Riuniti al Comune di Messina per rivedere il mare. Potremmo chiamare in questo modo la conferenza tenutasi oggi nella sala ovale di palazzo Zanca. Cambiamo Messina dal Basso e i Grillini dello Stretto, l’OrSA e il CUB, Rifondazione Comunista e SEL, l’Altra Europa con Tsipras e la Casa Rossa di Messina, tutti uniti per richiedere che Messina non sia privata del suo Mare.
Mare negato è, infatti, il titolo della manifestazione che prende il via il 16 Gennaio a Piazza Cairoli alle 9,30. Il corteo, che gli organizzatori sperano sia partecipato e sentito, vuole porre l’accento sulla strana alchimia urbanistica che vede una città come Messina e i suoi cittadini privati di quasi tutta la zona costiera, come se la città non fosse una città di mare. Dalla zona Annunziata e dalla rada San Francesco, dove approdano i traghetti della Caronte, all’area dell’Autorità Portuale, dove approdano le navi da crociera dei turisti stranieri, passando per la passeggiata a mare e a finire con la non meno importante zona falcata, la costa di Messina non è dei Messinesi ma di altri soggetti pubblici e privati. Il Comune e i cittadini della città anche per andare semplicemente a pescare con le canne al molo devono chiedere il premesso a qualcun altro.
Il documento politico e programmatico della piattaforma è chiaro ed indica nell’Autorità Portuale di Messina l’ente che non limitandosi alle sole competenze portuali che la legge gli ha affidato, ha tentato di estendere le sue competenze anche alle altre zone costiere e l’ha fatto con il Piano Regolatore Portuale del 2007. A mettere l’accento su questo provvedimento è stata la Consigliera di C.M.d.B Ivana Risitano: “ Il piano fu approvato dal Commissario Sinatra (all’epoca in cui la città era senza un Sindaco eletto) con i poteri del Consiglio Comunale, questo vuol dire che sono state svuotate, politicamente parlando, tutte le fasi del dibattito democratico. Attualmente il Piano prevede, porticcioli turistici, cemento e grattacieli, ma al di là di quello che oggi rappresenta vi è proprio un vulnus della democrazia perché non è passato dal dibattito d’aula del Consiglio Comunale”.
I Grillini dello Stretto, invece, pongono l’accento sulla necessità che s’stituisca un’Autorità Portuale dello Stretto che superi le politiche Nazionali e Ragionali, intenzionate a trasferire le competenze dell’Autorità Portuale a Catania o ad Augusta declassando il porto di Messina e passando sulla testa dei cittadini e del territorio. “E’ come se avessimo, dice il rappresentante dei grillini, un Sindaco lato monte e un Presidente (dell’A.P.) non eletto lato mare che ha cercato di allargare le sue competenze “portuali” sino a ricomprendere tutte le altre aree costiere, la Fiera, la zona Falcata ecc.”
Su una posizione a difesa dei lavoratori, del ripristino del Punto Franco e della tutela del porto storico di Messina il Sindacato dell’OrSA, che con i suoi rappresentanti Mariano Massaro e Michele Barresi, ha posto l’accento sulla necessità di riprendere la lotta per ottenere il rispristino del Punto Franco che sarebbe l’unico, insieme a Trieste, su tutto il territorio Nazionale e in questo senso un’occasione da non perdere in termini di sviluppo economico e occupazionale. “E’ vero, riconosce Mariano Massaro, che con quest’amministrazione non sempre ci siamo trovati in sintonia, ma a questa piattaforma aderiamo con convinzione anche a tutela della cantieristica e dei lavoratori che quest’Autorità Portuale egemone ha dimenticato”. La tutela del porto storico da non dimenticare è stato l’intervento di Michele Barresi. “ 5 milioni di passeggieri dalle navi crociera, treni che traghettano, un milione e seicentomila pendolari che ogni anno attraversano lo Stretto, lavorazioni connessi e 2 mila lavoratori dell’indotto. Questa è una battaglia che il Sindacato non può affrontare da solo ed è per questo che abbiamo aderito alla piattaforma”.
Se queste sono le motivazioni, le richieste che hanno visto l’adesione al programma e al corteo di Sabato non sono meno importanti. Dalla smilitarizzazione della Zona Falcata a favore di un suo recupero paesaggistico e naturale, dal rispristino del punto franco alla richiesta di un nuovo Piano Regolatore Portuale che sia realmente discusso dalla città e che superi una visione cementizia a favore di una riqualificazione sostenibile anche attraverso un “parco integrato”. In definitiva, la restituzione di un’area costiera ai cittadini di Messina che ne sono già proprietari ma non ancora possessori.
@PG