Il festaggiamento di San Rocco tra spazzatura e polemiche

Calderà, frazione balneare di Barcellona Pozzo di Gotto, oggi si è svegliata piena di spazzatura e polemiche dopo la festa annuale. “Santo” Rocco, come lo definiscono a Barcellona, è ormai festeggiato quasi come il patrono della città, ricalcando la chiassosità che la centralissima Piazza Duomo vive ogni anno il 20 gennaio.

 

Anche stavolta, per il 17 agosto, alcuni residenti e cittadini di zone limitrofe hanno colto l’occasione per trasformare una tradizione religiosa in simulacri pagani di disordine, bancarelle di merce contraffatta, panini alla salsiccia e falò, abbandonando sulla spiaggia i rifiuti prodotti.
Quest’anno il malcostume sembra aver superato se stesso, specializzandosi sempre più: la spiaggia libera è stata “recintata”, qua e là e con diversi mezzi, come fosse una proprietà privata. Infatti, per assicurarsi un lenzuolo di spiaggia e non restare senza spazio per banchettare, sono stati utilizzati diversi “mezzi”: nastri di sbarramento, piloncini e mattoni, ombrelloni aperti e “momentaneamente incustoditi”, ecc.

 

 

A corredo di questi escamotage, alcuni degli avventori – perlopiù barcellonesi che si professano sinceramente devoti a San Rocco – hanno dato sfogo alla loro migliore tradizione: il festeggiamento pagano e smisurato, tra musica neomelodica e grigliate consumate in un panino. E ciò che non serviva è stato abbandonato sulla spiaggia.

 

Le polemiche non si sono fatte attendere. E si sa, ormai la migliore agorà è Facebook. Sui gruppi locali si sono susseguite accese discussioni: chi ha affermato che il barcellonese medio è il cittadino tipico che preferisce “la ricreazione” alla cultura; chi si è infiammato perché la spiaggia è rimasta sporca; qualcun altro ha sottolineato quanto poco sia rimasto della tradizione religiosa; qualcun altro ancora ha dato la colpa alla dozzina, e poco più, di camper arrivati a Spinesante in mattinata e rimasti fermi in una zona non autorizzata.

 

Semmai non fosse già abbastanza, il malcostume è stato accompagnato egregiamente da un parcheggio selvaggio e senza ritegno. Ci fosse stata la necessità di far passare un’ambulanza in uno dei budelli della frazione di Calderà, sarebbe rimasta inchiodata ai danni del malcapitato di turno.

Finita la festa, resta una amara conclusione: alcuni barcellonesi hanno perso ancora una volta l’occasione per rendere e lasciare la propria città bella e pulita, trasformando una tradizione che piace ai più in un crocevia tra spazzatura e pirateria, tra fumo di salsiccia e scarpe e borse contraffatte, tra illegalità e poco amore per gli ambienti comuni.

Per zittire tutte le colpe date a questo o a quello, basterebbe pensare che una civiltà non è data solo da chi l’amministra, ma soprattutto da chi la vive e la attraversa.