Inquinamento, la Cisl lancia l’allarme e chiede l’istituzione di un tavolo permanente

La Cisl riaccende i riflettori sull’inquinamento di Messina e provincia presentando uno studio sui valori contenuti nell’aria che respiriamo. Ed è la Valle del Mela ancora una volta a preoccupare

maggiormente con le sue attività commerciali e industriali. 189 punti di emissione di sostanze che si diffondono nell’aria, 34 le attività certamente inquinanti, 48 quelle a ridotto inquinamento. Questi alcuni dei numeri diffusi dal sindacato, ma la denuncia riguarda soprattutto il fatto che i controlli sull’inquinamento sarebbero affidati a monitoraggi – di soggetti istituzionali e non -parziali o addirittura contrastanti, in sostanza poco attendibili. Le quantità di monossido di carbonio, biossido di azoto o idrocarburi metanici non sarebbero quantificate con esattezza e la Cisl riferisce anche che le centraline di monitoraggio non sarebbero utilizzate con regolarità dalla Provincia. Per le spese di gestione degli impianti dal 2005 al 2008 non sarebbero state utilizzate, infatti, nemmeno le cifre messe a disposizione dalla Regione. Esattamente 273.000 euro rimasti inutilizzati. Inoltre, osserva ancora il sindacato, i risultati derivanti dagli impianti di monitoraggio attivi sarebbero pubblicati sul sito della provincia solo un anno dopo le rilevazioni e questo non garantirebbe una tempestiva informazione ai cittadini. E la confusione generale sui dati relativi all’inquinamento di Messina e provincia ha portato alla costituzione alla Cisl di una task force permanete su “Ambiente, Lavoro e Sicurezza”. Coinvolti i segretari generali delle federazioni del settore industria. Ma quello che si chiede è anche un tavolo di confronto permanente istituzionale che coinvolga anche il prefetto, i comuni interessati e le autorità sanitarie.