PALERMO – “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”: è il tema provocatorio della seconda edizione nazionale del premio “Carlo Castelli” per la solidarietà riservato ai detenuti delle carceri italiane, istituito dalla società San Vincenzo De Paoli in collaborazione con la Fondazione Federico Ozanam. Il vincitore, su 145 elaborati, è l’ergastolano John Jail con “La storia di Frank”; la cerimonia di premiazione si è svolta sabato scorso nella casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo. “Oggi celebriamo la vittoria della speranza e della fiducia di chi vive in carcere. 145 detenuti attraverso questo concorso hanno avuto il coraggio di aprirsi e raccontare la propria esistenza – sottolinea Pietro Belli, componente della giuria -. In quasi tutti gli elaborati emerge il desiderio forte di rifiutare la parte negativa della vita per abbracciare invece nuovi percorsi di solidarietà e speranza”. “Non potevo rimanere insensibile a tale iniziativa poiché ritengo che le parole e le immagini dei lavori presentati dai detenuti trasmettono la proiezione delle emozioni vissute – dice la direttrice del carcere Pagliarelli Laura Brancato – Sono anche un chiaro messaggio di chi, dopo un percorso di riflessione, prende coscienza degli errori commessi. Sono convinta che questa raccolta di ricordi permetterà di fare conoscere meglio la natura di chi, a causa di percorsi di vita sbagliati, si trova tra queste mura”.
“Il principio del non nuocere agli altri si spinge ben oltre il rispetto dei diritti altrui, per sollecitare un impegno attivo verso chi soffre, chi sbaglia, chi è caduto. Lo scrivere i propri sentimenti condividendo una cultura della pace, che nasca da esperienze di solidarietà, di civismo, di rifiuto della violenza, nel rispetto della persona e della legalità, persino dell’ambiente, può innescare un meccanismo di trasformazione e di riscatto – scrivono gli organizzatori della San Vincenzo De Paoli. – Accostare i propri drammi personali a realtà difficili, significa, per le persone detenute, prendere coscienza di un mondo prima ignorato, che reclama l’impegno di tutti. In questo delicato rapporto si gioca in pratica la possibilità di “liberarsi” senza improbabili ed inutili ‘evasioni’ dalle proprie responsabilità”.
Il bando del concorso è stato diffuso in tutti gli istituti penitenziari italiani e gli elaborati, in forma di racconto breve, poesia o altro genere espressivo sono stati raccolti fino al 15 giugno 2009. Ha presieduto la giuria Andrea Pamparana, vicedirettore del TG5, affiancato da altri sei esperti del mondo accademico e dell’associazionismo. Il Capo dello Stato Giorgio Napoletano ha conferito tre medaglie speciali ai primi tre premiati. Al primo classificato è stata conferita la somma di 1.000 euro ed altri 1.000 sono stati devoluti ad una scuola di un Paese povero per l’acquisto di materiale e sussidi didattici. Il secondo ha ricevuto invece 800 euro e consentirà ad un minore straniero uscito dal carcere di ricevere una borsa di studio di 1.000 euro. Infine al terzo vanno 600 euro più un’adozione a distanza per 5 anni, gestita dal settore ‘Solidarietà e Gemellaggi’ della San Vincenzo. Una segnalazione e un attestato di merito sono stati conferiti ad altri dieci partecipanti. Le prime tre opere premiate sono state: “La storia di Frank” di John Jail; “Viva la vita” di Enzo Falorni; “Lettera di un detenuto al fratello più piccolo” di Ion Mircea.
Sono inoltre state segnalate altre dieci opere mentre due attestati di partecipazione sono stati riconosciuti ai detenuti del carcere Pagliarelli Maurizio Buttitta per “Lettera” e Giovanni Sole per “Nei pensieri di una giornata “dentro”.