Il Comune di Messina paga i debiti.

Approvata ieri sera la Delibera della Giunta comunale che approva lo schema d’atto transattivo con il quale si mettono a disposizione un fondo di circa 65 milioni di euro a fronte di circa 13.500 creditori.

Lo schema, da valere per tutti i Dipartimenti e che vedrà coinvolti i singoli Dirigenti del Comune a cui è delegato il compito di contattare i singoli creditori dell’Ente, prevede di pagare quelli che nel piano d’equilibrio sono considerati debiti certi con una percentuale di passività pari al 100% e la cui sorte capitale non sia superiore a 50.000 euro.

In collegamento telefonico con il Vicesindaco Signorino, attualmente a casa in malattia dopo un breve ricovero in ospedale, la Giunta Accorinti ha deciso di iniziare ad attuare il piano d’equilibrio al di là di qualsiasi giudizio che la Corte dei Conti o il Ministero vogliano o possano dare sulla possibilità che la città eviti il dissesto. D’altra parte la prospettiva d’applicazione temporale della delibera è di mesi 6 al fine d’ottenere il consenso dei creditori e, pertanto, vi sarà sempre il tempo di tornare indietro in caso d’obbligata dichiarazione di dissesto a cui l’ente e per esso il Consiglio Comunale può essere chiamato sulla falsa riga di quello che è successo a Milazzo.

La delibera, dicevamo, è in fase di pubblicazione all’albo pretorio dei Comune di Messina e dovrebbe prevedere che i creditori con un credito superiore a 50.000 euro accettino la proposta transattiva e la possibilità per l’amministrazione di rateizzazione del debito in 8 comode rate annuali corrispondenti agli anni del piano di riequilibrio

Il periodo che Dirigenti del comune hanno per perfezionare le transazioni è di 120 e non sono previsti interessi e spese accessorie da riconoscersi sulla sorte capitale salvo le spese legali.

È’ chiaro a tutti e soprattutto ai 13 e cinquecento creditori dell’Ente che il fallimento del progetto transattivo dell’amministrazione Accorinti o la mancata firma e accettazione della transazione da parte dei creditori comporterà il dissesto e, pertanto, un serio rischio di non vedere neanche un centesimo.