“Denunciati i due rumeni che hanno appiccato il fuoco al Tirone”. In questo modo altisonante i quotidiani cittadini hanno riportato un “fatto”,- quello di un 41enne ed un 37enne che intenti alla preparazione della brace, “hanno lanciato” fra le sterpaglie ed i rifiuti un pezzo di legno incandescente causando l’incendio,- che ha molto di un certo giornalismo immotivatamente sensazionalistico e con rilevati accenti settari e razzisti.
Mi rendo conto che questi giornalisti devono riempire i giornali ma i direttori delle testate, (Gazzetta del Sud e Tempostretto) dove sono ? Anche loro in questi anni hanno visto nelle nostre zone decine d’incendi causati da circostanze involontarie, si pensi a tutte le sigarette accese che i messinesi, e non i rumeni che non hanno neanche i soldi per comprarsele, hanno buttato e continuano a buttare fuori dai finestrini.
Certo è stato più facile fare intendere che due “terroristi e delinquenti rumeni”, mentre accendevano un fuoco, avevano l’intenzione di commettere una strage messinesi e di qualche connazionale. E anche l’accenno alla forze del bene, (polizia e vigili del fuoco”) è stato riportato in modo tale da sottolineare da una parte il gesto eroico del poliziotto che salva la signora svenuta e dall’altra che i cattivi sono stati assicurati alla giustizia.
Sia ben chiaro: onore al merito al poliziotto o ai vigili urbani ma quando un fatto normale, aiutare una signora svenuta o spegnere un incendio, diventa l’occasione per mettere in brutta luce tutta una popolazione, quella Rumena, si è persa un opportunità di cambiare un modo di pensare gretto e meschino per passare ad una visone del mondo meno razzista.
Se poi entriamo nel merito della questione non solo ci rendiamo che la conto che la stessa notizia poteva essere data anche in altro modo. Per es. “due quarantenni mentre accendevano una brace provocavano incautamente un incendio che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine per essere domato”. “ La circostanza è al vaglio della magistratura per eventuali rilievi di responsabilità penale”. Ma anche della necessità imperante di stigmatizzare questo giornalismo dell’untore, al fine di non dimenticare la vera funzione educativa e sociale che deve essere riconosciuta a un certo buon giornalismo oggi più che mai in via di estinzione.
Sia ben chiaro: onore al merito al poliziotto o ai vigili urbani ma quando un fatto normale, aiutare una signora svenuta o spegnere un incendio, diventa l’occasione per mettere in brutta luce tutta una popolazione, quella Rumena, si è persa un opportunità di cambiare un modo di pensare gretto e meschino per passare ad una visone del mondo meno razzista.
Se poi entriamo nel merito della questione non solo ci rendiamo che la conto che la stessa notizia poteva essere data anche in altro modo. Per es. “due quarantenni mentre accendevano una brace provocavano incautamente un incendio che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine per essere domato”. “ La circostanza è al vaglio della magistratura per eventuali rilievi di responsabilità penale”. Ma anche della necessità imperante di stigmatizzare questo giornalismo dell’untore, al fine di non dimenticare la vera funzione educativa e sociale che deve essere riconosciuta a un certo buon giornalismo oggi più che mai in via di estinzione.
Ma forse il fatto giornalistico non doveva essere quello riportato ma la circostanza di tutti quei Rumeni che abitano nelle baracche del Tirone, di chi sono ? e del perché abitano in quelle condizione così abiette da non prevedere neanche un cucinino per farsi da mangiare ? Avremmo cosi saputo che tutti quei Rumeni non sono caduti dal cielo o improvvisamente apparsi sul territori cittadino ma sono quegli stessi Rumeni che vengono scacciati come appestati dalle varie zone della città che di volta in volta questa amministrazione comunale decide di “risanare”.
Fischiano ancora le orecchie per le parole che l’Assessore al Waterfront pare abbia detto con riferimento alle famiglie dei Rumeni. I beni informati hanno riferito che mentre era sottoposto al crogiuolo dei complimenti e degli appalusi per aver provveduto al risanamento della zona falcata ed in occasione di una delle molteplici conferenze stampa ebbe a dire: “Finalmente li abbiamo buttati fuori…e ora possiamo continuare con il risanamento”.Non deve meravigliare. E’ proprio un modo di pensare e di fare. Risanare non significa eliminare il materiale di risulta e la spazzatura che affligge il fronte-mare di Messina. Non significa bonificare la zona dai residui di amianto a dalle baracche. Risanare significa buttare fuori i Rumeni o i Nomadi che non hanno neanche il buonsenso di avere una casa. Figuratevi che li chiamano senza-tetto.
Se questo sentire razzista e xenofobo viene amplificato e estremizzato anche da questa classe giornalistica tutte le azioni politico-amministrative “scorrette” avranno la loro giustificazione e scusante. Ed è in questa logica che ai nomadi buttati fuori dai loro campi si è provveduto a fornire un tetto (vedi gli alloggi assegnati dall’Assessorato al Risanamento) mentre per Rumeni è diventato un nuovo delitto essersi trasferiti dal cielo di maregrosso a quello del Tirone.
Che il Tirone poi sia la nuova zona di interesse economico dei soliti “gruppi” politici-industriali cittadini non abbiamo bisogno di sentircelo dire dall’Assessore Scoglio, mentre è sicuramente più rumoroso il silenzio tenuto delle Associazioni di categoria sulla vicenda di queste famiglie Rumene. Preoccupate di accaparrarsi i fondi statali e regionali spesso dimenticano che tra i senza-tetto, poveri e bisognosi di assistenza varia vi sono anche i Rumeni.
Pietro Giunta