendenti dove già nel 2007 svolse i servizi sociali Cesare Previti, ma anche altre associazioni e comunità si sono fatte avanti, alcune per calcare l’onda mediatica, altre più concretamente impegnate nel recupero sociale . Ma restano in tanti a contendersi il Cav, come l’’Associazione italiana vittime di malagiustizia’, che però avendo sede a Milano sarebbe difficilmente conciliabile con l’intenzione del Cavaliere di rimanere a Roma. E ci sono le offerte pubbliche come quella di Don Mazzi (“Venga da me, in silenzio, a raccogliere pomodori”)che non sono piaciute per niente al destinatario e al suo entourage.
Il segretario di Nessuno Tocchi Caino, Sergio D’Elia, si dichiara favorevole a un’eventuale richiesta da parte del leader del Pdl. Senza però precisare dettagli intercossi tra la sua organizzazione e l’entourage di Berlusconi. “Saremo felici di avere Berlusconi tra noi, per due motivi” dice il segretario: “Berlusconi è stato l’unico capo di Governo italiano a proporre, nel 1994, la moratoria nei confronti della pena capitale. Inoltre, un mese fa, ha deciso di sostenere i referendum radicali a differenza della controparte del Pd che non ha accolto nemmeno un quesito. Neanche uno di quelli su cui si dice d’accordo”. Per questa Associazione, che lotta per l’abolizione della pena di morte nel mondo, la presenza di Berlusconi viene vista come un grande aiuto. Si avvicina infatti una scadenza importante: nel 2014 sarà presentata una risoluzione Onu sulla moratoria all’esecuzione capitale. Ma di cosa si occuperebbe l’ex premier? “Parteciperebbe alle campagne di sensibilizzazione, alla diffusione della documentazione sulla pena di morte nel mondo – precisa D’Elia. “E’vero che in Italia la pena di morte è stata bandita, ma anche qui c’è molto da fare: spesso nelle nostre carceri si muore per pena o si sconta una pena fino alla morte”.
Ben contento di avere Berlusconi tra i suoi volontari, anche Mario Capanna presidente della Fondazione Diritti Genetici. Non conferma né smentisce il presunto contatto di ieri con l’ex premier o i suoi legali, ma commenta con una frase che lascia molto ad intendere: “Autorevoli intermediari stanno esaminando la situazione, lasciamo che le cose maturino”. “Venga da noi e impegni le sue capacità per promuovere il nostro progetto – prosegue il presidente, il quale non nasconde il suo orientamento politico avverso al Cavaliere – per fare di Roma la capitale euro mediterranea della ricerca scientifica partecipata”. Inoltre, non esclude benefici per l’ex premier: “Potrebbe acquisire competenze su temi che, per mancanza di tempo, non ha mai potuto approfondire: cosa sono gli organismi geneticamente modificati, cosa sono le biotecnologie, quali le ricadute sulla catena agroalimentare”. Insomma, un percorso di recupero con annesso apprendimento in temi assai importanti nel computo delle nuove frontiere degli alimenti. Fu lo stesso Berlusconi a volere nel gennaio 2002 l’Agenzia europea per il controllo alimentare (EFSA) nella città di Parma. Un interesse già espresso in quella battaglia.
Stando alle ultime valutazioni, la richiesta dei legali di Berlusconi finirà così sul tavolo del pm dell’esecuzione, Nicola Balice, la prossima settimana, senza che si arrivi alla vigilia della scadenza. Poi spetterà al tribunale di sorveglianza, che fisserà un’udienza alla quale parteciperà come rappresentante dell’accusa un pg, decidere se accogliere o meno l’istanza ed eventualmente stabilire, assieme a Berlusconi, i particolari dell’affidamento in prova.
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