“Favorire la scoperta dell’arte e dello spirito e soprattutto consentire a tutti l’accesso nei luoghi di cultura. Questo principio di accessibilità è la missione del nostro lavoro”. Con queste parole Barbara Marsala, attrice messinese, ci presenta Isiviù, (http://isiviu.com/ ) un progetto di accessibilità culturale introdotto da lei in Italia e in fase di sperimentazione già da qualche anno, con ottimi risultati.
Cosa vuol dire Isiviù?
Può voler dire tutto e niente, ma mi piace, si legge così come è scritto proprio perché da quel senso di immediatezza”. L’attrice ci racconta come è nata l’accessibilità culturale in Italia: “All’inizio degli anni 2000 ho avuto modo di conoscere un progetto di sviluppo che inizialmente prevedeva l’accessibilità culturale per gli stranieri e che è nato in seguito ad una collaborazione tra l’Università di Palermo e l’Università di Parigi, così ho deciso di introdurlo anche in Italia, ma cercando di coinvolgere persone con disabilità – dichiara Barbara Marsala – Ho sempre ritenuto che la cultura debba essere accessibile a tutti, di conseguenza ho deciso di introdurre il progetto di accessibilità culturale a Messina, al Teatro Vittorio Emanuele, portando l’Ernani di Giuseppe Verdi nel 2006 e coinvolgendo i non vedenti attraverso l’audiodescrizione”.
Ma cos’è precisamente l’audiodescrizione? E in cosa consiste?
“L’audiodescrizione è un servizio creato per le persone non vedenti ed ipovedenti, che consiste nell’inserire un commento all’interno della trama di un’opera lirica, teatrale o cinematografica. Una voce narrante, in pratica, spiega le scene, i costumi, i personaggi, i colori, i movimenti e tutto ciò che può rendere maggiormente comprensibile l’evento culturale. Viene dunque realizzato un copione affiancato alla trama originale dello spettacolo e viene inserito giocando con le pause”.
Barbara Marsala, dopo l’esperienza messinese, ha deciso di espandere l’audiodescrizione in giro per l’Italia: “Abbiamo fatto due stagioni di opera lirica al Teatro di Reggio Calabria, prima di introdurre il progetto di accessibilità culturale a Roma. Inizialmente non è stato semplice farsi largo e lanciare questa nuova idea, ma dopo due spettacoli molto fortunati al Teatro Vittoria abbiamo avuto la possibilità di fare una stagione intera al Teatro Ghione, mettendo in scena spettacoli in prosa, dunque più divertenti e graditi anche ad un pubblico giovane. Sta andando molto bene e sono pienamente soddisfatta, anche perché sono riuscita a coniugare il mio amore per il teatro e la mia voglia di aiutare le persone che hanno una disabilità”.
Barbara, infatti, oltre a lavorare in vari Teatri Italiani, collabora anche con l’unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti, con l’ente nazionale sordi e con il centro regionale “Helen Keller” come istruttrice di orientamento e mobilità e addestratore di cani guida per non vedenti.
Una donna impegnata nel sociale e, ovviamente, nello sviluppo culturale:
“Ritengo fondamentale rendere la cultura accessibile a tutti, soprattutto al giorno d’oggi. L’arte non deve essere messa da parte, ma bisogna stimolare le persone a saperla apprezzare. Spero fortemente che Messina possa fare passi in avanti in quest’ottica, capisco la situazione difficile del Teatro Vittorio Emanuele, ma mi auguro che tutto si risolva al meglio e spero di poter riportare l’audiodescrizione a Messina. Mi dispiace vedere protestare solamente gli orchestrali, perché dovrebbero scendere in piazza anche gli attori e i cittadini, il Teatro è di tutti i messinesi”.
La stagione in prosa a Roma sta andando oltre ogni aspettativa, Barbara Marsala si augura che si possa andare avanti con l’audiodescrizione anche il prossimo anno
“Come ho detto prima, sono veramente soddisfatta, spero di poter proseguire anche l’anno prossimo al Teatro Ghione, le sfide mi affascinano e l’appetito vien mangiando. Quest’anno abbiamo avuto ospiti del calibro di Massimo Dapporto, Giorgio Albertazzi, Valeria Valeri, Pino Insegno, Roberto Ciufoli e tanti altri. Ho sempre sottoposto questi grandi artisti ad una sorta di intervista, chiedendo loro cosa pensassero dell’audiodescrizione e come si descriverebbero ad un non vedente. Ognuno di loro ha risposto in maniera diversa, in base anche al loro carattere, ma tutti quanti sono sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda l’audiodescrizione e l’accessibilità culturale e ritengono sia davvero qualcosa di innovativo in Italia”.
E Barbara Marsala come si descriverebbe ad un non vedente?
“E’ una domanda che mi sono posta tantissime volte e non sono mai riuscita a darmi una risposta, forse perché non c’è bisogno. Ormai con molti di loro ho instaurato un rapporto amichevole e affettivo e ci capiamo al volo, mi percepiscono anche a distanza”.
E’ proprio il caso di dirlo, a volte per vedere non servono gli occhi, basta il cuore.
Fabrizio Bertè