Non è facile essere bella senza fatica. A maggior ragione se sei figlia di immigrati nordafricani e vuoi fare di tutto per scrollarti di dosso una vita ai limiti della sopravvivenza. A 16 anni tutto ti sembra lecito e il confine tra bene e male non è poi così netto. Se sei bella e appena adolescente sembri già una donna, sei già stata classificata, giudicata e incasellata tra quelle che ci stanno. Perché sei bella, povera, straniera e dietro di te non hai nessuno. Scappare di casa ti fa sentire grande anche se non sei neanche maggiorenne.
Inizi a vederti come ti vedono gli altri e vai avanti a testa bassa. Tra sedicenti amici e persone senza scrupoli. Che fanno finta di non vedere che sei poco più di un’adolescente e ti trasformano in uno strumento di piacere per maschi annoiati in cerca di conferme che da soli non riescono a trovare. In una donna da usare. Ti fanno finire in un giro di persone che non avresti mai immaginato di poter frequentare nemmeno nei tuoi sogni a occhi aperti più audaci, che fino a poche settimane prima vedevi solo in televisione (quella peggiore) o sulle riviste di gossip. Cariche di gioielli, di trucco, di griffe. Anche di volgarità, ignoranza e pessime maniere.
Ma queste ultime non le vedevi, attratta solo dal miraggio di una vita fatta di divertimento, feste e risate. Persone che trasudano potere da ogni poro solo perché hanno denaro o fanno finta di averlo e pensano che tutto sia in vendita. Mezzani che ti portano alla patetica corte del potente del momento, a serate che fanno sembrare raffinati convivi persino le cene di Trimalcione.
Dove ragazze senza scrupoli, magari con una storia simile alla tua (perché è facile giudicare, ma se pure tuo padre ti incoraggia a cedere alle avance del padrone di casa in cambio di denaro o favori come puoi anche soltanto intravedere o aspirare a una vita diversa, fatta di studio, lavoro e dignità?) si comportano come se tutto quello che succede dietro le porte socchiuse fosse normale, litigano per ore come straccivendole se un’altra ha avuto 500 o mille euro in più senza chiedersi perché li ha avuti e nessuna che si domandi che ne sarà della sua vita di là a 10 o 20 anni.
E sbagliando, sbagliando, mentre l’uomo più potente d’Italia finisce nei guai a causa tua che sei poco più che una ragazzina e tu entri in un giro vorticoso di bugie dette, confermate e poi smentite da decine di persone (e resta da vedere se i tribunali riusciranno davvero a fare chiarezza), capita che ti innamori sul serio, ti sposi e metti al mondo una bambina.
E così, quando oggi Karima el Mohrough, alias Ruby Rubacuori, è arrivata in tribunale a Messina, vestita sobriamente, con un filo di trucco e senza gioielli, viene da pensare che sul banco degli imputati manchi il vero colpevole: il pensiero maschile.
Quello che da secoli che ti imprigiona se non hai la forza di ribellarti, ti distrugge se non reagisci, ma che dietro le sbarre non finirà mai. Ché migliaia di anni di divisione dei ruoli vorranno pure dire qualcosa. Fino a quando Ruby torna ad essere Karima e qualche dubbio magari ti viene.