L’amianto è pericoloso, illegale, nocivo, letale e proprio per questo dal 1992 è illegale in Italia, il suo smaltimento e la relativa bonifica prevede un iter rigido e preciso a tutela della salute
Ma a Messina non è così, l’Amianto viene -ancora oggi- gettato a cielo aperto in discariche abusive, a Messina, accade, che si scarichi amianto all’interno di un area sequestrata alla mafia e tutto ciò accade a due passi dal mare (bello respirare fresca polvere di eternit e salsedine no?), accade a Mili, nell’area sequestrata al fù mafioso michelangelo alfano (morto “suicida” nel 2005)
L’area (cui foto sotto) è situata a due passi dal mare ed è composta da un ampia area abbandonata, piena di erbacce e “collinette sospette” a cui far da contorno ci pensano i chili e chili di lastre di Eternit accatastate, alcune bruciate, assieme a tanti altri rifiuti, a delimitare quest’area (di proprietà del Comune dal 2000) ci pensa un nastro giallo con su scritto “PERICOLO AMIANTO”, come se, per limitare le polveri ed il pericolo per la salute, bastasse un semplice nastro.
E dire che, dal 2000, di progetti per il recupero di quell’area ce ne sono stati tanti: dalla creazione di un ricovero per barche ad aree polifunzionali, dalla creazione di un area verde alla creazione di orti urbani, tanti, tantissimi progetti, mai realizzati ed, a distanza di 19 anni, quell’area rimane una pericolosissima discarica a cielo aperto, come se la mafia da lì non se ne fosse mai andata, come se, i loschi affari che un tempo erano protagonisti di quella zona, continuassero ancora coperti dall’etichetta di “bene sequestrato alla mafia” nell’immobilismo e menefreghismo di chi ignora le soluzioni e condanna la salute dei cittadini, condanna uno spazio alla sua morte.