Impresa e nuova liberta’ da dietro le sbarre

L’emergenza sociale delle carceri e nuove vie per la riabilitazione dei soggetti detenuti: parte un progetto rivolto alle donne carcerate. Si chiama ‘Sigillo’.

Si è costituita da poco la prima Agenzia nazionale di coordinamento dell’imprenditorialita’ delle donne detenute. Si tratta della prima iniziativa siglata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia in sinergia diretta con le realtà imprenditoriali riconosciute come le più significative sul territorio nazionale a cui si chiede di trasferire concretamente le proprie buone prassi al contesto penitenziario femminile nazionale.

“Sigillo” – si chiama così – sarà quindi la prima agenzia nazionale a sostegno dell’imprenditorialità femminile delle carcerate. II progetto traduce in piano operativo l’innovatività promossa dal Protocollo di Intesa siglato dal DAP già il 7 maggio 2009. 

Obiettivo dell’agenzia sarà quello di curare le strategie di prodotto, comunicazione e posizionamento sul mercato di quanto realizzato dalle donne detenute presso alcuni dei più affollati Istituti Penitenziari italiani. A firmare il progetto frutto di 3 anni e mezzo di ricerca e conoscenza dell’effettivo stato dell’arte all’interno delle sezioni femminili, sono 5 cooperative sociali che negli anni hanno saputo distinguersi per le proprie capacità imprenditoriali e a cui si chiede di trasferire concretamente le proprie buone prassi al contesto penitenziario femminile nazionale. Oggi lavorare per l’inserimento lavorativo, vuol significare contribuire a potenziare e stabilizzare le realtà che si occupano di impresa sociale al femminile nelle strutture penitenziarie.

Il progetto “Sigillo” affronta il problema di mancanza di possibilità di lavoro per le persone ristrette nella libertà e soprattutto di un lavoro che, una volta scontata la pena, sia spendibile in termine di occupazione nel mercato del lavoro “normale”. L’esperienza lavorativa produce un incremento dell’autostima e della fiducia in se stessi, inoltre, promuove l’interazione con le altre persone, la puntualità, l’affidabilità nella relazione. Quindi la scelta di intervenire attraverso la creazione di lavoro ( avvio di nuove imprese sociali ) ovvero il consolidamento e potenziamento delle imprese sociali che già operano nelle strutture penitenziarie, è una scelta pertinente, al fine della reintegrazione nella società e della possibilità di diminuzione della recidiva. Dalla buone pratiche oggi esistenti nell’ambito delle imprese sociali femminile che, in questi anni, hanno lavorato nell’ambito penitenziario con l’obiettivo specifico della collocabilità nel mercato del lavoro di donne ristrette nella libertà, risulta evidente che la recidiva colpisce solo il 10% delle persone che hanno iniziato un percorso verso l’inserimento lavorativo.

In tal senso, il progetto intende creare una agenzia nazionale che supporta lo start up di nuove imprese sociali di genere (in ambito penitenziario) e che lavora sul potenziamento delle imprese sociali esistenti nella logica di mercato, dotandosi e facendo dotare le stesse imprese degli strumenti e dei meccanismi propri della impresa for profit (sostenibilità economica, marketing, branding , comunicazione e più in generale gestione di impresa) conciliandoli con la mission sociale (responsabile e tutor sociale).

‘Sigillo’ risponde in tutte le sue attività, poi, agli obiettivi del programma promosso dalla Cassa delle Ammende in quanto è finalizzato a creare posti di lavoro all’interno degli Istituti Penitenziari interessati; a offrire formazione, qualificazione e posti di lavoro ai detenuti; ad assicurare condizioni migliori di vita interna e maggiori opportunità per un inserimento lavorativo dopo la scarcerazione; a garantire lo sviluppo, la creazione di nuove imprese e la sostenibilità economica dell’azione imprenditoriale intrapresa e, conseguentemente, autosostenersi con opportunità lavorative richieste ed apprezzate dal mercato.

Obiettivo generale di SIGILLO è l’incremento dell’offerta occupazionale per le donne detenute negli istituti penitenziari italiani. Tutte le attività avviate e il supporto consulenziale offerto dall’agenzia Sigillo alle cooperative sociali operanti in convenzione con le Direzioni sono pertanto da intendersi esclusivamente strumentali al raggiungimento di tale obiettivo. Finora l’esperienza della cooperazione sociale come partner privilegiato del Dipartimento nella realizzazione dei progetti riabilitatitivi dei soggetti detenuti ha dimostrato come il lavoro possa essere determinante. Le nuove logiche di mercato e la rinnovata cultura sociale richiedono però oggi uno sforzo aggiuntivo.

Nella logica generale del potenziamento delle attività lavorative e dell’avvio di nuove imprese sociali, nel progetto sono state individuate quattro aree più specifiche: la consulenza per la sostenibilità economica delle iniziative imprenditoriali intraprese, la formazione diretta sul campo delle persone che avvieranno le nuove attività, il potenziamento delle strutture laboratoriali esistenti e l’implementazione strutturale di un’impostazione imprenditoriale (marketing, branding, comunicazione e più in generale gestione d’impresa).

Più in generale, occorre aggiungere che esperienze riabilitative come quella per i detenuti sono ormai oggetto di numerosi bandi ed iniziative correlate ad una piena reintegrazione sociale dei soggetti che sono in prossimità dello sconto della pena. E’ della Fondazione con il Sud, ad esempio, l’Iniziativa Carceri per avviare “progetti speciali e innovativi” a favore dei detenuti e delle loro famiglie. L’invito è stato rivolto a tutti i cittadini e alle organizzazioni del Sud Italia, mettendo a disposizione 2,4 milioni di euro. Nello specifico della realtà messinese la Fondazione di Comunità ha presentato un progetto sulla Casa Circondariale di Gazzi, realtà con una media registrata negli ultimi tempi di detenuti che oscilla tra i 350 e i 360. 

Interventi come quelli dell’Agenzia Sigillo fanno riferimento anche ad una normativa che in Italia, già agli inizi anni novanta prevedeva con la Legge 215/1992 “Azioni positive per l’imprenditoria femminile”, in cui era previsto il coinvolgimento di donne detenute per le finalità di legge.