Il Cedav a difesa delle donne

Russo: “Dal 1989 il Cedav di Messina fornisce assistenza socio-psicologica e legale”

Il Cedav a difesa delle donne

Violentate, maltrattate, schiavizzate psicologicamente, socialmente ed economicamente: questa la condizione di  molte donne che, ancor oggi nel 2012, subiscono soprusi all’intero delle mura domestiche. Violenze che lasciano il segno sul corpo e nell’anima determinando la nascita di sentimenti negativi, quali senso di inadeguatezza, di inferiorità ed incapacità di svolgere il ruolo genitoriale. Sentimenti che possono facilmente aprire la strada alla solitudine e alla depressione. Insomma, una mancanza di autostima che rende la vita invivibile.

 

 

In tutta Italia, sono operanti i Centri Donna antiviolenza che assistono le donne in un percorso socio-assistenziale e legale, offrendo loro prima di tutto ascolto e comprensione.

Sulla scia dell’esperienza nazionale e internazionale, nel 1989 abbiamo fondato il centro donna antiviolenza di Messina – afferma Carmen Russo, Presidente del Cedav nonché avvocato di Diritto di Famiglia e Minorile –  che si configurò da subito come il primo centro per l’intera Sicilia. Negli anni siamo riusciti a specializzarci in tal ambito, configurandoci sempre più come un utile punto di riferimento per l’intero territorio provinciale; La legge n.66/1996 fu, poi, un valido strumento legale per la difesa delle donne contro qualsiasi tipo di violenza”.

Il Centro è composto da un gruppo di professionisti che opera secondo un approccio multidisciplinare: psicologi, assistenti sociali ed un avvocato agiscono in sinergia per garantire la migliore assistenza alle donne che accorrono tanto dalla città quanto dalla provincia, sia Jonica sia Tirrenica. “Il Nostro obiettivo – prosegue l’avvocato – è fornire informazioni, ascolto (credendo alle loro storie), ed assistenza sia psicologica sia legale”.

Variegate le sfaccettature mediante le quali si esplicano le violenze sulle donne. Le più comuni sono quelle fisiche, seguite da quelle psicologiche ed “economiche”, più subdole per gli effetti che sortiscono a livello psicologico. Mentre le prime sono attuati da quel genere maschile più basso culturalmente, le ultime sono tipiche delle classi più “abbienti”. Testimonianza, questa, di come il fenomeno sia, purtroppo, trasversale allo status sociale.

“E’ molto difficile fare una stima su quante donne siano violentate, perché non tutte denunciano- precisa Russo. Nel corso di un anno, generalmente, offriamo assistenza a 150 donne”. La maggioranza dei casi in gestione dal CEDAV comprende donne di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, ed intorno ai 50 anni, mentre più rari sono i casi over 60. Questo ultimo dato è altrettanto allarmante – dichiara Russo – perché testimonia il circolo vizioso che si viene a creare tra violenza psicologica ed economica: la paura ed il senso di abbandono e smarrimento delle donne, connessi al pensiero di perdere la casa e il mantenimento, le spinge a non denunciare i maltrattamenti e continuare a subire silenziosamente.

 

 

In ogni caso, ogni violenza genera sentimenti e risvolti negativi sulla donna: insicurezza e mancanza di autostima facilmente inducono a ritenersi “indegne” di vivere. A ciò si aggiunge la poca considerazione da parte dei familiari, i quali tendono a sminuire la gravità della violenza, e le conseguenze deleterie sui minori presenti in famiglia: questi ultimi, testimoni indiretti di violenze, subiscono, quindi, una vera e propria violenza psicologica e per questo vanno protetti.

Contribuiamo a sensibilizzare le coscienze della collettività – prosegue la stessa – con campagne informative anche nelle scuole per veicolare messaggi di rapporti paritari tra i sessi: tra i giovani si può lavorare perché sono in una fase di formazione ed attingono bene i messaggi di rispetto in confronto agli adulti.”

 

 

Negli ultimi anni il Cedav opera senza fondi, in attesa si sbocchino dei canali di finanziamenti pubblici: motivo per il quale ha dovuto abbandonare la sede storica di via Cesario 24 trasferendosi in via Luciano Manara 22, ospiti di una associazione di psicologhe. Tuttavia i membri dell’associazione operano ugualmente ma in regime di totale volontariato e sono raggiungibili telefonicamente per appuntamento al numero  3452630913.

 

(Informazioni raccolte in data 18 luglio 2012)

Paola Libro