Sono più di 800mila i minori stranieri presenti in Italia e sono in aumento sia quelli con famiglia che i minori stranieri non accompagnati: sono 6587 nel corso del 2009. Proprio questi ultimi preoccupano l’associazione ‘Save the Children’ che ha presentato ieri a Roma il primo rapporto annuale su “I minori stranieri in Italia” (in .pdf). “E’ il frutto del nostro pluriennale impegno su questo versante, a sostegno di centinaia di minori stranieri, soprattutto non accompagnati nelle aree dove è più rilevante la loro presenza come a Roma, Torino e in alcune città portuali” – ha spiegato Valerio Neri, direttore di ‘Save the Children’.
Sono in continua crescita i minori stranieri residenti in Italia, così come in aumento – nonostante i rischiosissimi viaggi e l’incertezza del futuro – i minori che entrano nel nostro paese per lo più via mare ma anche dalle frontiere terrestri del nord est, spesso da soli, a volte al seguito di smugglers (trafficanti) o di sfruttatori, e con l’idea di migliorare la propria condizione economica anche per aiutare le famiglie d’origine, o in fuga da guerre e violenze, come molti minori afgani, il cui flusso è in evidente aumento.
“Per perseguire il loro disegno migratorio, spesso i ragazzi stranieri scappano immediatamente dalle comunità d’accoglienza e scompaiono, per poi riapparire a chilometri di distanza, come è il caso di molti minori egiziani agganciati da Save the Children a Roma” – ha spiegato Neri. “A causa della mancanza di un sistema centralizzato di rilevazione della presenza dei minori migranti e a causa dell’”invisibilità” di molti dei minori soprattutto non accompagnati o figli di genitori irregolari, i dati ufficiali restituiscono un quadro per difetto del numero di under 18 nel nostro paese. Ciò che comunque emerge è un costante incremento della loro presenza”.
“Nel corso del 2008 e fino a febbraio 2009, sicuramente la Sicilia e Lampedusa sono stati la porta d’ingresso per molti minori soli in arrivo in Italia e questo in coerenza con il dato generale secondo il quale Marocco ed Egitto e in aggiunta i paesi del corno d’Africa, più la Nigeria, sono le aree di provenienza di molti di questi ragazzi” – prosegue Valerio Neri. “Schematicamente possiamo invece dire che Ancona e Venezia sono lo snodo di entrata della gran parte dei minori afgani, mentre dalla frontiera est di Gorizia entrano molte ragazze e ragazzi dell’est, in alcuni casi vittime di tratta. In alcuni casi i minori giungono in aereo a Fiumicino e Malpensa”.
“Dietro ogni minore, soprattutto non accompagnato, presente sul nostro territorio, c’è sempre una ragione e motivazione fortissime: di ricerca di protezione, di emancipazione economica e sociale, oppure di sfruttamento, come nel caso di molte nigeriane vittime di tratta arrivate via mare, o di tante ragazze dell’est-Europa coinvolte nello sfruttamento sessuale”, continua il direttore generale di Save the Children Italia.
“Perciò consideriamo particolarmente preoccupanti e gravi alcuni recenti provvedimenti, come i rinvii verso la Libia di decine di migranti in arrivo via mare, compresi sicuramente anche minori, e valutiamo che essi rappresentino una forte rischio per la tutela dei diritti dei minori stranieri sia non accompagnati che con genitori irregolarmente presenti nel nostro paese, alcune norme contenute nel “pacchetto sicurezza” (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica” che è stato approvato con voto di fiducia dal Parlamento ai primi di luglio ed è entrato in vigore l’8 agosto scorso – ndr), come quelle che introducono dei criteri molto restrittivi per la concessione del permesso di soggiorno al compimento del diciottesimo anno o, per esempio, quella che prevede l’ipotesi dirimpatrio dei minori comunitari coinvolti in prostituzione”.
“E’ necessario piuttosto rafforzare e razionalizzare il sistema di accoglienza del nostro paese, prevedendo delle strutture di prima e seconda accoglienza, e individuare una soluzione di lungo termine per ogni minore” – precisa ancora Valerio Neri. “Inoltre è essenziale adottare standard e procedure condivise in materia di identificazione, accertamento dell’età e verifica delle relazioni parentali dei minori in ingresso. Commettere degli errori durante anche uno di questi passaggi può tradursi nella violazione di alcuni diritti fondamentali dei quali i minori stranieri sono titolari, compresa l’adozione di provvedimenti altamente lesivi come la detenzione in centri per migranti adulti irregolarmente presenti, l’espulsione e la mancata protezione da violenza o tratta e sfruttamento”.
Roma ha conosciuto negli ultimi anni una rilevante presenza di minori stranieri o neo-comunitari, con un progressivo e costante aumento di minori afgani ed egiziani e la permanenza di molti minori rom, anche nati in Italia, in condizioni di forte stigma e marginalità sociale” – spiega Laura Lagi, Coordinatrice del Progetto CivicoZero. “Anche al centro CivicoZero la presenza più consistente nell’arco di quest’anno è stata degli afgani (175), seguiti da egiziani (88), bengalesi (66), rumeni rom (54), per una media di 20 ragazzi al giorno e un’età media di 16-17 anni anche se abbiamo avuto e seguito anche bambini di 12 anni. Più della metà sono minori non accompagnati, provenienti dalla strada o entrati da pochissimo in strutture di pronta accoglienza. Altri si trovano in forte condizione di povertà o appartengono a nuclei familiari in stato di irregolarità. Alcuni sono vittime di sfruttamento, tratta e abuso”.
“In allegato il rapporto dei minori migranti 2009”