IL MARE DI EUGENIO VITARELLI AL SABIR FEST

Nella gremita saletta Stefano D’Arrigo appuntamento speciale della rassegna Sabir Fest Fiera di Messina, con Luigi Lo Cascio che ha regalato una toccante piece mista di reading e teatro sul bellissimo libro di Eugenio Vitarelli(Messina 1927-Pomezia 1994), dal titolo  Acqualadrone  sette storie più una pubblicato recentemente da Mesogea insieme al racconto Chiurma, prima edizione nel 1988 con prefazione di Leonardo Sciascia che aveva intuito la grande potenzialità di uno scrittore messinese da poco “sbocciato”  

Così si esprimeva Sciascia «Ed ecco finalmente questo primo volume dei racconti di Vitarelli: che in effetti ne fanno uno solo, un lungo racconto di mare realistico e insieme fantasioso, visionario: come si addice al mare di Messina, pieno di miraggi e di miti». 

All’inizio della performance l’attore esprime la sua riconoscenza per aver potuto scoprire, per l’occasione, un autore così interessante ma che non aveva raggiunto neanche i confini di Palermo; un autore aggiunge non spinto da chissà quali urgenze teoretiche ma piuttosto da un’urgenza di dire e raccontare. A spettacolo appena cominciato ironizza simpaticamente su un improvviso rumore di trapano, dicendo “è  l’incombere della globalizzazione” ma che in realtà, afferma, solo un voluto effetto speciale che doveva in realtà sentirsi al suo dire “tempesta!”Subito dopo comincia la lettura del libro primo,  la sua gestualità ragionata ed intensa e la sapiente ed incalzante orchestrazione delle sonorità e dei toni permette all’uditorio di immergersi  nelle sfumature complesse del  mare. Il mare è quello dello Stretto  dallo splendore perverso di forza possente,  ladruni che lambisce un villaggio marinaro tirrenico vicino Messina che va improvvisamente trasformandosi, nelle parole amare dell’autore,  da piccolo, storico e ridente villaggio di pescatori a località balneare. Particolarmente colpito si dice Lo Cascio della figura del vecchio e burbero Cosmo, figura di resistenza marinara, che incanta il protagonista e, scrutando con ossessione l’orizzonte, si fa cantastorie ammaliante di miti legati al mare visto come fatica, minaccia e vitale abbondanza.

Negli occhi di Cosmo sembra di cogliere quelli di Vitarelli, che essendo stato  pescatore anch’esso conosceva perfettamente ogni sfumatura naturalistica ed emozionale di questo immenso elemento cosmico; questa immersione descrittiva ed emozionale si esprime soprattutto nella scena letta che descrive una nuotata fatta dal protagonista,  in un mare di ope, per allontanarsi e distrarsi, prima di assistere curioso ed impotente alla mattanza di una tartaruga caduta nelle reti dei pescatori, crudelmente legata ad un pozzo,  e della  quale verrà descritto il cruento sacrificio.

Tra i personaggi che si dipanano nel racconto di Vitarelli Il giovane Lillo ed il suo rapporto simbiotico e particolare con il cane Flick al quale dice che anche se cambiassero identità, se tu fossi Lillo ed io Flick, la loro amicizia rimarrebbe sempre forte e bella; il personaggio sembra incarnare il futuro del borgo in quanto vede ormai il mare come luogo di villeggiatura e non più con gli occhi di fatica del padre pescatore.  

L’attività produttiva di Vitarelli, scrittore fiorito piuttosto tardi intorno ai 60 anni e con controversi pareri da parte della critica, si concentra nell’arco di circa quindici anni, oltre a diversi racconti usciti sulla Gazzetta del Sud vede  l’esordio  nel mondo letterario nel  1983 con il romanzo Placida, storia di amore e di guerra consumatasi in un casolare dalle parti di Spadafora, tra adolescenza e giovinezza, che scopriva la bellezza di vivere dentro l’orrore della guerra come commenta Sciascia. Seguono Acqualadrone (Theoria 1988), La chiurma (Il Girasole 1991), Sireine (Theoria 1990) e La sete (Il Girasole 1995).

Alla fine della performance, dopo un applauso partecipato e scrosciante, l’attore ha incontrato volentieri il pubblico accorso per congratularsi e per scattare qualche foto ricordo. 

 

Giuseppe Finocchio