Cercare una soluzione per il ripristino del servizio di logopedia pediatrica soppresso 5 mesi fa, senza alcun preavviso, dall’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina, e mai riattivato presso l’istituto IRCCS Bonino Pulejo dove, teoricamente, era stato trasferito.
Questo l’oggetto dell’incontro avvenuto questa mattina presso gli uffici della direzione del Papardo. Un confronto chiesto dal Sindacato Generale di Base (SGB) che ha riunito intorno a un tavolo il Commissario Letizia Diliberti, il Direttore sanitario Paolo Cardia, il Direttore amministrativo Marco Restuccia, l’avvocato Antonio De Luca, legale di alcune famiglie coinvolte nella soppressione del servizio, il sindacalista SGB Vincenzo Capocolla e alcune madri di bambini in terapia, o meglio, SENZA terapia dal 17 maggio 2017.
Si parla di bambini affetti da patologie più o meno complesse, che da quel fatidico giorno di metà primavera hanno dovuto abbandonare la struttura ospedaliera presso la quale erano in cura, nonostante avessero regolarmente prenotato una terapia di cui, nei fatti, non hanno più potuto usufruire. Il perché della totale assenza di un preavviso nei confronti di pazienti e professionisti è, a tutt’oggi, un mistero. Il perché il servizio teoricamente trasferito all’IRCCS Bonino Pulejo non sia mai stato attivato è, anch’esso, un mistero. Così come resta inspiegabile il perché fino al 24 maggio l’ospedale Papardo abbia accettato ulteriori prenotazioni, con relativo pagamento di ticket.
Ciò che è invece chiaro da ormai 5 mesi, è che decine di bambini per i quali la continuità terapeutica rappresenta un elemento fondamentale per il superamento di problematiche più o meno gravi, si sono visti privati del proprio diritto alla salute.
Il Commissario Diliberti, ammettendo un’anomalia nelle tempistiche imputabile alle numerose trafile che un procedimento di trasferimento implica, sostiene di non avere elementi che possano spiegare le dinamiche che hanno portato all’interruzione repentina e senza preavviso del servizio di logopedia, visto il rinnovo dell’amministrazione del Papardo posteriore rispetto allo svolgimento dei fatti. “Noi, come amministrazione, siamo arrivati ad agosto, nel momento in cui il percorso di trasferimento dei reparti dall’azienda Papardo all’istituto IRCCS, era già ampiamente completato” ha affermato il Commissario Diliberti durante l’incontro, precisando come il trasferimento fosse seguito all’emanazione della legge regionale (LR) 24 del 2015 e del Decreto del Presidente della Regione (DPRS) 551 del 2016, che prevedeva il trasferimento di 31 posti letto di Riabilitazione del Papardo all’IRCCS Bonino Pulejo, sottolineando la circostanza che la nuova azienda Papardo non dovesse più garantire il servizio di riabilitazione. Manifestando solidarietà nei confronti delle famiglie colpite dal disagio, il Commissario ha inoltre garantito che la problematica inerente la soppressione del servizio di logopedia pediatrica e la sua mancata attivazione presso l’IRCCS sarebbe stata tra i punti discussi con il Direttore dell’ IRCCS stesso, Angelo Aliquò, durante un incontro previsto nel pomeriggio. La dottoressa Diliberti ha inoltre promesso immediata comunicazione alle famiglie e all’avvocato De Luca dell’esito del confronto con il dott. Aliquò, fissando già in mattinata un nuovo appuntamento per il prossimo martedì 17 ottobre.
In serata la dichiarazione di Vincenzo Capocolla, SGB: “Al momento non abbiamo avuto alcuna comunicazione dopo l’incontro. Un incontro per noi positivo perché il Papardo, con tutta la Dirigenza, ci ha confermato la possibilità di avere risposte e soluzioni a breve termine. Nonostante in queste ore non ci sia giunta nessuna comunicazione, abbiamo comunque un nuovo incontro per martedì. Noi queste soluzioni ce le aspettiamo – continua Capocolla – le vogliamo perché riguardano la collettività. Riguardano il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Aspettiamo fiduciosi delle soluzioni che siano per tutti, generali, trasparenti e che riguardino l’intera collettività”.
“In questo momento sono i bambini ad avere la priorità – afferma l’avvocato De Luca – è palese che si sia violato e si stia continuando a violare il diritto alla salute. Questi bambini non hanno avuto la garanzia della continuità del servizio sanitario. Non importa al momento capire chi o che cosa abbia causato questo disagio. Ad oggi urge una soluzione il più immediata possibile”.
Un diritto alla salute e alla continuità assistenziale scritto a chiare lettere all’interno del sovracitato Decreto 551 del 2016 che, all’articolo 7, prevede che l’azienda Papardo abbia l’obbligo di garantire, nella fase di transizione, la piena operatività assistenziale. Il problema è che, come sottolineato dalla stessa Diliberti, la fase di transizione si è già conclusa da un pezzo. Ciò che non è ancora completamente chiaro, è come sia avvenuta questa transizione.
Diciture e definizioni rischiano di infittire una trama già troppo intricata in partenza. Una legge, la 24 del 2015, che regola l’accorpamento dell’AO Papardo all’IRCCS Bonino Pulejo. Un Decreto, il 551 del 2016, che prevede all’articolo 3 il trasferimento volontario di alcuni reparti (e logopedia non compare, ma riabilitazione si) e obbligatorio per i reparti di fisiatria e fisioterapia. Una nota, la 7489 del 17 febbraio 2017, in cui il Papardo dichiara il trasferimento di 14 fisioterapisti, e neanche un logopedista, all’IRCCS (9 subito e 5 in seguito). Una deliberazione, la numero 83 del 28 febbraio 2017, che approva la nuova dotazione organica del Papardo. Una nuova nota, la 13240 el 23 marzo 2017, posteriore all’approvazione di cui sopra, nella quale compaiono i 2 logopedisti da trasferire e nella quale non si parla più dei 5 fisioterapisti contenuti nella nota precedente, ma in cui si sottolinea come l’azienda Papardo “intende utilizzare le prestazioni professionali del predetto personale a sostegno di esigenze proprie dello stesso”, riferendosi, secondo quanto sostenuto dalla direzione del Papardo, alle prestazioni previste nel postoperatorio. Si parla di logopedisti che, da quanto emerso dall’incontro di oggi, rientrano nel trasferimento del reparto di Riabilitazione vista l’assenza dello stesso nella nuova azienda ospedaliera Papardo.
In mezzo a tanta confusione, e chiarendo come l’incontro di oggi sia stato non un attacco ma solo una richiesta di ascolto e di aiuto da parte di tante mamme disperate all’idea di inserire il proprio figlio in liste d’attesa di minimo due anni presso l’ASP, il clima che si respira è quello di una fiduciosa attesa.
Citando una delle madri oggi intervenute all’incontro:
“Non importa cosa sia successo. Non importa dove ci mandiate, se al Papardo, all’IRCCS o in provincia. I bambini devono riprendere la terapia.”
Punto
GS Trischitta