Il Meridione che scompare, senza scelta

Centinaia di ragazzi partono ogni anno, per studiare o per lavorare. Alcuni per scelta, perché vogliono vedere il mondo e respirare a pieni polmoni. Altri per necessità, perché bisogna pur iniziare a guadagnare qualche spicciolo prima o poi. C’è chi parte con una valigia leggera per una piccola parentesi di vita. C’è chi parte per imparare e poi torna, vuoi per nostalgia vuoi per necessità. C’è anche chi parte per non tornare più. E chi prende un aereo senza porsi troppe domande.

Nel Sud si è tornati ad emigrare, come ai tempi dei nostri nonni. Si parla sempre delle loro valigie di cartone, mentre oggi ci muoviamo con i voli low-cost e spediamo pacchi con tariffa internazionale colmi di generi di prima necessità. Soprattutto parmigiano ed olio di oliva, mi dicono. I miei nonni sono rimasti in Sicilia: da sfollati a Sinagra o guardando gli aerei passare rumorosi sopra paesini dell’entroterra o da piccoli monelli che hanno preso calci dai nazisti e cioccolata dagli americani. Io sono rimasta. Un po’ per scelta, un po’ per abitudine, un po’ perché all’inizio ci credevo veramente, poi è diventata abitudine e necessità.

Andrea non ha potuto scegliere. Anche lui è partito in una fresca notte di luglio, ma non tornerà. Eppure avrebbe voluto restare e tentare di cambiare qualcosa nella sua terra. Una terra arida, che perde ogni giorno forze vitali, fondamentali per poter rinascere. Sarebbe stata forse solo una goccia in più, ma con la forza dei vent’anni, dei sogni nel cassetto e l’incoscienza di dire sempre ciò che si pensa. Un giovane come altri, a cui piaceva porsi delle domande e porle agli altri. Un piccolo uomo che trovava qualche ora da passare in “sezione” e che non ha avuto modo di diventare grande. Chissà se la stanchezza degli anni si sarebbe fatta sentire, se la voce gli si sarebbe spezzata in gola per la frustrazione quotidiana o avrebbe tenuto alta la testa per fare la differenza. Una madre ha perso il figlio, tanti amici un compagno di strada, tutti noi una goccia di vita.

Un ventenne in scooter che tornava a casa, che non ho conosciuto in vita, ma sfiorato quella notte. Quando ci hanno fatto deviare percorso, quarta auto della piccola fila. «Ragazze, fate inversione. C’è stato un incidente e ci sono due ragazzi a terra». Poi abbiamo sentito le sirene di due o tre ambulanze ed abbiamo visto la Punto dei Carabinieri sfrecciare nella carreggiata opposta. Una piccola goccia è saltata fuori dal vaso ed anche per Andrea dovremmo diventare ruscelli, superando le differenze con la forza del confronto, per ritrovare la forza dei vent’anni, dei sogni nel cassetto e l’incoscienza di dire sempre ciò che si pensa.