Il paradosso di una firma

«Sentire che viviamo è di per sé dolce,

poiché la vita è per natura un bene ed è dolce

sentire che un tale bene ci appartiene.

Vivere è desiderabile,

soprattutto per i buoni, poiché per essi esistere

è un bene e una cosa dolce».

Aristotele, L’Etica nicomachea

Come in tutte le città d’Italia il 25 novembre è la giornata dedicata alla sensibilizzazione alla lotta delle violenze contro le donne.

Ed è per questo motivo che a Messina, come in tutte le piazze italiane, si sono dati appuntamento tutte le forze impegnate in questa lotta, a tratti impari.  La Polizia di Stato era presente con il proprio “progetto camper”, un progetto volto a portare conoscenza e sensibilizzazione nelle strade come nelle scuole,  stabilendo come l’impegno delle forze dell’ordine sia in prima fila nel tentativo di debellare queste meschine forme di violenze.

Violenze che hanno tanti volti, dalla moglie, spesso offesa, sino alla morte, alle adolescenti; vittime di una società incapace di riconoscere i molteplici gridi di allarme. Quotidianamente registriamo due femminicidi e nei primi 10 mesi abbiamo registrato 114 vittime, ma questi numero, purtroppo non sono esaustivi, a loro dobbiamo aggiungere le migliaia di forme di violenza che, pur non producendo un omicidio, colpiscono le donne, soprattutto in ambienti “amici”.

Un vero e proprio bollettino di guerra contro coloro che dovremmo amare.

Ma ancora non basta! Alla nostra statistica dobbiamo aggiungere le migliaia di donne profughe che da anni raggiungono le nostre coste, scappando non solo da guerre e fame, ma anche da organizzazioni specializzate nella loro tratta. Donne che pagano lo scotto della loro bellezza  per questo diventano merce, merce di scambio, merce di piacere. Vendute a ogni tappa, obbligate alla prostituzione e sottoposte a ogni forma di violenza che, spesso, non si placano al raggiungimento delle coste italiane.

 Migliaia di donne sbarcano sulle panchine dei nostri porti incinte, immaginando per le loro bambine un futuro migliore, diverso dal loro passato di fame e terrore, sperando in una reale politica dell’accoglienza

Ma cosa fa la politica a Messina il 25 Novembre?

Non trova nulla di meglio che posizionarsi di fronte al “banco di sensibilizzazione dei Carabinieri”, quasi una sfida alle istituzioni, e con l’avvallo di una Onorevole neo eletta chiedono ai cittadini di esprimere il proprio disprezzo alla sofferenza femminile, chiedono di firmare affinché la politica nazionale non legiferi a favore dello IUS SOLI.

NO alla cittadinanza ai bambini nati in Italia, no ai bambini nati da chi ha creduto nel miraggio della terra accogliente e cristiana, e quindi lì a elemosinare una firma in nome di chissà quale diritto di padronanza territoriale, lì a chiedere il disprezzo della sofferenza e del bisogno, lì a esibire la propria forza di Politico, con tanto di maglia nera, che da donna, nel giorno delle donne, oltraggia le donne. 

In riferimento all’articolo sopracitato, riceviamo dall’Onorevole Elvira Amata un testo di contradditorio che, con piacere, riportiamo qui di seguito:

 

Rispetto al pezzo pubblicato dalla vostra testata, dal titolo “Il paradosso di una firma”,  mi corre l’obbligo di fare delle precisazioni che devo a me stessa, al mio partito,  alle donne che da sempre ho difeso personalmente mettendoci la faccia e senza mai pormi alcun problema, nonchéé alle forze dell’ordine che erano presenti in piazza sabato mattina per condurre una campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere che condivido totalmente e a cui io per prima ho aderito. (Per confermare ciò, basta controllare sul

mio sito web e i social a me riconducibili, nonchéé agli interventi che nella mia qualitàà di consigliere comunale ho presentato chiedendo a Prefetto e Sindaco di adottare misure a tutela della sicurezza delle donne. Parlano gli atti e i fatti).

 Quanto da voi pubblicato ha dell’assurdo rispetto al reale stato delle cose. Passare per una xenofoba che sfrutta un’occasione come il 25 novembre per schierarsi contro i diritti delle donne è abietto.

 In rispetto dei messinesi, alcuni dei quali certamente vostri lettori, preciso che la scelta di organizzare i banchetti in delle date stabilita non è stata un’iniziativa arbitraria ma dettata da guide nazionali e non certo calendarizzate per motivi di sovrapposizione a date dedicate alla difesa dei diritti.

 Fratelli d’Italia è un partito che si è speso in modo forte da sempre sul tema della tutela dei diritti delle donne, chiedendo maggiori tutele sul luogo di lavoro, nelle città, in famiglia. E io, che sono donna e madre, oltre che membro direttivo di FdI, non posso consentire categoricamente si sostengano falsità come quelle che ho letto, ascrivendole a me e/o al mio partito.

  Entrando poi nel vivo della nostra campagna contro lo Ius Soli, Fratelli d’Italia sta facendo una battaglia che si fonda su ragioni di merito e di metodo. Quello che il Governo propone è una vera e propria riforma del nostro sistema sociale. Una riforma che non può essere, a nostro avviso, proposta da un Governo come quello in essere, che non gode da tempo di credito e fiducia da parte degli elettori (lo dicono gli indici di gradimento e le stime elettorali degli ultimi due anni), sostenuto da una maggioranza parlamentare eletta con una legge elettorale che è stata dichiarata incostituzionale e che mai, dico mai, si è confrontato con gli italiani su un tema così importante.

  E allora il centro sinistra si presenti agli italiani con un programma elettorale che preveda questa riforma (ivi compreso l’articolo 4 che funge da vera e propria sanatoria per oltre un milione di persone e che niente ha a che vedere con la cittadinanza e le tutele per i minori) e si faccia accordare l’ok dai cittadini.

 In ultimo il video da voi pubblicato è un taglia e incolla di piccoli pezzi che elimina volutamente e strumentalmente fuori quanto anche qui, per iscritto, ho chiarito. Questo è un comportamento che personalmente ritengo inqualificabile.

Questo è quanto ritenevo di dovere a chi ha letto quanto da voi impropriamente riportato in modo assolutamente lesivo e offensivi nei riguardi miei e degli attivisti che si sono spesi in una campagna di informazione e raccolta firme per una sottoscrizione che, a nostro avviso, si limita a pretendere la strenua difesa della sovranità popolare e della democrazia. La quale, mi si consenta, non passa certo da deleghe in bianco, per di più mai firmate, ad un governo che agisce incurante del sentire della gente che neppure si cura di interpellare.