“Non c’è perdono senza pentimento. Gli assassini non si sono mai pentiti. Lo Stato però gli ha dato dei benefici con gli arresti domiciliari. Io li perdonerei solo se dicessero da chi sono protetti. Devono mostrare lacrime di dolore. Si devono comportare degnamente. Devono diventare brave persone”. Piero Campagna
Bambini e ragazzi alla Parrocchia Santa Maria di Gesù a Provinciale hanno voluto ricordare Graziella Campagna, in occasione dell’anniversario della sua morte.
L’incontro organizzato da Don Terenzio ha ospitato i fratelli di Graziella, Pasquale e Piero e la giornalista Rosaria Brancato, autrice del libro”Con i tuoi occhi”. Don Terenzio Pastore ha sottolineato la drammaticità della storia della giovane di Saponara: “Graziella aveva 17 anni e non ha fatto niente per toccare gli interessi dei mafiosi. Era nel posto sbagliato al momento sbagliato. La conoscenza di questa storia ci deve aiutare a un impegno. Vogliamo provare a fare festa perché quel seme qualcosa ha generato, ma ci rendiamo conto che ogni giorno è un proliferare di cultura mafiosa. Ieri, quando siamo tornati da Saponara, abbiamo saputo della rapina e allora ci rendiamo conto che la festa di ieri non è stata compiuta. Facciamo che il male non cresca e che non si alimenti della nostra indifferenza”.
Pasquale Campagna non ha nascosto la sua emozione davanti alla platea di giovanissimi: “È stato emozionante vedere la recita dei ragazzi che hanno descritto la storia di mia sorella con amore e impegno. Per noi parlare è un dolore immenso. In 27 anni non c’è stato un giorno in cui non abbiamo pensato a Graziella. Voi ragazzi avete raccontato di come l’indignazione sia cresciuta. Mia mamma oggi ha 74 anni e ancora porta il lutto. Lei dice sempre una cosa:‘Io vivo perché mi sento responsabile verso di voi. Io sono un pilastro senza la voglia di vivere che c’è per darvi coraggio’. Oggi noi stiamo facendo rivivere Graziella. Il giorno del funerale, Piero ha giurato sulla tomba dicendo:’Io ti farò giustizia’. Piero abbandonò ogni cosa per cercare la verità. La strada piano piano si è schiarita. Alla fine ha vinto l’impegno. Oggi ricordiamo Graziella per la sua purezza. Sognava di sposarsi e l’indipendenza. Il tono di Pasquale si fa più deciso quando ricorda che le lezioni di legalità non si fanno solo tra i banchi di scuola: “La legalità non si fa solo nelle scuole, ma anche nelle sedi istituzionali. Dobbiamo ribellarci a ogni forma di repressione, anche attraverso l’impegno politico. Non si possono accettare insieme la scomparsa di una persona e il silenzio della buona gente. Per far morire la mafia ci vuole l’impegno”. Nelle parole di Piero Campagna traspare una grande emozione: “Se nel sistema mafioso fossero tutti bambini, la mafia non esisterebbe. I bambini sono genuini. Io spero che la morte di Graziella serva a qualcosa e chi sta al potere, deve impegnarsi affinché storie simili non accadano più. Mia sorella non conosceva nemmeno la parola “mafia”. Immaginate per un attimo gli assassini. L’hanno fatta inginocchiare. Ha pregato per non essere uccisa; nonostante questo però non hanno avuto pietà. La mafia non risparmia nessuno. È il male che ci circonda”.
Piero ha un sentimento di rimpianto verso quelle istituzioni che non fanno il proprio dovere: “Ci sono delle persone delle istituzioni che non fanno il proprio dovere e vengono premiate. Penso alla trattativa Stato-Mafia. A Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino non è piaciuta e sono stati uccisi. Il male si sta diffondendo.
La Costituzione viene continuamente violentata. Oggi l’immoralità è la strada per entrare in politica. Il politico deve imparare a mettere al primo posto il bene altrui”. Intanto, a quanto riferisce ancora Piero, la lotta della famiglia non è ancora finita ma continua “Io cerco ancora i mandanti dell’omicidio”. Rosaria Brancato, ha rimarcato la necessita di fare la differenza, rifuggendo dall’omologazione imperante: Voi oggi avete avuto l’occasione di ascoltare una storia attuale. Graziella ha incontrato la morte per una scelta normalissima: trovare un lavoro. Dovete imparare a non dire:’Non me ne frega’perché ogni singola vita dipende dalla nostra scelta. La giovane è stata uccisa per venticinque anni perché quelli del paese non hanno mostrato interesse. La scrittrice ha ricordato quindi le connivenze che hanno protetto gli assassini della giovane ragazza di Saponara come Santo Sfameni che è stato compianto da molti, anche dalla chiesa, che lo ha ricordato nell’omelia funebre come benefattore. In questo caso, però, anche le istituzioni erano presenti con un posto in prima fila”. In appendice all’evento abbiamo fatto qualche domanda ai fratelli Campagna.
Pasquale puoi descriverci le tue sensazioni alla fine di queste due giornate organizzate per ricordare Graziella?
Due giornate di ricordo sempre espresse con molto dolore, ma nello stesso momento importanti perché l’abbiamo vissute con i ragazzi. Noi ringraziamo le scuole, e speriamo che altre siano sollecitate a parlare di legalità affinché la Sicilia cambi. Noi- lo dico a nome di tutta la mia famiglia- saremo accanto a loro, affinché un giorno possiamo dire la mafia non c’è più.
Piero per il lavoro che svolgi ogni giorno incontri realtà disagiate. La mafia va combattuta su più fronti. Cosa manca secondo te?
Manca il recupero delle persone che sono state arrestate. Queste persone vanno reintegrate nella società con un lavoro, dandogli la possibilità di studiare. Bisogna abbattere questo muro.
Che cosa è cambiato nella società da quel 1985?
Nel popolo non è cambiato nulla. Siamo sempre gli stessi di 2000 anni fa. Dobbiamo fare il nostro dovere, perché ognuno di noi ha una responsabilità. Penso al presidente della Repubblica. La verità è un dovere civico. Noi siamo stati sostenuti dall’associazione Antimafie Rita Atria e da Nadia Furnari. Grazie a lei siamo venuti a conoscenza della verità. Poi si sono associate le forze dell’ordine e della società civile. Nel caso di Graziella c’è stata una grande collaborazione. Penso ad Antonino Caponnetto, a Rita Borsellino e l’associazione Libera.
Claudia Benassai