La memoria non è mai solo privata, ogni racconto
familiare è lo squarcio che illumina l’atmosfera
e lo sfondo culturale in cui si svolgono gli eventi anche quando il
narratore non ne è consapevole. Narratrice fortemente
consapevole invece è Giovanna Trimarchi , messinese autrice di In fondo brillava il mare, Algra editore, 2019, che si è avventurata con entusiasmo e passione nella
storia della sua famiglia, anzi delle due famiglie che hanno generato i suoi
genitori, costruendo un vero e proprio romanzo
nel quale , però, la Storia con la s maiuscola non è uno sfondo , ma,
soprattutto nella seconda parte, si contende il suo interesse da
coprotagonista.
C’è
una motivazione personale in questa scelta così precisa: l’autrice prima di
imboccare la strada dell’insegnamento di
italiano e latino, negli anni giovanili si era dedicata alla ricerca storica
pubblicando anche il libro La formazione meridionalista di Luigi Sturzo con
prefazione dello storico Gabriele De Rosa.
Non
solo ricostruzione familiare quindi ma romanzo storico a pieno titolo, perfettamente
inserito nel mainstream letterario contemporaneo (vedi il successo di M di Antonio Scurati, de I leoni di Sicilia
di Stefania Auci, de Il rumore del
mondo di Benedetta Cibrario, per
fare solo nomi italiani).
Le
vicende prendono avvio nella notte dello spaventoso terremoto che distrusse
Messina nel dicembre 1908: le pagine dedicate alla ricerca dei propri cari da parte dei
sopravvissuti sono realistiche e strazianti” si udivano lamenti sotto mucchi di
sassi, urla continue: pochi superstiti correvano nudi, disperati, come
impazziti, altri si aggiravano allucinati, senza meta, altri ancora, chini
cercavano di scavare a mani nude, seguendo un lamento che andava
affievolendosi.”
La
ripresa della vita viene affidata al bisogno di normalità dei bambini e alla
sapiente descrizione delle attività della campagna, che al pari dell’infanzia
non permette pause . Anche il registro narrativo cambia acquisendo accenti
lirici “I ricami gareggiavano con l’incanto dell’azzurro istoriato da lievi
cirri filiformi, tinti di sfumature rosa dal sole che sorridente godeva della
ritrovata serenità”.
Alla
distruzione per mano delle forze naturali si aggiungono le conseguenze della
altrettanto devastante prima guerra mondiale. Le due famiglie affrontano le
difficoltà con orgoglio e spirito di sacrificio pur nelle differenze di ambito
sociale: i Prestifilippo proprietari terrieri, i Penna borghesi professionisti
che partecipano alla ricostruzione della città.
I
figli crescono, studiano, vivono passioni politiche, cercano la realizzazione
professionale, si incontrano, si innamorano. Si è instaurato il regime fascista
“Gli anni Trenta furono un periodo caotico, di sconvolgimenti e tensioni che
non potevano non portare a epocali cambiamenti. Litigi, guerre,
riconciliazioni, insieme all’illusione di un ritornato benessere e a nuove
aspirazioni imperialistiche rimescolavano le carte”.
Questo libro, concentrato di cuore e ragione, saga familiare e spaccato di vita della città di Messina dentro la grande Storia sarà presentato mercoledì 21 agosto alle ore 19 a Santa Teresa di Riva nel Giardino del Palazzo della Cultura, via Francesco Crispi, 536 alla presenza dell’autrice.