La biblioteca regionale “Giacomo Longo di Messina” ospita 600.000 volumi pregni di sapere che gridano riscatto. La battaglia dei libri, in una città come Messina, in cui il vuoto semantico e culturale sembra aprire voragini hanno portato il nuovo direttore della biblioteca Sergio Todesco a riflettere sull’importanza di un indirizzo critico che avvicini la città dello Stretto alle altre città italiane ed europee in cui nei luoghi del sapere brulicano teste pensanti e cittadini più consapevoli delle dinamiche della polis. La biblioteca attualmente divisa in tre plessi –ha detto il nuovo direttore- vuole dotarsi di un plesso unico che renda più agevole il servizio per gli utenti:”Fino a ora non si è riusciti a risolvere il nodo della sede unica, che dovrà risolversi presto”.
I costi elevati per il plesso che attualmente ci ospita, 330.000 euro sono un’enorme onere. Ci incoraggia l’ottima affluenza. Nel 2012 abbiamo avuto 10.500 fruitori e abbiamo dato in prestito 4.900 volumi. L’altra area di Via dei verdi che dovrà essere ristrutturata può diventare un nuovo luogo di rappresentanza. Il rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra ha mostrato una grande disponibilità nel venire incontro alle nostre esigenze. La speranza è che entro il 2014 potremmi disporre di un’area di 10.000 mq”. Negli spazi ideali riempiti dai libri, da copertine luccicanti, e pagine ingiallite c’è però la volontà e il desiderio di rendere gli stessi a misura del tempo del lettore: “Con i prossimi fondi europei ammoderneremo la biblioteca. Creeremo delle utilità come la caffetteria e i lettori multimediali. Ma la più grande novità che stiamo portando avanti è Il “cortile dei gentili”. Un’iniziativa che partirà il prossimo anno che vuole dare un segnale forte in una città come questa che ancora aspetta di trovare una sua dimensione. Circoleranno idee su temi etici, sociali, non trascurando crescita, decrescita e questione meridionale. Si parlerà anche del problema dell’identità. I cittadini devono trovare la loro agorà.
Del resto la biblioteca è una miniera rivolta a laureati, dottorandi, ma anche a cittadini comuni. Da parecchi anni portiamo avanti dei progetti scuola, coinvolgendo studenti di ogni ordine e grado al fine di promuovere delle ricerche e prodotti multimediali. Quest’anno si è aperta una finestra sul teatro in Sicilia”. Più che la visione chiuse e ermetica che ricorda Il nome della Rosa di Eco e la demonizzazione del sapere insomma il nuovo corso punta alla condivisione degli spazi di conoscenza tanto che sono previsti incontri in cui i romanzi vengono letti ad alta voce e scambiati per la lettura, un po’ come si faceva tra i banchi di scuola. Sergio Todesco è consapevole però che in città tutti dovranno apportare il loro contributo per pensare ad una vera rinascita. In questo percorso dovrà esserci anche il teatro Vittorio Emanuele: “La programmazione si potrà fare solo nel momento in cui si uscirà dell’emorragia. Questa amministrazione ha le idee e persone giuste. Messina ha bisogno di trovare normalità. Bisogna però capire che non si può risalire la china da un momento all’altro. In questi anni i problemi si sono acuiti, solo che prima nessuno si scandalizzava. Questa amministrazione ha a cuore le sorti della città e lavorando tutti insieme possiamo trovare una nuova dimensione e non essere secondi a nessuno. Lo Stretto è l’ombelico del Mediterraneo e non bisogna stare fermi in maniera cialtronesca.
Creiamo piuttosto occasione di provincializzazione ragionando seguendo nuovi orizzonti”. I nuovi orizzonti citando i Red Bradbury, potrebbero ancora una volta essere suggeriti dai libri. Oggetti nei secoli dei secoli sempre odiati e “temuti “perchè rivelano i pori sulla faccia della vita. La sfida certo è poi accoglierne la lezione al di fuori dei Cortili dei Gentili, delle biblioteche, e dai luoghi dell’utopia.
Claudia Benassai