Il centro d’iniziativa culturale “Antica Casa Mangiò” sorge a metà strada tra la piazza Niosi e la Vecchia Pescheria, in pieno centro storico.
Quando le sorelle Faustini ereditarono nel 2008 questa vecchia casa di famiglia sita al numero 4 di Via Turati, il primo pensiero fu quello di rimetterla in sesto, affittarla e ricavarne un utile. «Poi – racconta Gloria, una delle due sorelle – ci siamo rese conto dello stato di degrado urbanistico e sociale in cui versava il centro storico, trasformato in un ghetto per anziani ed extracomunitari. Così, di comune accordo con mio figlio, abbiamo deciso di trasformare questa vecchia casa in un centro culturale». Utilizzata inizialmente per ospitare mostre, conferenze e presentazioni di libri, Casa Mangiò ha gradualmente cambiato il suo volto, abbandonando la piatta e statica funzione di luogo adibito ad ospitare iniziative di vario genere e divenendo centro attivo di produzione socioculturale.
Una metamorfosi dettata da un gesto d’amore nei confronti del proprio paese e dalla riflessione secondo cui, osserva Gloria Faustini, «non può esserci vera cultura senza una conoscenza critica della propria storia e una presa di coscienza della condizione sociale collettiva». Cultura che diventa capacità di riflettere su se stessi e di proporre strade diverse per la convivenza umana e il dibattito collettivo. Nasce così “Il Paese Invisibile”, la prima di una serie di inchieste svolta dal centro culturale sulla realtà pattese: una ricerca storica e socio-antropologica sui rioni del centro storico e le vite che lo abitano. «La metodologia adottata – spiega Gloria Faustini – punta a raccontare aspetti meno noti della storia pattese, da un lato attraverso la rilettura delle fonti storiche ed archivistiche, dall’altro utilizzando le storie di vita di quegli anziani che hanno vissuto l’intera loro esistenza dentro il centro storico e attraverso le cui interviste è possibile comprendere come siano effettivamente cambiati questi luoghi, quali sono stati gli eventi traumatici, i grandi momenti di svolta».
Le inchieste de “Il Paese Invisibile”, oggi raccolte in una serie di opuscoli, hanno il merito di raccontare quelle realtà, spesso passate sottotraccia, composte di persone, fatti e saperi poco noti alla storia e alla cronaca, ma fondamentali per la vita della collettività e per la ricerca di nuove risposte all’attuale crisi economica. «Ridare una voce e un viso alle categorie sociali che da sempre hanno rappresentato il nerbo del tessuto economico-produttivo della cittadina significa anche ripartire da nuove proposte, da nuovi modelli di convivenza e di sviluppo ecosostenibile, che puntino alla riscoperta delle identità e delle ricchezze locali» riflette la Faustini.
Oggi “Il Paese Invisibile” è diventato un’associazione che si prefigge lo scopo di approfondire la ricerca già avviata e diffonderne i risultati attraverso i mezzi di comunicazione più efficaci per arricchire e vivacizzare il dibattito culturale e politico. Il programma di attività di quest’anno ruoterà intorno a tre interessanti progetti. In primis il teatro-inchiesta, attraverso cui si promuoveranno alcuni spettacoli di strada basati proprio sulle ricerche effettuate dall’associazione: in quest’ottica è previsto per il 24 novembre lo spettacolo dei cantastorie Fortunato Sindoni e Mauro Geraci, i quali eseguiranno le “12 Ballate del Paese Invisibile”, partendo dalle vecchie storie di paese fino ad approdare agli attualissimi temi del precariato e del randagismo. L’altro progetto riguarda la ricerca e la diffusione della tradizione enogastronomica locale, attraverso una raccolta di antiche ricette, l’allestimento di “mercatini dei sapori scomparsi” e la degustazione di vini pattesi.
Infine si proseguirà con una serie di dibattiti sulle nuove forme di gestione del territorio.