Nel deserto per l’undicesima volta. E il giorno della partenza è vicino. Quasi trecento chilometri ed una sola tappa.
“Come farò? – chiede Luisa Balsamo – Affronterò la gara, senza pensare ai chilometri da percorrere. Sarebbe una follia. Terrò solo il conto dei punti di rifornimento di acqua, dodici in tutto. Così addolcirò la pillola!”.
E la pillola, per Luisa, nata a Palermo nel ’65, con due figli, Marta (18) e Lorenzo (16), amministratore unico, nonché socia di un negozio sportivo del capoluogo siciliano, punto di riferimento per tutti gli appassionati di RUNNING, si chiama Muscat (Oman). Partirà il 27 gennaio prossimo.
“Ho corso già altre dieci volte nel deserto, in Marocco, Mauritania, Giordania e Cile – racconta – Siamo sei italiani. Sono l’unica siciliana. In questo circuito ci conosciamo tutti. Con tre dei cinque italiani ho già fatto altre gare. Si parte alle 18. Saranno 283chilometri in linea, cioè senza tappe, tutti d’un fiato. Almeno, così si spera. Il percorso è abbastanza vario. I primi 80 chilometri sulle montagne. Si passerà ai successivi 65 tra canyons e pianure. Gli ultimi 130 chilometri saranno tra le dune di sabbia (Wahiba desert). E’ la mia prima esperienza in una gara così lunga. Di solito le mie gare nel deserto sono sempre state a tappe (250 chilometri in 6 tappe).
Cosa porterai con te?
Solo uno zaino con tutto l’occorrente per affrontare la gara. Questa, come tutte le altre già fatte, è una sfida in autosufficienza alimentare. L’organizzazione fornisce soltanto acqua ai punti di ristoro, ogni 25 chilometri. Avrò uno specchietto, un coltellino, una bussola, un telo di sopravvivenza, lampade frontali, un kit di pronto soccorso e luci di riconoscimento da mettere la notte.
E’ la tua prima volta in Oman?
Sì. L’ultima gara è stata l’ATACAMA CROSSING CHILE, a marzo dello scorso anno e sono arrivata seconda.
Come ti sei preparata?
Mi ha aiutata un mio carissimo amico, Andrea Gornati (RUNNING4YOU). Preparare 283 chilometri è impossibile. Sono stata attenta ai recuperi tra un allenamento e l’altro. Ho fatto di tutto per non stressare il mio fisico.
L’alimentazione?
La curo da anni. Mangio poco, ma tutto. Pasta, riso, formaggi, carne, pesce, uova, dolci, tanta verdura e tanta frutta.
Ma ci spieghi perché queste gare così pesanti?
Corro e alla base c’è il piacere di fare quello che faccio. Certo, sarei bugiarda se dicessi che non mi stanco. Ma la stanchezza è voluta, proiettata su un obiettivo, che inseguo e voglio raggiungere.
Dunque, nessun sacrificio?
No. Non faccio alcuna rinuncia. Nessuno stress mentale. Cerco di ottimizzare tutto quello che faccio, con l’obiettivo di divertirmi. Il resto lo saprete quando torno!
Vuoi sfidarti?
Non voglio sfidare nessuno. Non guardo mai la start list dei partecipanti. In queste gare così lunghe è vietato essere presuntuosi. Le incognite sono talmente tante che è impossibile fare dei pronostici. Sfido il mio ego, quello sì. Almeno quello non lo può toccare nessuno!
Perché sempre il deserto?
Il deserto è un mondo meraviglioso, nel quale il tempo si ferma: i colori, il silenzio, il calore. Ti entra tutto e tutto ti rimane per sempre. Ogni volta che ci corro mi sembra che sia sempre la prima volta. E’ un posto magico. Mi dà serenità, tranquillità e, anche se può sembrare assurdo, sicurezza. Tutte le volte gli stessi risultati: guadagno benessere, amicizie profonde e meravigliose, voglia di vivere la vita con semplicità e senza pretese. Non guadagno soldi, forse un po’ di popolarità nel nostro ambiente.
Progetti tra qualche anno?
L’anno prossimo parteciperò alla trentesima edizione della Marathon des Sables – 250 chilometri in 6 tappe. Per me sarà l’ottava volta. Poi, forse, andrò in Equador sempre per una gara a tappe.
E la tua famiglia?
I miei figli ormai si sono abituati. All’inizio si preoccupavano, ora accettano questo mio grande amore e sono orgogliosi di quello che faccio.
Gareggi a tue spese?
Sì. E purtroppo mi limito, proprio perché ogni trasferta di queste è molto dispendiosa. Il running non è uno sport molto seguito. Quindi gli sponsor non sono propensi ad appoggiare certe iniziative.
Nessuna ansia, nessuna paura?
No. Mai paura. Se avessi paura, non potrei mai fare certe gare.
Hai rituali particolari prima di partire?
La preparazione dello zaino. E ho un portafortuna: un piccolo regalo – braccialetto, ciondolino o altro che mia figlia mi regala sempre prima di partire. Ma quest’anno dovrò farne a meno, perché lei oramai studia a Verona e mi sarà impossibile vederla prima!
Ti senti una tipa tosta?
Beh, tosta lo sono sempre, non per le gare. Ma nella vita di ogni giorno. E’ il mio carattere. Non mollo mai per nulla al mondo. Da uno a dieci mi sento tosta dieci.
Dai un consiglio a chi sta leggendo la tua storia.
Non giudicate subito. Cercate di immedesimarvi o, quanto meno, di comprendere il fascino di questo sport. Se poi, un giorno, avrete bisogno di saperne di più, io sarò a vostra disposizione. Vi prego, non finite di leggere, concludendo: Questa è pazza! Sì, forse ai vostri occhi lo sarò, ma è una pazzia sana. Che non disturba nessuno!”
Luisa organizza gare in città, diventate simbolo per molti appassionati, come: La corsa sotto le stelle (Piazza Marina), La favorita Half Marathon, La P2P (salita di Monte Pellegrino) e la Mondello Seafront.
“Quest’anno – annuncia – sfidando la pigrizia dei palermitani, ho deciso di accettare una sfida, organizzando la RUN 5,30, una passeggiata per le vie del centro storico, dedicata agli appassionati che non si sentono ancora pronti a gareggiare, ma che amano il movimento. Sarà l’occasione per vivere la città in una fascia oraria diversa. Quando molti saranno ancora a letto, noi ci gusteremo una Palermo più magica. Promesso”.
Cinzia Ficco di http://tipitosti.it/